Più 682 mila posti di lavoro in Italia a giugno 2022 rispetto al giugno 2021. Questo è il dato più significativo dell’ultimo rapporto sul precariato diffuso da Inps, con dati che coprono il primo semestre dell’anno in corso. Un risultato che per l’istituto di previdenza “completa la ripresa dei livelli pre-pandemici, compromessi nel biennio 2020-2021 dall’emergenza sanitaria con le connesse chiusure e restrizioni”. E i i flussi nel mercato del lavoro (assunzioni, trasformazioni, cessazioni), segnano anzi “incrementi rispetto al 2018-2019 sia nelle assunzioni e nelle trasformazioni come pure nelle cessazioni”.
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In Italia in un anno più 246 mila “indeterminati”
Il saldo semestrale vede infatti quattro milioni e 269 mila nuove assunzioni, a fronte di tre milioni e 322 mila cessazioni e 437 mila cessazioni. Per fare un confronto, nel 2019 le assunzioni nello stesso periodo erano ferma sotto quota quattro milioni (tre milioni e 981 mila). Un segnale appunto di ripresa, che viene meglio evidenziato dal saldo annualizzato, vale a dire la differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi. Secondi i dati ufficiali Inps la differenza, in positivo, è appunto di 682 mila nuovi posti di lavoro, di cui 435 mila a termine e oltre 246 mila a tempo indeterminato.
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La Sicilia guadagna oltre 20 mila “posti fissi”
La Sicilia non fa, per una volta, storia a se nella tendenza nazionale: tra giugno 2021 e giugno 202 il saldo positivo si attesta a quota 45.137 nuovi contratti, di cui oltre 24 mila e 584 a termine, e 20 mila e 583 a tempo indeterminato. Su questi dati, vista la stagione positiva del turismo in Sicilia, pesa molto il settore “alloggio e ristorazione”. Anche questo un dato perfettamente in linea con la tendenza nazionale. Il maggior contributo alla crescita, rispetto a giugno 2021, è infatti fornito a livello italiano dai settori alloggio e ristorazione, con più 178 mila posizioni. Seguono le costruzioni (più 121 mila), anche questo un settore che ha in questo periodo usufruito della ripresa dovuta soprattutto al Superbonus edilizio, la cui richiesta è stata in netta crescita nonostante le difficoltà nel riconoscimento dei crediti per le aziende. Grande contributo, infine, anche dal terziario professionale (più 115 mila). Variazioni negative sono evidenziate per il comparto finanza-assicurazioni (meno 3.500 a causa della contrazione dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato), per le industrie estrattive (meno 1.050) e per l’agricoltura (meno 260).