Licata è una città antichissima. Affonda le sue origini nel Neolitico e nel mare su cui si affaccia venne combattuta un’importante battaglia tra Cartaginesi e Romani, i quali dopo averla definitivamente conquistata ne fecero uno dei più importanti emporii della Sicilia, in considerazione della sua posizione strategica. Si trova infatti proprio a metà della costa meridionale della Sicilia, con lo sguardo verso Malta e Tunisia, con la naturale conseguenza di avere sviluppato una vivace vocazione commerciale e trasmesso nel dna dei suoi abitanti l’indole dell’accoglienza. Me ne sono accorto appena ho messo piede in questa città che ho avuto il piacere di scoprire – insieme al suo mare semplicemente straordinario – grazie agli amici di Make Hub Licata. Un vivacissimo Hub di innovazione che coi suoi servizi di coworking, di incubazione di startup e di supporto allo sviluppo di progetti d’impatto sociale, testimonia quanto sia straordinaria la vitalità che in ogni angolo della nostra isola è possibile trovare. E quante siano le persone che ogni giorno si impegnano a stimolare la condivisione di idee, a promuovere progetti innovativi e soprattutto a coltivare l’enorme potenziale dei giovani talenti siciliani.
Uno dei suoi fondatori è Angelo Sanfilippo che ho conosciuto cinque anni fa in occasione di un contest per startup nel quale partecipava con uno dei numerosi progetti che il suo Hub accompagna nel campo dell’assistenza domiciliare per persone anziane o non autosufficienti. Ex consulente finanziario, ha deciso di investire sul futuro del territorio licatese co-fondando “Make Hub”.
Angelo, perché hai deciso di dare vita ad un Hub di innovazione nel cuore della Sicilia?
Sono sempre stato appassionato di innovazione e quando ho conosciuto la realtà dell’acceleratore TIM WCAP a Catania, dove ogni settimana si svolgevano degli incontri informali tra startupper ed aspiranti imprenditori per condividere idee e nuovi progetti d’impresa, ho pensato che sarebbe stato bello realizzare qualcosa di simile anche nella mia città. Dare cioè vita ad un ambiente informale nel quale tutti potessero avere la possibilità di ispirarsi a vicenda, di condividere esperienze, successi e fallimenti, spunti per nuovi progetti, ed anche opportunità di collaborazione.
Quali servizi offrite a startup e professionisti, digital nomads e remote workers? E quali progetti e startup state accompagnando in questo periodo?
In Make Hub offriamo servizi a giovani e imprese, percorsi di avvicinamento alle materie STEM per i ragazzi delle Scuole, organizziamo iniziative per diffondere i principi della sostenibilità nei settori agrifood e turistico. I nostri servizi di consulenza vanno dal design al packaging alle illustrazioni ed abbiamo anche una sezione dedicata ai makers con stampanti 3D e la resina per la stampa. Uno degli abitanti del nostro Hub è Janos Botka, Member of UN-FAO Global Food Security and Nutrition at FAO Headquarter, specializzato nel marketing di esportazione e nella vendita di materie prime nei settori alimentari, della salute, della cosmesi e della cura personale. È uno dei nostri “digital nomads” e business coach per l’export. Grazie alla esperienza di ospitalità maturata con lui, abbiamo deciso di attivare un contatto con il gruppo Global Digital Nomad Network ed una collaborazione con il progetto South Working – Lavorare da sud per censire anche il nostro spazio nella mappatura dei presidi di comunità. Abbiamo finora accompagnato oltre cinquanta startup e nuovi progetti d’impresa. Tra quelli incubati attualmente vi sono “Huduma” che sta sviluppando un portale dedicato all’assistenza domiciliare, la startup “Bionagro” che valorizza le biomasse agricole siciliane in applicazioni tecniche ad alto contenuto di tecnologia ed innovazione per i settori alimentare, farmaceutico e nutraceutico. Stiamo anche accompagnando alcuni nuovi promettenti progetti in ambito food-tech, design e moda.
Quali sono le vocazioni economiche principali di Licata? E quali invece quelle ancora non pienamente espresse?
Sicuramente agricoltura e pesca costituiscono le due principali vocazioni economiche di Licata, alle quali negli ultimi decenni si sono sempre più fatte avanti quelle per il turismo e per l’alta cucina (abbiamo anche un ristorante stellato, oltre a tantissimi valenti chef che portano alta la bandiera della cucina licatese). Negli ultimi anni è cresciuto in maniera significativa il settore della ricettività, grazie alla laboriosa presenza di piccole attività a conduzione familiare cui si affiancano alcune grandi strutture ed il Porto Turistico che con posti barca fino a 70 metri rende Licata una delle mete più attrezzate ed accoglienti per il turismo nautico di questo versante dell’isola. Credo che Licata abbia ancora molto da esprimere e probabilmente una sua maggiore “digitalizzazione” (sia riguardo alle attività economiche, sia riguardo ai servizi pubblici) potrebbero renderla una vera e propria “Smart City”.
Ci sono opportunità che i giovani talenti di Licata possono cogliere per esprimere e maturare le loro potenzialità?
Nel nostro piccolo cerchiamo di creare opportunità anche per i giovanissimi talenti che a Licata non mancano. Penso ad esempio allo studente del Liceo “Linares” che si è posizionato secondo alla “Future Education” #DigitalChallenge, una competition promossa dal Commissariato per la partecipazione dell’Italia a Expo 2022, in collaborazione con Unesco Education e RewirED. Recentemente abbiamo organizzato il primo Startup Weekend Licata by Techstars, interamente dedicato al mondo del cibo e della corretta alimentazione. Una bellissima iniziativa che ha visto partecipare più di 80 studenti degli Istituti Scolastici “Re Capriata” e “Linares” di Licata. Hanno collaborato fra loro, si sono organizzati in team per un intero weekend, supportati da mentor d’eccezione e tantissimi partner. Una grande “simulazione d’impresa” per trasformare le loro idee in progetti e guardare ai problemi e ai bisogni come ad opportunità per cambiare lo stato delle cose. Sono venute fuori tantissime idee: dai sistemi di e-commerce per aiutare i produttori locali a vendere nel mercato estero ad un sistema digitale per “adottare” un orto a distanza; dall’home-delivery di prodotti alimentari a Km0 all’idea di “menù intelligente” per aiutare i clienti dei ristoranti a scegliere piatti compatibili con eventuali allergie o intolleranze alimentari. Con i team vincitori abbiamo avviato dei percorsi di incubazione e accompagnamento e nei prossimi mesi daremo vita ai primi percorsi di formazione per l’autoimprenditorialità.
Che augurio ti senti di rivolgere alla tua città e alla nostra Sicilia?
Per la mia città auspico che diventi sempre più attrattiva, le potenzialità ci sono tutte e le nuove tecnologie ci offrono oggi opportunità prima inimmaginabili. Ovviamente servono impegno e tenacia sia da parte della cittadinanza sia da parte degli amministratori. Ma soprattutto servono maggiori e più dignitosi collegamenti infrastrutturali: le strade che attualmente ci collegano con gli altri territori della Sicilia sono in realtà delle barriere che è necessario abbattere per poterci arricchire reciprocamente con i tanti altri siciliani di buona volontà che popolano questa bellissima terra. Alla Sicilia auguro di essere più ambiziosa. Di avere cioè l’ambizione di diventare il luogo che merita di essere: la più bella terra nella quale vale la pena investire per “restare”.
Un grande in bocca al lupo ad Angelo e al team di Make Hub composto da Vincenzo Burgio, Salvatore Cammarata, Emanuela Damanti, Vincenzo Morreale, Giovanni Mulè, Valerio Vincenti!
Ci sono tanti progetti ed esperienze in giro per la Sicilia che attendono di essere raccontati. Se ne conosci qualcuno che ti sta a cuore, scrivi alla Redazione redazione@focusicilia.it, con oggetto: “La Sicilia ha L’oro”