Non tutta la Dad viene per nuocere. “Il futuro della didattica è l’integrazione”

Non tutta la Dad viene per nuocere. La Didattica a distanza che abbiamo imparato a conoscere ormai da un anno causa pandemia è spesso criticata e considerata una sciagura per gli studenti. Eppure non tutti la pensano così, anzi c’è chi, come Davide Bennato, docente di sociologia dei media digitali al dipartimento di scienze umanistiche dell’Università di Catania, ha trovato molti aspetti positivi e innovativi. “Sicuramente la Dad ha dei grossi limiti se si insiste a utilizzare il modello tradizionale come unica lezione frontale, ma può essere interessante quando si mescola con le opportunità offerte dalle tecnologie digitali”, dice Bennato. “Ad esempio lo strumento della chat permette agli studenti di intervenire in tempo reale. Non c’è solo il monologo del docente, si può creare un dialogo molto attivo”. Altro aspetto molto positivo individuato da Bennato è la possibilità di invitare ospiti durante le lezioni, abbattendo le complessità di viaggi e trasferte e naturalmente azzerando i costi. Inoltre, spiega il docente, quasi tutte le piattaforme di gestione della Dad hanno strumenti per arricchire l’esperienza: lavagne virtuali, sondaggi in tempo reale, condivisione di video e contenuti in tempo reale. “Ovviamente però – riconosce Bennato – il grosso limite della Dad è la socializzazione: quello che manca è la presenza fisica degli studenti e la possibilità di coinvolgerli in lavori di gruppo”. La Dad però offre dei vantaggi innegabili, come ad esempio, la possibilità di “fruire delle lezioni in modo asincrono”. In sostanza la lezione viene registrata e lo studente può guardarla quando e dove vuole, ma anche rivederla e soffermarsi su certi passaggi. Fatto molto importante per certe categorie di studenti, come lavoratori e fuori sede. Didattica in presenza e didattica a distanza hanno entrambe criticità e vantaggi, due modalità, dice Bennato “che da mio punto di vista non ha senso contrapporre. Sta al docente valorizzare i pro e contenere i contro di ciascuna soluzione”. La formazione dei docenti nell’uso delle piattaforme è un altro dei fattori critici della Dad. Non tutti i docenti hanno le stesse competenze o la stessa sensibilità verso gli strumenti digitali, quindi andrebbe fatta una formazione specifica destinata proprio ai professori. “Da questo punto di vista l’Università di Catania è stata sempre molto attiva con iniziative di supporto, fin dall’inizio dell’esperienza, l’anno scorso”. Nel futuro Bennato vede l’integrazione tra didattica a distanza e didattica a presenza, “l’Università non potrà mai diventare una realtà solo online, la presenza degli studenti è fondamentale e lo resterà. Io comincio davvero a sentire la mancanza fisica dei miei studenti, non vedo l’ora che questa pandemia finisca”.