Morti sul lavoro, la Sicilia torna in zona rossa. Nel 2024 già 22 casi. I dati Vega

Sulla sicurezza sul lavoro la Sicilia peggiora, passando dallivello di rischio arancionea quellorosso, il più grave.Al 31 maggio 2024 l’Isola è quarta in Italia per incidenti mortali, con22 casi su 1,4 milioni di abitanti.L’incidenza è di 15,6 punti, mentre in percentuale si tratta del 7,7% dei morti sul lavoro in Italia. A livello nazionale sono369 le vittime,286 sul luogo di lavoro (15 in più rispetto a maggio 2023) e 83 in itinere (quattro in meno rispetto a maggio 2023). È quanto emerge dall’ultimorapporto dell’Osservatorio sicurezza e ambientedella società Vega Engineering,che elabora datiInail.A guidare la classifica nazionale è laLombardia(48 morti sul lavoro), seguita daEmilia-Romagna(35) eCampania(30). Le regioni con meno decessi sono inveceSardegnaeMarche(cinque),Valle d’AostaeBasilicata(due) eMolise(uno). La situazione complessiva è grave. “La proiezione per la fine del 2024 delle vittime sembra essere giàtragica esimile a quella degli anni precedenti“, diceMauro Rossato,presidente di Vega. E anche sugliinfortuni non mortalii dati sono in crescita. Leggi anche –Sicurezza sul lavoro in Sicilia, istituito tavolo di concertazione alla Regione Delle nove province sicilianecinque superano 1,25 incidenti mortaliogni milione di abitanti, collocandosi inzona rossa.La più “pericolosa” èPalermo,che con nove incidenti mortali su 335 mila lavoratori è all’11esimo posto nellaclassifica di rischio nazionale.SeguonoAgrigentoal 14esimo posto (tre morti su 122 mila lavoratori),Siracusaal 24esimo (due su 110 mila),Trapanial 33esimo (due su 122 mila) eCaltanissettaal 34esimo (uno su 62 mila). Quanto alle altre province,Catania conta tra uno e 1,25 morti incidenti mortaliogni milione di abitanti. In termini assoluti è al 40esimo posto (zona arancione) con quattro casi su 319 mila lavoratori. Tre province, infine, contano meno di 0,75 incidenti mortali ogni milione di abitanti, collocandosi inzona bianca.Una èMessina, alla 75esima posizione con un incidente morale su 176.546 lavoratori. ARagusaedEnna, entrambe all’81esima posizione,non ci sono stati decessi.Nel complesso, i numeri sono preoccupanti. Tanto da indurre laRegione sicilianaa convocare untavolo sul tema. Leggi anche –Morti sul lavoro, Inps Sicilia, sindacati e imprenditori firmano documento Vega fornisce altri dettagli sulla natura degliincidenti mortali sul lavoroin Italia. L’incidenza più alta “si registra nella fascia dei lavoratoriultra 65enni(55%)”, mentre in termini assoluti “la fascia d’età più colpita è quella tra i 55 e i 64 anni (99 su un totale di 286)”. Quanto al genere, “ledonne che hanno perso la vitain occasione di lavoro a fine maggio 2024 sono 21, mentre otto hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro”. Grave lasituazione degli stranieri,con 62 morti sul lavoro, a cui vanno aggiunti 67 casi in itinere. Nel complesso ilrischio di morte di questi lavoratori“risulta essere più che doppio rispetto agli italiani, 26,1 morti ogni milione di occupati contro i 10,6”. Il pensiero va al recente caso diSatman Singh,bracciante indiano morto dopo unincidente sul lavoroavvenuto in un’azienda agricola nel Lazio.A proposito di settori di attività, “sono lecostruzionia far rilevare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro (57) seguite daattività manifatturiere(37),trasporti e magazzinaggio(25) ecommercio(18)”. Leggi anche –Morti sul lavoro, per le statistiche Sicilia “meno grave”, ma sono tre al mese Non tutti gli incidenti, per fortuna, hannoesito mortale.Anche i numeri dei“semplici” infortuni,come detto, sono in crescita. In Italia le denunce “crescono del 2,1% rispetto a maggio 2023”, visto che in termini assoluti “sono passate da 245.857 a 251.132”. Per quanto riguarda il genere, “ledenunce di infortunio delle lavoratricia maggio 2024 sono state 91.441, quelle deicolleghi uomini159.691″. Escludendo gliinfortuni in itinere,“le denunce sono state 212.803: 72.241 sono le donne e 140.562 gli uomini”. Contrariamente agliincidenti mortali,gli infortuni capitano più spesso agli italiani. Le loro denunce sono 171.584, mentre quelle deglistranierisono 41.219. Quanto allefasce d’età degli infortunati,“la più colpita in occasione di lavoro e in itinere è quella dai 45 ai 54 anni con 53.420 denunce (il 21,3% del totale)”. Il settore più pericoloso è di gran lunga ilmanifatturiero(29.256). Seguono a distanza “costruzioni(14.469),sanità(14.370),trasporto e magazzinaggio(13.266) ecommercio(12.911)”.