Investimenti? In Sicilia i soldi si tengono su conto corrente e depositi

Il risparmio delle famiglie siciliane sfiora i 95 miliardi di euro. Il 77% di questo tesoretto, quasi 73 miliardi, risulta“parcheggiato” sudepositi e conti correnti. Decisamente meno consistente, 21,7 miliardi di euro, la cifra investita dai siciliani inazioni, obbligazioni, titoli di stato e fondi. Agli investimenti dunque, in Sicilia si preferisce lasciare i soldi sul conto corrente. Una tendenza non solo siciliana però. Sono questi alcuni dei dati, aggiornati a marzo 2023, cheFabi(Federazione Autonoma Bancari Italiani) ha fornito in esclusiva aFocuSiciliae che confermano un trend nazionale:gli italiani non sono mai stati molto ferrati nella gestione del denaro. Legravi lacune in educazione finanziariaci spingono inevitabilmente ad accumulare contante sul conto corrente, strumento di liquidità, dove le giacenze godono di una irrisoria remunerazione. Lentamente però, le cose cominciano a cambiare. Leggi anche –Acquistare casa per investimento in Sicilia conviene: rendimenti oltre il 6% Secondo Fabi, èPalermola provincia dove si concentra la maggiore liquidità su conti correnti e depositi: quasi 18 miliardi. SegueCataniacon quasi 16 miliardi. TerzaMessinacon 10,3 miliardi. Seguono Agrigento con 6,3 miliardi, Trapani con 5,4 miliardi, Siracusa con 5,3 miliardi e Ragusa con 5,2 miliardi. Chiudono la classifica Caltanissetta con 4 miliardi e, fanalino di coda, Enna con 2,3 miliardi di euro.Palermo guida anche la classifica delle province con maggiore importo investitoin azioni, obbligazioni, titoli di stato e fondi: 6,1 miliardi. Poi Catania con 4,5 miliardi. Terza Messina con 3,1 miliardi di euro. Le restanti province, prese singolarmente, non superano neanche i due miliardi di euro: Agrigento (1,8), Trapani (1,5), Siracusa (1,4), Ragusa (1,16), Caltanissetta (1,15). Chiude Enna con appena 576 milioni di euro investiti. In Siciliaacquistare casa per investimentoconviene. Leggi anche –Istat: cala il potere d’acquisto delle famiglie, ma migliorano i conti pubblici Secondo un’indagine Ocse (dicembre 2023), solo il 39% degli italiani sa rispondere ad almeno cinque su sette domande di base in materia dieducazione finanziaria. Anche per questo sta suscitando stupore in queste ore la notizia relativa allarisposta particolarmente positivadei piccoli investitori italiani alBtp Valore. Si tratta dell’edizione numero tre deltitolo di Stato. Ha collezionato 211mila acquisti e 6,4 miliardi solo nel giorno del suo debutto. Ed in effetti, uscendo dai confini siciliani, l’indagine condotta da Fabi sulla ricchezza finanziaria delle famiglie italiane sembra rilevare che qualcosa sta cambiando nelle abitudini dei risparmiatori. “Meno liquidità sui conti correnti, propensione al risparmio intatta, ma ricerca di maggiori rendimenti anche a costo di rischi più elevati”, si legge nell’analisi Fabi, secondo cui nel corso del 2023 la ricchezza finanziaria degli italiani è cresciuta di quasi 80 miliardi di euro ed è arrivata a quota 5.216 miliardi, ben 552 miliardi in più rispetto al 2019, ovvero prima della pandemia. Leggi anche –Una tassa sugli “extraprofitti” delle banche. L’annuncio del governo Nonostante la consapevolezza dei propri limiti, le famiglie italiane sembrano sempre più orientate aosare. Sembra che sia sempre più chiaro, anche in Sicilia, come convengano gli investimenti invece di lasciare i soldi sul conto corrente. “Lo scorso anno – spiega ancora Fabi – i depositi bancari si sono asciugati per 61 miliardi.In soli nove mesi, tra azioni, titoli obbligazionari e fondi comuni le famiglie italiane hanno accumulato oltre 144 miliardi in più sotto forma risparmio, con una crescita che si aggira – rispetto al 2022 – a poco meno del 45% circa per i titoli obbligazionari, all’1,69% per i fondi comuni e all’1,35% per il comparto azionario. “La ricchezza finanziaria delle famiglie – ha sottolineato il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni – resta un asset fondamentale per la crescita e lo sviluppo economico del Paese: equivale a due volte e mezzo il pil italiano e corrisponde a quasi il doppio rispetto al nostro debito pubblico”.