Aumentano i bandi di gara e cresce in modo deciso il loro importo. Restano però lontani, lontanissimi, i livelli pre-crisi. Lo afferma l’Osservatorio annuale delle costruzioni di elaborato dall’Ance Sicilia. L’organizzazione, pur riconoscendo “l’impegno del governo Musumeci”, invoca “più stanziamenti sulle infrastrutture” e un “potenziamento amministrativo” per accelerare il lavoro delle stazioni appaltanti.
Appalti, tre anni in crescita
Nel 2019, i bandi di gara di competenza regionale pubblicati sulla Gazzetta ufficiale sono stati 228, il 4 per cento in più rispetto all’anno precedente. Ben più significativo è il progresso dell’importo dei lavori: grazie a un balzo del 24 per cento, ha sfiorato i 358 milioni di euro. Cifre di questa entità non si vedevano dal 2014. Lo scorso anno conferma una tendenza positiva: sia per numero di bandi che per importi, è il terzo consecutivo con segno più. Un buon segnale, soprattutto perché i progressi del triennio sono arrivati dopo un lustro di tracollo. Nel 2016, l’importo dei lavori assegnati era sprofondato a un decimo del valore rispetto a dieci anni prima.
Ma i livelli pre-crisi sono lontani
Ance Sicilia sottolinea però anche “il tanto che manca”. Guardando le serie storiche, infatti, i livelli precedenti alla grande crisi. Tra la seconda metà degli anni ’90 e i primi anni del nuovo millennio, superare il miliardo era diventata una consuetudine. E nonostante il recupero degli ultimi tempi, rispetto al 2007 resta un calo del 72 per cento per numero di bandi e dell’81,6 per cento per importi proposti al mercato. Il risultato è “meno positivo”, scrive Ance Sicilia, se lo sguardo si allarga dai soli bandi di competenza regionale a quelli che fanno capo allo Stato e alle sue partecipate: anche in queso caso l’importo complessivo ha fatto un bel balzo (+28 per cento, a 1,79 miliardi) ma il numero di avvisi publicati è rimasto stabile (sono stati 1.413). Una andamento di questo tipo, con gli importi che crescono molto di più rispetto ai bandi, che – sottolinea Ance Sicilia – tende a penalizzare le Pmi.
Gli appalti per provincia
Palermo ha registrato il maggior numero di bandi: 52. Appaiate, alle sue spalle, Agrigento, Catania e Messina (che però segna un forte decremento rispetto al 2018). Anche Enna e Ragusa hanno fatto registrare un calo. Caltanissetta ha invece triplicato gli avvisi pubblicati (da tre a nove) e quelli di Trapani sono aumentati del 21 per cento.
Lavori, bene Palermo e Caltanissetta
Guardando agli importi, i lavori si sono lievemente contratti a Siracusa, mentre sono crollati a Ragusa, dove gli 11,9 milioni del 2019 rappresentano circa un terzo dell’ammontare 2018. Tutte le altre province siciliane hanno segnato un andamento positivo. Caltanissetta è passata da 2,8 a oltre 14 milioni di euro. Generosi anche i passi avanti di Palermo (a 86 milioni), Trapani (oltre 27 milioni), Agrigento (45,7 milioni) e Messina. Nonostante la forte riduzione degli avvisi, la città dello Stretto ha pubblicato bandi per 61,5 milioni, con un aumento anno su anno vicino al 30 per cento.
Ance: “Investire e semplificare”
Le richieste di Ance Sicilia sono ormai un mantra. “Per consentire alla Sicilia di diventare competitiva e attrattiva per gli investimenti servono più stanziamenti per le infrastrutture, dall’Alta velocità all’inserimento effettivo nel Corridoio Scan-Med, dalla logistica portuale al miglioramento delle strade”. Occorre anche “un poderoso sforzo di potenziamento amministrativo, di dotazione di strumenti tecnici e di formazione del personale delle stazioni appaltanti per evitare che, come accaduto finora, buona parte delle gare venga aggiudicata con insopportabile lentezza”.