Ricche di bellezza, povere di servizi essenziali, energia, acqua e mobilità. È la fotografia scattata dall’ultimo rapporto di Legambiente sulla sostenibilità nelle isole minori italiane. Sotto esame, per le Sicilia, gli arcipelaghi delle Egadi, delle Eolie e delle Pelagie, oltre a Pantelleria e Ustica. Nessuna isola è autonoma dal punto di vista energetico, e per la corrente elettrica si ricorre ancora agli impianti a gasolio. L’approvvigionamento idrico è carente, e la maggior parte scarica le acque reflue direttamente a mare. Anche su rifiuti e mobilità c’è ancora molto da fare. Le isole minori sono “luoghi meravigliosi”, riassume l’associazione, ma anche “sistemi fragili e isolati”, vulnerabili “alla forte pressione turistica nei mesi estivi”. Un paradosso, visto che il turismo costituisce la principale entrata economica per questi luoghi.
La questione dell’energia
Sul fronte dell’energia la sostenibilità è lontana. Nessuna isola minore siciliana è connessa alla rete elettrica nazionale. Non si tratta di una eccezione rispetto al resto del Paese. Ad attingere alla rete nazionale, in Italia, sono soltanto sette isole su 27, tra cui Ischia e Procida. L’ultima a collegarsi, attraverso un intervento di Terna, è stata Capri nel 2017. In mancanza di collegamenti con la rete nazionale, le isole siciliane devono provvedere autonomamente al fabbisogno energetico. Lo fanno tramite centrali termoelettriche a gasolio, gestite da società locali o da Enel. Le centrali hanno un impatto ambientale molto alto, possono operare “grazie a un’eccezione normativa consentita dalle direttive europee”, precisa l’associazione ambientalista.

Indietro sulle rinnovabili
Per limitare i danni, nel 2017 il ministero dello Sviluppo economico ha fissato obiettivi precisi (con relativi incentivi economici) sulla quota di energia da produrre localmente attraverso le rinnovabili, da raggiungere entro fine 2020. Ad averlo fatto, per il momento, soltanto l’isola di Ustica, dove le rinnovabili superano il dieci per cento del fabbisogno complessivo. Le altre isole non raggiungono gli obiettivi fissati Governo. Nelle Pelagie le rinnovabili coprono il sei per cento del fabbisogno, nelle Egadi e a Pantelleria il tre. Le isole Eolie si fermano poco sopra l’un per cento, mentre a Salina le rinnovabili coprono appena lo 0,33 per cento del fabbisogno. Come accennato, la situazione non è molto migliore nelle altre isole minori italiane. Secondo Legambiente “i numeri delle installazioni da rinnovabili crescono, ma ancora troppo lentamente”.
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Poca acqua (soprattutto in estate)
Anche sul fronte idrico la situazione non è delle migliori. “La carenza di acqua potabile costringe alcune isole a dipendere dal trasporto attraverso navi cisterna o da impianti di desalinizzazione”, annota l’associazione ambientalista. Nelle isole Pelagie, l’approvvigionamento idrico è garantito da impianti di dissalazione. Le Egadi possono contare in parte su condotte sottomarine da Trapani – gestite dall’Eas, Ente acquedotti siciliani, in liquidazione dal 2004 – e su altre fonti come pozzi privati e serbatoi di accumulo. Le Pelagie si riforniscono soprattutto su navi cisterna, mentre Ustica ottiene l’acqua da un dissalatore. L’equilibrio resta tuttavia precario. Le criticità aumentano in estate, sottolinea il report, “quando i consumi si intensificano sia per le condizioni climatiche sia per la maggiore affluenza di turisti”.

“Ipotesi di scarichi a mare”
Della gestione dell’acqua fa parte anche la depurazione. Anche in questo caso, le isole minori siciliane sono molto indietro. Linosa, Favignana, Marettimo, Levanzo, Stromboli, Filicudi, Alicudi, Panarea, Salina “non risultano avere un sistema di trattamento delle acque reflue” secondo Legambiente. Dove questi sistemi esistono “sono perlopiù incompleti ed inefficienti” e talvolta, come nel caso di Lampedusa, “confiscati e quindi non funzionanti”. La conseguenza è ovvia. “Si ipotizza che gli scarichi siano riversati direttamente a mare”. Per questo l’associazione ambientalista chiede “il completamento dei sistemi di depurazione degli scarichi esistenti, adottando anche tipologie di trattamento innovative per il riutilizzo delle acque reflue, come impianti di affinamento e fitodepurazione”.
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Indietro sui rifiuti (tranne Pantelleria)
Altro aspetto analizzato nel rapporto sulla sostenibilità è quello dei rifiuti. Pantelleria e Salina raggiungono la media di raccolta differenziata del Sud Italia, del 51 per cento. L’isola trapanese raggiungendo il 71 per cento di differenziata risulta tra le migliori in Italia. Va peggio nelle altre isole, malgrado “significativi passi avanti” negli ultimi anni a Ustica (che passa dal 5 al 20 per cento di raccolta), nelle Egadi (dal 15 al 38 per cento), nelle Pelagie (dal 16 al 38 per cento) e nelle Tremiti (dal 21 al 38 per cento). A pesare sulle amministrazioni “è il trasporto dei rifiuti indifferenziati verso gli impianti della terraferma, via nave, che si aggiunge ai costi di smaltimento”. Per questo sarebbe importante “varare politiche di prevenzione per ridurre la produzione di rifiuto alla fonte, e in parallelo accelerare la raccolta differenziata”.

A Lampedusa un’auto per abitante
Sul fronte della mobilità, preoccupa in particolare l’eccesso di autoveicoli su territori così ridotti. A Lampedusa, Pantelleria e Linosa la media sfiora un’automobile per abitante, record negativo tra le isole minori italiane. I numeri più bassi si registrano invece a Capri e Procida (rispettivamente 0,3 e 0,4 veicoli per abitante). Le Pelagie, insieme alle Tremiti, risultano l’arcipelago con il parco auto più vecchio, con quasi il 60 per cento dei veicoli sotto la categoria Euro quattro. Legambiente suggerisce di investire in “forme di mobilità collettiva”, stimolando “l’utilizzo di biciclette e biciclette e monopattini elettrici, connessi a una rete di trasmissione e ricarica elettrica intelligente e alimentata da fonti rinnovabili”. Allo stesso tempo, occorrerebbe “bloccare l’accesso di auto dei non residenti nei periodi estivi”. La misura è già stata adottata alle Eolie, nelle isole che appartengono al Comune di Lipari, dove non è possibile sbarcare autoveicoli dal primo giugno all’autunno.
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Le opportunità del Pnrr
Le iniziative per aumentare la sostenibilità delle isole minori vanno inquadrate alla luce del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Eolie, Egadi, Pelagie e Ustica verranno inserite nel piano “Collegamenti isole minori”, finanziato con oltre 44 milioni di euro e destinato a migliorare la connettività. C’è poi piano “Isole verdi”, con interventi su rete elettrica e infrastrutture per 200 milioni di euro. E ancora, il fondo da 41 milioni per gli investimenti nelle isole minori, gestito dal dipartimento per gli Affari regionali e le Autonomie e incrementato dalla legge di Bilancio 2021. Risorse importanti, per un sistema che sconta ancora molte criticità. Per questo Legambiente chiede “maggiore dedizione da parte delle amministrazioni per l’ottenimento dei fondi e per l’ideazione e realizzazione dei progetti”.