Prodotto interno lordo tra i più bassi d’Italia, alta incidenza del sommerso, valore aggiunto sotto la media italiana. Sono i risultati dei conti economici della Sicilia diffusi da Istat per il periodo 2019-2021. Secondo i dati raccolti dall’istituto di statistica, con le stime definitive dei conti economici territoriali per il 2019, quelle semi-definitive per il 2020 e quelle preliminari per il 2021. E la Sicilia, con 18.300 euro di Pil pro capite nel 2021, è la peggiore regione d’Italia dietro alla sola Calabria a quota 17.600 euro, contro una media nazionale di 30.100.
L’economia condizionata dal troppo sommerso
Il Mezzogiorno e in particolare la Sicilia subiscono sulla propria capacità di creare ricchezza un grande impatto negativo da parte del sommerso. Se la media italiana per il 2020 si attestava all’11,6 per cento del Pil, questo impatto al Sud sale fino al 16,8 per cento. La peggiore regione d’Italia sotto questo aspetto è la Calabria, che tocca il massimo con il 18,8 per cento, seguita da Campania (17,7 per cento) e Puglia (17 per cento), mentre la Sicilia segue al quarto posto nazionale con un impatto negativo del 16,8 per cento. E dove c’è economia sommersa c’è lavoro nero, con la Sicilia che subisce nella sua economia un impatto del lavoro sommerso del 6,6 per cento, il peggior risultato dopo Calabria (8,3 per cento del valore aggiunto), e Campania (6,9 per cento).
Agricoltura, Ragusa nella "top-ten" del valore aggiunto
Istat fornisce anche i dati in migliaia di euro del valore aggiunto per abitante e per provincia, con la Sicilia e il Sud particolarmente indietro rispetto al Centro-Nord. A fronte di una media italiana di 25.300 euro di valore aggiunto per abitante, il miglior risultato della Sicilia si ha nella provincia di Palermo che arriva a 16.600 euro. Seguono Catania e Messina a quota 16.200, Ragusa 15.800 euro, Siracusa 15.400, Caltanissetta 14.300, Enna e Trapani a quota 14.100. Ultima, in Sicilia e in tutta Italia, è Agrigento che supera appena i 13.500 euro di valore aggiunto per abitante. Prime in Italia sono invece le ricche province del Nord, con Milano in testa a quota 47.900 euro di valore aggiunto per abitante, seguita da Bolzano (40.500 euro), e Bologna (35.500 euro). Se si guardano invece ai settori economici, è da segnalare come Ragusa sia per l'agricoltura con 1.500 euro di valore aggiunto per abitante nona a livello nazionale.