Il capoluogo siciliano appare protagonista della nuova stagione dei porti nella Sicilia occidentale. Per Palermo la fetta più grossa delle risorse, quasi il 60 per cento, messe in campo dall’Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia occidentale. Su 645 milioni di euro, infatti, circa 386 saranno impiegati a Palermo per un totale di 26 interventi infrastrutturali. Tra i più importanti le azioni di consolidamento della banchina Vittorio Veneto Sud (15 milioni); i lavori di restyling della stazione marittima (30 milioni); il progetto di riqualificazione del waterfront (20 milioni); la realizzazione di un terminal multipurpose lungo il molo Piave (57 milioni); il consolidamento e adeguamento della banchina S. Lucia (15 milioni); l’innovazione di impianti ed elettrificazione delle banchine lungo il porto commerciale (28,5 milioni). Per quanto riguarda l’area di pertinenza Fincatieri, invece, 120 milioni sono destinati al bacino da 150 mila tonnellate. Per lo svuotamento e la messa in sicurezza ne saranno utilizzati 39, e altri 81 per il suo completamento.
Termini Imerese, Trapani e Porto Empedocle
Si tratta di un passaggio importante, atteso da tempo, perché consentirà finalmente ai Cantieri navali palermitani di costruire navi da crociera anche nel porto del capoluogo. A partire dal 2023 una delle navi in portafoglio, ordine del gruppo cantieristico italiano, sarà realizzata a Palermo. Operazione possibile proprio grazie ai lavori deliberati dall’Autorità Portuale sul bacino di carenaggio. Altri 100 milioni, invece, sono riservati allo scalo di Termini Imerese per il dragaggio del fondale fino a quota -10 (35 milioni) e il completamento del molo sopraflutto (62 milioni). A Trapani le risorse disponibili sono 94 milioni di euro e saranno impiegate soprattutto per il dragaggio del porto (35 milioni), il nuovo terminal e il restyling della stazione marittima (circa 30 milioni), e la rettifica della banchina Garibaldi (25 milioni). Per Porto Empedocle, infine, sono attesi interventi per 63 milioni: oltre al nuovo terminal passeggeri (3 milioni), la fetta più grossa sarà suddivisa equamente tra il nuovo terminal lungo il molo Crispi (30 milioni) e il dragaggio del porto (30 milioni).
Concessione trentennale per Msc e Costa Crociere
Il progetto in atto nei porti della Sicilia occidentale ha già fatto crescere le entrate del sistema da 25 milioni del 2017 a oltre 153 milioni del 2019. Si contano 55 milioni lo scorso anno. Sensibile anche il riflesso occupazionale con una crescita delle giornate lavorate che ha tagliato drasticamente il ricorso alla cassa integrazione. Si passa dai 13 mila del 2017 ai 16 mila nel 2019. Questo ha consentito di porre le basi per la realizzazione nell’isola di una delle più importanti basi operative del mercato delle crociere. Oggi c’è stata la firma dell’accordo fra i più importanti colossi crocieristici del mondo: Costa Crociere (del gruppo americano Carnival) e MSC Crociere (del gruppo ginevrino che fa capo all’armatore Gianluigi Aponte). In pratica, i due avranno in concessione la parte crocieristica dei quattro porti per i prossimi trent’anni a un canone di almeno 30 milioni di euro, al netto di tutti i lavori di ristrutturazione e potenziamento delle strutture.
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Dai crocieristi 23 milioni di euro di spesa ‘a terra’
Accanto a questi dati va sottolineato anche il volume di affari generato tra traffico di turisti crocieristi. Quest’anno, infatti, seicentomila passeggeri sono approdati sulle coste della Sicilia occidentale spendendo, a terra, quasi 23 milioni di euro. Un valore medio di 40 euro. “Per noi – ha sottolineato il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia occidentale Pasqualino Monti – quella odierna è una data doppiamente importante. Da un lato, siamo in grado oggi di affermare di aver risvegliato il porto di Palermo e insieme quelli di Trapani, Termini Imerese e Porto Empedocle che, usciti dal letargo, sono stati capaci di tranciare le catene della burocrazia e riconquistare il ruolo di traino per l’economia e il turismo siciliano. Dall’altro, abbiamo riportato questa straordinaria e unica area al centro del Mediterraneo e degli interessi dei grandi gruppi del mercato delle crociere”.
Cantieri lumaca: bocciata la burocrazia
Il presidente Monti ha puntato il dito contro i danni da burocrazia derivati dall’equiparazione dei porti a componenti della pubblica amministrazione, che ha accentuato il difetto sistemico per cui si punta a contenere il debito piuttosto che a porre in atto le misure che consentano al Pil di svilupparsi. “L’esperienza di Palermo – ha detto – sta dimostrando che “si puó fare” anche se ciò comporta per chi gestisce la cosa pubblica, e in particolare i porti, l’assunzione di rischi personali”. A fargli eco, il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia che durante il suo intervento ha speso parole di elogio per l’operosità dell’Autorità portuale. “Oggi abbiamo un muro fatto di burocrazia, di preconcetti e pregiudizi. Nel 1963 di fronte a un muro fisico a Berlino, il presidente Kennedy disse ‘siamo tutti berlinesi’. Oggi di fronte al muro della burocrazia possiamo dire ‘siamo tutti siciliani’”, ha concluso.