Nuove assunzioni nella Pa per gestire i fondi Ue. ‘Graziati’ i Comuni in dissesto

Ai Comuni della Sicilia servono centinaia di assunzionidi personale specializzato per attuare le politiche di coesione. Fuori dal burocratese,pernon perdere miliardi di finanziamenti europei. Per la prima volta dopo molti anni potranno effettuarle, pagandole con risorse prima europee e poi nazionali, grazie a una norma per losblocco delle assunzioni nella Painserita nelDecreto legge 124/2023, meglio noto come Decreto Sud.“Una novità molto positiva, perché permette di rafforzare la capacità amministrativa degli Enti, anche di quelli in dissesto e in pre-dissesto”, spiega aFocuSiciliaMario Alvano,segretario di Anci Sicilia, l’associazione che riunisce i Comuni dell’Isola. Proprio Anci, nei giorni scorsi, ha dedicato un incontro al tema, definendo le nuove assunzioni “unpassaggio estremamente importanteper la Sicilia”. Nelle stesse ore, Uil ha lanciato l’allarme sul rischio direstituire all’Ue circa due miliardi. Per evitarlo serve proprio “un intervento serio perdotare la Pa delle figure professionalinecessarie per seguire i progetti”, dicono dal sindacato. Leggi anche –Fondi europei, alla Sicilia 6,6 miliardi dal Fsc. “Somma più alta in Italia” L’opportunità per farlo, come detto, è contenuta in unanorma del Decreto Sud.Precisamente nell’articolo 19, che prevede assunzioni a tempo indeterminato per promuovere “il rafforzamento della capacità amministrativa” nel Mezzogiorno. Oltre alla Sicilia, infatti, sono coinvolte le regioniBasilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sardegna,con le rispettive Città metropolitane, Province e Comuni. A essere assunti, tramite concorso pubblico, sarannocomplessivamente 2.200 funzionari. Di essi, 1.674 andranno a rafforzare il personale di Comuni e Unioni di Comuni, 250 le Regioni, 135 le Province e 70 le Città Metropolitane. I rimanenti 71 funzionari andranno invece a incrementare il personale delDipartimento per le Politiche di Coesionedella Presidenza del Consiglio. Gli enti interessati a partecipare al Piano straordinario di assunzioni dovranno presentaredomanda dalle ore 12 di giovedì 30 novembre 2023 e fino alle ore 12 di martedì 30 gennaio 2024,attraverso l’appositaPiattaforma nazionale. Leggi anche –Fondi strutturali europei, Sicilia “a singhiozzo”: tra le ultime regioni in Italia Quanti funzionari servano alla Sicilia, secondo Alvano, è difficile dire. “Gli uffici comunali preposti allagestione delle Politiche di coesionesono soprattutto due, laRagioneriae l’Ufficio tecnico.In Sicilia sono fortemente carenti, con dirigenti che mancano o fanno la spola tra l’uno e l’altro, o che a volte sono semplicemente ‘in prestito’ da altri uffici”. Questa situazione riguarda pressochétutti i 391 Comuni dell’Isola,dunque secondo il segretario di Anci “è presumibile che servanodiverse centinaia di assunzioni, anche se non sappiamo quante ne arriveranno attraverso questo Piano. E ricordiamo chetutte le piante organiche andrebbero rafforzate,non solo gli uffici citati”. La cosa importante, secondo il dirigente, è che sulle assunzioni si sia invertita la rotta. “In questi anni nei Comuni c’è stata unasituazione di grande sofferenza,a causa degli organici ridotti e delle risorse sempre più modeste”. Da qui l’apprezzamento per lanorma inserita nel Decreto Sud, “in particolare per la possibilità dicoinvolgere, a partire dal 2024, anche i Comuni in dissesto“. Leggi anche –Fondi Ue 2014-20: a un anno dal termine, la Sicilia deve spenderne il 43% Una scelta definita da Anci Sicilia“fortemente innovativa”,e che permetterà anche aiComuni in difficoltà economichedi assumere funzionari “nonchéproject manager, esperti legali, informatici ed esperti settoriali,con l’obiettivo di migliorare le capacità progettuali, gestionali e organizzative”. Anche il tema del finanziamento, secondo Amenta, ha degli aspetti positivi. I costi, come detto, verranno coperti dapprima attraverso ilProgramma nazionale “Capacità per la coesione 2021-2027“,finanziato con risorse europee. “Dopo il 2030 il finanziamento passerà ai fondi nazionali. La novità è che quindinon peseranno sulle spalle dei Comuni,che come sappiamo hanno finanze abbastanza limitate”. Per il segretario di Ancinon si tratta della panacea a tutte le difficoltà della Pa siciliana,ma di un passo avanti molto significativo. “Da anni chiedevamo un intervento di questo tipo, e finalmente è arrivato.Speriamo che norme simili vengano varateanche dalla Regione siciliana, per aiutarci ancora di più”, conclude Alvano.