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Le imprese di stranieri sono sempre di più. Ma non in Sicilia

Nel 2021 aumentano le imprese di cittadini immigrati: sono il 10,5 per cento del totale. L'Isola, con solo il 6,1 per cento, è tra le peggiori, dicono i dati di Unioncamere. E se Palermo è la peggiore d''Italia per crescita, Trapani è tra le migliori

Riprende e supera i livelli pre-pandemia la vitalità dell’imprenditoria immigrata. Tra gennaio e giugno il bilancio tra le nuove imprese aperte da stranieri e quelle che hanno chiuso ha fatto registrare un saldo positivo di 16.197 unità, nettamente più elevato del corrispondente periodo del 2020, fortemente influenzato dal lockdown, ma anche del primo semestre del 2019, quando l’incremento netto delle imprese di stranieri fu di 10.205 unità. I dati sulle imprese straniere sono stati diffusi da Unioncamere e InfoCamere e vengono dal Registro delle Imprese delle Camere di Commercio al 30 giugno 2021.

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Palermo ultima in Italia. Bene Trapani: quinta

Alla Sicilia spetta in questo studio un primato negativo, specificamente di Palermo: è l’ultima provincia italiana per tasso di crescita nel primo semestre 2021 delle imprese di stranieri, appena lo 0,33 per cento. A seguire, al posto 106 su 107, Agrigento, penultima in Italia con lo 0,44 per cento. Poco meglio fanno Siracusa, in posizione 103, e Messina, al posto numero 101, rispettivamente lo 0,98 e l’1,16 per cento. Caltanissetta è in posizione 97 su 107, con l’1,38 per cento di crescita, Catania al numero 94 con l’1,46%. Poco meglio Enna, posizione numero 80 con 1,86 per cento e Ragusa, numero 79 in graduatoria con una crescita del 1,94. Bene invece Trapani, che con una crescita delle imprese straniere del 4,3 per cento si posiziona al quinto posto nazionale, in una graduatoria guidata da Aosta che ha visto un incremento del 5,47 per cento.

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Sicilia con solo il 6,1 per cento di imprese straniere

Nel complesso, con una quota ormai stabilmente attestata al 10,5 per cento del totale delle imprese registrate, il fenomeno dell’imprenditoria straniera rappresenta una parte strutturalmente significativa del tessuto imprenditoriale nazionale. In Toscana (14,4 per cento), Liguria (14,3) e Lombardia (13) si registrano le concentrazioni più elevate sul totale delle imprese esistenti, mentre Basilicata (3,9), Valle d’Aosta e Sicilia (6,1) fanno segnare quelle meno significative. In valore assoluto, la terra di elezione dell’imprenditoria straniera è la Lombardia, dove hanno sede 124.603 imprese guidate da persone nate fuori dei confini nazionali. A distanza seguono il Lazio (81.938) e la Toscana (58.937).

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Tipologia delle imprese e settori: vince il commercio

Tre imprese di stranieri su quattro, per la precisione 484.888 imprese, il 75,8 per cento del totale, opera nella forma più semplice di impresa individuale, ma un consistente numero (105.298, il 16,5 per cento) ha scelto la forma della società di capitale. Commercio al dettaglio (160.415 imprese), lavori di costruzione specializzati (123.225) e ristorazione (49.339) costituiscono le attività in assoluto più praticate dagli imprenditori stranieri nel nostro Paese. Da sottolineare come la maggiore presenza a livello settoriale si registri nelle attività della confezione di articoli di abbigliamento, dove le 17.039 imprese registrate alla fine del giugno scorso rappresentavano il 33 per cento di tutto il comparto a livello nazionale.

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Ditte individuali, Marocco in calo ma sempre primo

Infine, guardando alle sole imprese individuali, le uniche per le quali sia possibile associare la nazionalità partendo dal Paese di nascita del titolare, tra i primi dieci Paesi di provenienza i dati del I semestre 2021 segnalano l’arretramento (seppur lieve) di alcune nazionalità “storiche” come quella del Marocco (comunque stabilmente al primo posto quanto a imprese registrate: oltre 63mila, il 12,9 per cento del totale delle imprese individuali straniere), della Cina e del Bangladesh a vantaggio di Romania (che consolida il suo secondo posto con 53.079 unità, il 10,8 per cento del totale), Albania e Pakistan.

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Leandro Perrotta
Leandro Perrotta
Catanese, mai lasciata la vista dell'Etna dal 1984. Dal 2006 scrivo della cronaca cittadina. Sono presidente del Comitato Librino attivo, nella città satellite dove sono cresciuto.

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