L’edilizia italiana rallenta. Ance Catania: “Grave campanello d’allarme”
Il settore edile rallenta. L’indice della produzione nelle costruzioni, rilevato a luglio di quest’anno, è in calo dell’1,6 per cento rispetto al mese precedente, e raggiunge il punto più basso registrato da dicembre 2021. Insomma, per il mondo delle costruzioni è come esseretornati indietro di circa due anni. Anche confrontando questo dato rispetto al 2022 si ottiene una flessione: la sesta consecutiva. Questo è il quadro descritto nelreportIstatsulla produzione nelle Costruzioni a luglio 2023 e pubblicato ieri. Secondo il presidente dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) di Catania,Rosario Fresta: “I dati dell’Istituto nazionale di statistica rappresentanoun importante campanello d’allarmeper il settore edile a livello nazionale”. Invece in una dimensione più locale, regionale e provinciale: “La flessione è più contenuta, in qualche modo mitigata”, spiega il vertice etneo dell’Associazione dei costruttori edili. “Noi localmentea Cataniasiamo in un momento di grande lavoro, e quindinon stiamo accusando questa flessionedel settore, anche se non registriamo certo gli aumenti degli anni scorsi. I dati della nostra cassa ci dicono questo” spiega Rosario Fresta. Il motivo per cui nella provincia etnea c’è questa sorte di momentanea immunità dalla crisi dell’edilizia, secondo il presidente dell’Ance Catania, dipende dal fatto al fatto che: “la situazione viene mitigata perché stiamo portando a termine tutta una serie diopere pubbliche che stanno compensando il blocco del superbonus“. La situazione localmente quindi è in generale positiva, anche se “non sono partiti del tutto i lavori previsti dal Pnrr, e tante opere sono ferme. Quindi la situazione va valutata di caso in caso, ci sono territori nei quali gli effetti negativi si riescono a mitigare, altri in cui non è così” conclude Rosario Fresta. Leggi anche –Pnrr motore dell’edilizia: la Sicilia sarà la prima per valore aggiunto A livello nazionale, nel trimestre maggio-luglio 2023 laproduzionenelle costruzioni ècalata del 2,5 per centonel confronto con i tre mesi precedenti. “Le cause di questo andamento negativo sono riconducibili alblocco del superbonus, e anche alritardo sui lavori previsti dal Pnrr, che non sono ancora partiti del tutto”, spiega Fresta. Che prosegue: “E pensare che a livello nazionale il settore stava rifiorendo. Post pandemia c’era stata la spinta del bonus, che aveva anche trainato il Pil. Ma le scelte di questo governo sono andate in senso contrario, e si sono scoraggiati gli interventi durante tutto quest’anno”. Le novità per il settore edile non sono poi finite: si prospetta all’orizzonte l’entrata in vigore delnuovo codice degli appalti, che potrebbe da un lato velocizzare i lavori, e dall’altro, secondo i sindacati dei lavoratori edili comeFillea Cgil Sicilia, favorire con le semplificazioni procedurali le infiltrazioni mafiose. Leggi anche –Prezzi alla produzione: male edilizia e alimentari, bene l’industria