Seicentoventisette morti in meno da gennaio a settembre nel 2020 nel corso dell’emergenza Covid-19 in Sicilia. Un numero calcolato rispetto alla media dello stesso periodo cinque anni precedenti, che emerge dall’analisi dei dati dell’Istituto nazionale di statistica (Istat), nell’ultimo aggiornamento del rapporto sui decessi e le cause di morte nel nostro Paese.
Morti in calo tra un’ondata e l’altra
Una fotografia dei primi nove mesi dell’anno, che considera la prima ondata della pandemia Covid-19 e l’avvio della seconda. “Si può constatare come in tutta Italia – scrive Istat – la mortalità fosse inferiore rispetto alla media del periodo 2015-2019”. Situazione che muta radicalmente a partire da marzo e fino al mese di maggio, soprattutto nelle aree del Nord più colpite dal virus. Con la fine del lockdown e l’inizio dell’estate, “la pandemia sembra aver esaurito i suoi effetti sull’eccesso di mortalità”: i decessi tornano su una tendenza inferiore alla media quinquennale dello stesso periodo.
Seconda ondata, cresce il Sud
La seconda ondata attualmente in corso, avverte l’Istat, è caratterizzata per una distribuzione dei casi di Covid-19 su tutto il territorio nazionale e il tasso di mortalità vede incrementi più sostenuti nelle regioni del Centro-sud. “Tra le aree che registrano un incremento almeno del 5% – scrive l’Istituto – si segnalano la Sardegna (8,9% di decessi in più rispetto alla media 2015-2019), la Puglia (7,8%), la Toscana (7,4%), l’Umbria (6,1%), la Sicilia (5,7%) e Calabria (5%)”. Malgrado ciò, le persone scomparse nella Regione siciliana nel 2020 fino a settembre rimangono in calo rispetto al quinquennio precedente. Un saldo negativo dell’1,5%, che vede differenze significative tra le varie province dell’isola. Complessivamente, i morti in Sicilia nei primi mesi dell’anno sono stati 41.524, rispetto ai 42.151 dei cinque anni precedenti.
La situazione nelle province
Il numero dei decessi risulta in calo o sostanzialmente stabile nelle tre aree metropolitane. A Palermo i morti sono 9.774 rispetto ai 9.689 dei cinque anni precedenti, in aumento di 85 unità (+0,9%), su una popolazione complessiva di 1.276.525 abitanti. A Catania si registrano invece 7908 persone scomparse a fronte di 8245, in diminuzione di 337 unità (-4,1%), su una popolazione di 1.108.040 abitanti. Situazione simile a Messina, con 5.518 morti rispetto ai 5716 del passato, in diminuzione di 198 unità (-3,5%), su una popolazione di 647.477 abitanti. Negative anche le province di Trapani (98 decessi in meno, -2,7%), Caltanissetta (129 decessi in meno, -5,6%) e Agrigento (97 decessi in meno, -2,5%).
Enna, Siracusa e Ragusa in aumento
Numeri leggermente in aumento nella provincia di Enna, che segna 26 decessi in più, in crescita dell’1,6%. A pesare sono i casi di Leonforte (+40%), Nissoria (+38%) e Agira (+28%). Decessi in leggero aumento anche Ragusa, con 19 persone scomparse in più (+0,8%). Ad aumentare la media è proprio il capoluogo, che segna un +8% di casi. Ma è Siracusa, con 92 morti in più, a segnare un aumento record del 2,9%. Il capoluogo registra un aumento del 9,5%, ma pesano anche i numeri di Melilli (+25%), Sortino (+29,5%) e Buscemi (+52,5%). Come detto, la differenza complessiva per l’intera regione rispetto agli ultimi cinque anni è di seicentoventisette persone scomparse in meno. Ma per valutare pienamente l’impatto della seconda ondata, bisognerà aspettare i dati dell’ultimo trimestre.