Luciana Littizzetto massacrata: “Offende il Sud!” | Scoppia la guerra Nord-Sud per colpa sua: è una vergogna
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Luciana Littizzetto voleva far sorridere con la sua consueta letterina di Natale a Che Tempo Che Fa. Il risultato, però, è stato ben diverso: una tempesta politica e social che in poche ore ha trasformato una battuta in un caso nazionale. Al centro della bufera c’è la sua ironia sui giovani fuorisede e sui costi proibitivi per raggiungere il Sud a Natale, tema che ha fatto infuriare il sindaco di Nardò, Giuseppe Mellone, scatenando uno scontro aperto tra satira e sensibilità territoriale.
Nella letterina dedicata ai ragazzi lontani da casa, la comica ha sottolineato la fatica economica di chi vive fuori e deve rientrare al Sud per le feste: «In Italia c’è il diritto allo studio, ma non c’è il diritto di tornare a casa senza fare il giro del globo». Poi l’affondo satirico sui prezzi dei biglietti: «Conviene quasi andare a Vladivostok con la Transiberiana e poi prendere un low cost da lì».
L’idea era quella di denunciare i voli a costi folli, ma la chiosa su «Milano–Lecce passando da Kiev» ha fatto saltare i nervi a più di un amministratore.
La risposta di Giuseppe Mellone non si è fatta attendere. In un post infuocato, il primo cittadino ha denunciato la condizione dei fuorisede salentini, costretti a spendere cifre esorbitanti per tornare a casa, trasformando la questione in una critica politica ai governi regionali degli ultimi vent’anni: «Da Vendola in poi, in Regione sono stati vent’anni di sinistra e nessuna soluzione».
Poi la stoccata diretta alla conduttrice e al mondo satirico progressista: «Diventiamo materia di scherno per la sinistra tutta Rolex e caviale». Una frase che ha incendiato il dibattito, trasformando la battuta della comica in un caso di scontro Nord-Sud.
Perché la battuta ha fatto esplodere la polemica
La frase di Littizzetto non è stata interpretata come semplice ironia, ma come l’ennesima rappresentazione di un Sud “periferia remota” da raggiungere con viaggi impossibili. Per alcuni, un modo sbrigativo di banalizzare i disagi reali dei fuorisede; per altri, una satira legittima che denuncia un problema strutturale del Paese.
L’episodio ha riacceso le tensioni su temi sensibili come:
- i costi proibitivi dei trasporti nel Sud Italia;
- il divario infrastrutturale tra Nord e Sud;
- i limiti (e i rischi) della satira televisiva;
- la facile politicizzazione di un monologo comico.

I social esplodono: satira o offesa?
Sui social il dibattito si è polarizzato: da una parte chi difende Littizzetto e la libertà della satira di esagerare per denunciare; dall’altra chi sostiene che la sua letterina abbia travalicato il limite del buon gusto, diventando un affronto ai cittadini del Sud.
Il risultato è un’ondata di commenti, meme, prese di posizione di amministratori locali e discussioni che hanno trasformato un monologo in un caso politico-culturale.
Il problema, secondo gli amministratori del Sud, non è la risata. È la narrazione. Il timore è che continui a passare l’idea di un Meridione eternamente isolato e lontano, ridotto a gag televisiva, mentre i giovani continuano a pagare cifre da capogiro pur di rientrare a Natale.
E mentre la polemica corre, resta una certezza: anche quest’anno la letterina natalizia ha fatto centro, dividendo l’Italia tra chi applaude e chi si sente colpito.
