L’economia della Sicilia cresce lenta e meno delle previsioni. Il report Bankitalia
Nel 2023 l’attività economica in Siciliaè cresciuta, ma aritmi molto contenutie più bassi di quelli dell’anno precedente. Secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER),il prodotto è aumentatodello 0,7 per cento, in misura lievemente inferiore rispetto al PIL italiano. Isegnali di ripresache si erano manifestati nel primo trimestre si sonoattenuatinei mesi successivi. In base alle indicazioni di carattere qualitativo raccolte, la crescita economica sarebbe modesta anche nell’anno in corso. È quanto si legge sul report diBankitaliasull’economia dellaSicilianel 2023. Il valore aggiunto si è ridotto nell’agricolturae nell’industria, ha rallentato nellecostruzionie neiservizi. La produzione del settore primario ha risentito delleanomalie climaticheche hanno caratterizzato il 2023. Nell’industria il perdurare di una congiuntura debole e l’elevato costo del credito hanno frenato gli investimenti delle imprese siciliane. Si è intensificata l’espansione della capacità produttiva dienergia elettrica da fonti rinnovabili.Leesportazionisono diminuite sia per i prodotti petroliferi sia per il complesso degli altri comparti. Pur in decelerazione, l’attività si è mantenuta su livelli elevati nell’edilizia, beneficiando ancora dello stimolo derivante dagli incentivi fiscali oltre che della domanda proveniente dall’operatore pubblico. L’indebolimento dei consumisi è riflesso sull’andamento dei servizi privati non finanziari, la cui dinamica è stata però sostenuta dai risultati positivi delturismoe deitrasportiaerei e marittimi. Nonostante il rallentamento ciclico e l’aumento del costo del credito, una quota elevata di imprese ha conseguito risultati reddituali positivi. Ciò ha sostenuto l’accumulazione delle disponibilità liquide, che hanno raggiunto un picco storico alla fine del 2023. Ifinanziamential settore produttivo sono risultati in calo, risentendo della riduzione della domanda, in un contesto di maggiore cautela delle politiche di offerta delle banche. L’espansione dell’occupazioneè proseguita anche nel 2023, in misura più intensa rispetto all’anno precedente. La crescita ha interessato soprattutto i lavoratori alle dipendenze. Nel settore privato la creazione di nuove posizioni lavorative è stata supportata in prevalenza dalla componente atempo indeterminato.I livelli occupazionali sono risultati superiori a quelli del 2019. Come nel 2022 l’aumento del tasso di occupazione è stato particolarmente elevato per gli individuitra 25 e 34 annie contestualmente si è registrato un nuovo rilevante calo dell’incidenza, tra i giovani dai 15 ai 34 anni, di coloro che non sono occupati, non studiano e non frequentano corsi di formazione. Nel 2023 iltasso di attivitàè nuovamente aumentato. Il fortecalo della popolazione residentein regione prospettato per il prossimo ventennio in base alle ultime previsioni demografiche potrebbe incidere negativamente sull’evoluzione dell’offerta di lavoro. Una maggiore partecipazione delledonne, ancora particolarmente contenuta in Sicilia, potrebbe parzialmente compensarne gli effetti. Nel 2023 ilredditoa valori correnti delle famiglie siciliane è aumentato, sostenuto dall’espansione dell’occupazione. L’inflazionene ha tuttavia determinato una sostanziale stazionarietà in termini reali. La dinamica deiconsumi, tornati sui valori pre-pandemia, si è fortemente affievolita. Laricchezza finanziaria,cresciuta per l’accumulo aggiuntivo di risparmio durante la pandemia diCovid-19, in seguito al rialzo dei tassi di interesse è stata caratterizzata da una ricomposizione a favore di forme di investimento maggiormente remunerative. Nel corso del 2023 la crescita deiprestiti alle famigliesi è sensibilmente attenuata, per effetto della minore domanda dimutuiper l’acquisto di abitazioni. Il credito al consumo ha continuato invece a espandersi a un ritmo sostenuto, favorito anche dall’ampliamento del numero dei prenditori. La crescita deiprestiti al settore privatonon finanziario nel corso del 2023 si è progressivamente indebolitafino ad arrestarsi. Gli indicatori della rischiosità del credito, spiegano gli esperti di Bankitalia nel report sull’economia della Sicilia, che nel 2022 avevano raggiunto valori molto contenuti, hanno messo in evidenza qualche segnale di peggioramento. Per le famiglie è cresciuto il flusso di nuovi prestiti deteriorati. Per ilsettore produttivoè aumentata l’incidenza, tra i prestitiin bonis, di quelli che hanno registrato unritardo nei rimborsi. È proseguita la razionalizzazione della struttura distributiva delle banche e il numero di Comuni serviti da sportelli si è ridotto. Nel contempo si è rafforzato l’utilizzo deicanali telematicida parte della clientela. Lespese deglienti territoriali sicilianisono cresciute, in prevalenza per il contributo della componente in conto capitale. La spesa per investimenti è stata sospinta dalle risorse messe a disposizione nell’ambito delPiano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).Gli interventi del Piano si concentrano sullatransizione ecologicae sulle infrastrutture per lamobilità sostenibile.I Comuni siciliani, che sono i principali soggetti attuatori delle misure insieme agli operatori nazionali, nonostante l’incremento degli investimenti informatici, presentano un grado didigitalizzazione in termini di servizi offertiinferiore alla media italiana.Le entrate degli enti territoriali siciliani sono ulteriormente aumentate rispetto all’anno precedente, ma permangono difficoltà legate ai processi diriscossione. Nel complesso le condizioni finanziarie degli enti, pur in miglioramento, rimangono fragili.
