Non è medicina la più redditizia: ecco la laurea che ti fa guadagnare (quasi) da subito | I numeri NON mentono

Esame di maturità

Esame di maturità - pexels - salernosera

Con la Maturità 2025 ormai alle spalle, per tanti neodiplomati è arrivato il momento di fare una scelta importante: quale facoltà universitaria frequentare.

È una decisione che non riguarda solo la passione per una materia, ma anche le prospettive di lavoro una volta finiti gli studi. Il nuovo rapporto AlmaLaurea aiuta a farsi un’idea più chiara, indicando quali corsi garantiscono, almeno in media, le migliori chance di occupazione.

I dati parlano chiaro: già a un anno dalla laurea triennale, chi ha studiato informatica e tecnologie ICT trova lavoro nel 89% dei casi. A ruota seguono i corsi dell’area medico-sanitaria, con un tasso di occupazione dell’87,2%. Se poi si guarda ai laureati magistrali o a ciclo unico, le percentuali salgono ancora: le ICT arrivano al 90,4% e l’ingegneria industriale e dell’informazione al 90,1%.

Ma il quadro diventa ancora più interessante quando si considera un orizzonte di cinque anni. Qui si raggiunge la cosiddetta “piena occupazione” – oltre il 90% – per laureati in ingegneria, discipline medico-sanitarie e farmaceutiche, oltre che in economia. Anche chi ha scelto informatica, agraria o giurisprudenza gode di ottime possibilità di impiego.

Ovviamente non si tratta solo di scegliere il corso giusto. AlmaLaurea evidenzia che alcuni fattori personali e di percorso incidono molto. Ad esempio, chi accumula esperienza pratica già durante gli studi parte con un vantaggio notevole: un lavoro mentre si frequenta l’università aumenta di oltre il 20% le probabilità di essere assunti entro un anno dalla laurea, uno stage curriculare aggiunge circa un 6%, e un periodo di studio all’estero arriva a un +17%.

Conta anche il rendimento

Anche il rendimento scolastico e universitario conta. Ogni punto in più nel voto di diploma aumenta, seppur di poco, la possibilità di trovare lavoro; laurearsi nei tempi previsti garantisce un vantaggio di oltre l’8%, mentre ottenere risultati superiori alla media del proprio corso universitario aggiunge un ulteriore margine positivo.

Va detto che le statistiche non sono uguali per tutti: chi vive e studia al Nord ha generalmente più opportunità rispetto a chi proviene dal Mezzogiorno, e, seppure di poco, gli uomini risultano mediamente più occupati delle donne a un anno dal titolo. Sono differenze che, al di là delle scelte di studio, fotografano anche il contesto economico e sociale del Paese.

Studenti universitari
Studenti universitari – pexels – salernosera

Una duplice lezione

In definitiva, per chi oggi deve scegliere un percorso universitario, la lezione che si può trarre è duplice. Da un lato conviene guardare con attenzione ai settori che offrono maggiori sbocchi, come ingegneria, informatica e le professioni medico-sanitarie. Dall’altro, è altrettanto importante costruire durante gli anni di studio un curriculum solido, fatto di esperienze concrete, buoni voti e, se possibile, qualche mese all’estero.

Il lavoro del futuro non dipende solo dal titolo che si ottiene, ma anche da come lo si ottiene. E se la passione per una materia resta la bussola principale, avere in mano anche i dati occupazionali può aiutare a fare una scelta più consapevole e, si spera, più sicura.