Medici e primari in pensione: i reparti e i distretti dell’Asp di Catania a rischio

Medici e primari in pensione: i reparti e i distretti dell’Asp di Catania a rischio

Iconsultori di Catania e Ramacca, ildistretto sanitario di Caltagirone. Sono solo alcuni degli uffici sanitari dell’Asp Cataniache rischiano dirimanere senza medicise non dovesse presto risolversi la vicenda dellelettereinviate alla dirigente della direzione amministrativa e trattamento economico a numerosi medici, invitandoli ad avviare le pratiche per lapensione d’ufficio. Quel che oggi trapela, però, è che il commissario dell’Asp etnea Maurizio Lanza al suo rientro in sede troverà sul suo tavolo la relazione, caso per caso, sui medici che stanno per compiere 67 anni di età e che per questo una settimana fa sono stati raggiunti dalla tanto contestata lettera. E c’è chi giura e spergiura negli uffici Asp cheil manager firmerà quasi tutti i provvedimenti di proroga del contratto di lavoro. La vicenda ha, comunque, suscitato un vespaio di polemiche e di fortecontrapposizione tra le varie direzioni dell’azienda sanitaria. Se non altro per il fatto che tra questi medici raggiunti dal provvedimento dell’Asp di Catania ci sonoresponsabili di distretti e primari di reparto. Figure che al momento, con la carenza di personale sono come manna dal cielo. Inoltre  tutti i medici oggetto del provvedimento avevano fatto per tempo domanda alla propria direzione perrimanere in serviziosino al compimento del settantesimo anno di età, secondo quelle che sono le disposizioni di legge. Per questo non si capisce che genere di cortocircuito si è verificato all’interno dell’azienda sanitaria per arrivare ad emettere un provvedimento che di fatto, se applicato alla lettera, avrebbe creato gravissimi problemi di tenuta dell’assistenza sanitaria. Evidentemente all’Asp di Catania c’è stata una mancanza di dialogo e di comunicazione tra i vari uffici. Leggi anche –Mancano i medici, ma intanto l’Asp di Catania ne manda in pensione 17 Quello che appare comunque chiaro è che dopo che questo giornale si è occupato della vicenda il commissario Lanza ha mandato unanota. Rende noto che già a maggio aveva dato disposizione alla direzione sanitaria dell’Asp di Catania di riunire i capi dipartimento. L’obiettivo era di avere unparere chiaro caso per caso sui medici che stanno raggiungendo l’età pensionabile. Cosa che adesso la direzione sanitaria ha concluso, inviando le posizioni alla direzione generale che dovrà decidere. Il parere della direzione sanitaria è comunque chiaro ed è già stato espresso nella lettera che il direttore Antonino Rapisarda ha scritto il 13 ottobre scorso, non appena i medici raggiunti dal provvedimento hanno cominciato a protestare. Nellalettera inviata al commissario straordinario e al direttore amministrativoGiuseppe Di Bella, Rapisarda scrive che c’è la “necessità del mantenimento in servizio dei dirigenti sanitari che ne hanno fatto richiesta, che posseggono i requisiti e si invitano le ss. ll. in indirizzo a voler procedere in tal senso declinando lo scrivente da qualunque responsabilità derivante da omissioni in questo ambito, che porterebbero senz’altro a unaricaduta gravemente negativa sull’offerta sanitariae sulla tutela della salute pubblica”. Leggi anche –La medicina “di genere” per migliorare la salute e risparmiare denaro pubblico Rapisarda ha lasciato capire chiaramente che c’èuna sola soluzione al momento percorribile. Occorre rinnovare i contratti a questi professionisti se non si vogliono chiudere alcuni importanti servizi assistenziali. Tra l’altroa rischiare laparalisici sono numerosi ambulatori e reparti. Oltre al responsabile del distretto sanitario diCaltagirone, altri medici raggiunti dal provvedimento sono il responsabile dell’Igiene pubblica diPalagonia, il primario della Medicina diGiarre. E inoltre molti colleghi della Medicina del territorio neivari Distretti Asp. Tutte figure di alta professionalità ed esperienza che l’azienda non saprebbe al momento come sostituire. Inoltre ci sarà da risolvere anche il caso deldirettore medico di presidio dell’ospedale di Paternòche ha deciso di andare volontariamente in pensione. Ma questo è un caso a parte. Leggi anche –Medici, nel pubblico sono sempre meno. Il caso Militello: l’organico è a zero Verrebbe da dire: “tutto è bene quel che finisce bene”, ma pur sempre con piccoli distinguo. Sembra che alcuni capi dipartimento avrebbero contestato la linea indicata dalla direzione per la formulazione dei pareri complessivi sui medici. Alcuni capi dipartimento avrebbero spiegato che a loro spetterebbe emettere solo il parere relativo al profilo sanitario di ogni medico e alla necessità di mantenerlo in servizio, non un parere sulla idoneità dei requisiti di legge per mantenerlo ancora in servizio. La spiegazione di questi responsabili è che questeinformazioni di carattere amministrativodevono essere fornite dalla direzione di riferimento che è quella che possiede i curricula dei singoli medici.