Mezzi a motore sull’Etna, la risposta del presidente del Parco ai Biologi di UniCT

L’autorizzazione rilasciata dal Parco su richiesta di due Comuni del Parco (Bronte e Maletto) è importante ricordare come sia assistita da appropriata relazione tecnica di valutazione ambientale sottoscritta dal prof. Giuseppe Angelo Ronsisvalle. Nellalettera apertasi riferisce di una revoca avvenuta da parte dell’assessorato regionale territorio ed ambiente: notizia palesemente falsa in quanto mai giunta una revoca del provvedimento del Parco (semmai una interlocuzione formale tra assessorato e parco). Falso anche l’assunto che il parco non abbia trasmesso alcuna documentazione agli uffici regionali, infatti il parco ha trasmesso per conoscenza all’assessorato in data 15 settembre 2021. L’autorizzazione oggetto di critica non necessitava di parere del Consiglio Regionale Protezione Patrimonio Naturale (a differenza di quanto sostenuto dal dipartimento) in quanto passano al vaglio del CRPPNsoloi casi che non siano stati già trattati dal soppresso Comitato tecnico scientifico (cosi prevede legge 34/1996). L’autorizzazione rilasciata dal parco è in piena coerenza con il Regolamento di Fruizione del Parco (approvato con deliberazione del Consiglio del Parco composto dai venti comuni etnei); il regolamento èassistito da apposito parere del Comitato Tecnico Scientifico n.39/2003 laddoveall’articolo 7.1 sotto la rubrica “transito dei veicoli a motore” prevede: per le Zone A e B, che “..è vietato il transito e l’accesso di ogni mezzo motorizzato, compresi motocicli e ciclomotori anche se condotti a mano e con il motore spento..” ma “..sono esclusi dal divieto … g) i mezzi motorizzati delle ditte autorizzate a svolgere servizi escursionistici, limitatamente all’uso e ai percorsi di proprio diritto..” Occorre chiarirci e definire cosa s’intende per viabilità forestale. Il dipartimento Scienze e Tecnologie Forestali e Ambientali, Università di Firenze, professori Chellazzi e Brachetti Montorselli scrivono: “La viabilità forestale ha lo scopo di permettere di effettuare tutte le attività che si svolgono in un bosco: attività selvicolturali, di sorveglianza del bosco, la realizzazione di sistemazioni idraulico forestali;e anche una fruizione turistico-ricreativa più regolamentata”. La pista forestale in discussione è da tempo già attraversata da tantissimi mezzi a benzina o diesel che vi transitano quotidianamente per finalità che vanno dalla ricerca scientifica sull’aquila reale (anche l’Associazione ricorrente Lipu è autorizzata al transito con 4 veicoli a motore), al trasporto dei disabili e dei relativi accompagnatori (come nel caso di numerose Associazioni di promozione sociale e senza fini di lucro), alla attività di sorveglianza, all’autorizzazione al transito, con mezzi propri, del personale del Demanio Forestale, insomma decine e decine di auto. Sulla pista forestale troviamo anche segnali stradali a prova della quotidiana e costante frequenza di mezzi. Appare a mio modo di vedere incoerente affermare che solo due veicoli in piu’ (per lo piu’ ecocompatibili a differenza degli altri) possano creare significativo impatto. La realizzazione del servizio navetta non determinerebbe dunque alcuna significativa modifica nella gestione del quotidiano, ma consentirebbe semmai un più ordinato e monitorato accesso insieme ad una migliore fruibilità dell’area di Parco in questione. L’istituzione di questo servizio, infatti, consentirebbe al parco di non essere piu’ “obbligato” a rilasciare autorizzazione a molteplici veicoli. Insomma si passerebbe da decine di mezzi autorizzati a solo due mezzi autorizzati (forse questo preoccupa?!). Se parliamo di tutela e protezione dobbiamo essere coerenti. Come dire: se su detta pista non deve circolare nessun mezzo, il principio deve valere per tutti; altrimenti non si tutela l’Ambiente ma l’esclusività d’utilizzazione dell’Area Naturale Protetta. Presidente Parco dell’Etnadott. Carlo Caputo