“Nuove” Province in Sicilia, probabili le elezioni entro quest’anno

“Nuove” Province in Sicilia, probabili le elezioni entro quest’anno

Leelezioniper le “nuove”Province in Siciliasi fanno sempre più vicine. Isiciliani potrebbero essere chiamatigià entro l’anno al voto per eleggeregli organi politicidei nuovi enti. La nuova legge di riordino degli “enti di area vasta”, ovvero le Città metropolitane e i Liberi Consorzi comunali, potrebbe infattivedere la luce subito dopo l’estate. Inoltre, il testo conterrà al suo interno la data della prima consultazione elettorale: non si esclude possa essere fissataentro la fine del 2023o, se i tempi dovessero allungarsi,a marzo o aprile 2024. Ne dà notizia a FocuSiciliaIgnazio Abbate, deputato regionale e presidente della prima Commissione (Affari istituzionali) dell’Assemblea regionale siciliana, dove è in corso l’esame del disegno di legge 319-97 varato dallagiunta regionale il 3 marzo scorsoe che disciplinafunzioni, organi di governo e sistema elettoraledi province e Città metropolitane. I lavori sono in fase avanzata, il termine per presentare emendamenti è scaduto ed “entro i primi giorni di agosto, pensiamo prima della chiusura estiva, quindi prima del cinque agosto – ipotizza Abbate – potrà essere esitato dalla Commissione”. Leggi anche –Province, il ritorno delle ex: ma la nuova legge rischia l’illegittimità Il testo del disegno di legge dovrà fare ancheun passaggio tecnico in quarta commissione (Bilancio)e poi potrà essere approvato definitivamente dalla prima commissione. Subito dopo,sarà incardinato dall’Aula per l’esame e il voto finale, “che si prevede possano avvenire già a settembre, alla ripresa dei lavori”, prosegue il presidente della commissione. Quanto alla data delle elezioni delle Province, questa “sarà inserita nel testo, o in quello esitato dalla commissione Affari istituzionali, con un emendamento finale che potrei presentare io stesso in quanto presidente, o direttamente durante la discussione da parte dell’Aula”, aggiunge Abbate.Le ipotesi al momento restano due: o il voto entro la fine dell’anno o, se non si dovesse trovare la quadra politica, in primavera 2024, tra marzo e aprile. Perché le cose vadano per il verso giusto, la legge regionale dovrà“allinearsi” alla nuova legge nazionaleche riordinerà le Province in tutta Italia. Al momento il disegno di legge analogo a quello siciliano èin discussione in Senatoe dovrà proprio sostituire l’attuale “Legge Delrio” sui Liberi consorzi di Comuni, dichiarata incostituzionale con sentenza 240/2021 della Consulta. Leggi anche –‘Nuove’ Province: tornano i politici, spesa di 11 milioni di euro l’anno L’auspicio è che questa riforma delle Provincecammini con lo stesso passosul piano sia regionale che nazionale. Per questo la politica siciliana sta procedendo in accordo con i palazzi romani, dai quali pare sia stato ottenuto unasorta di informale “via libera”per procedere e completare l’iter del disegno di legge regionale. L’obiettivo è arrivare alle due leggi, quella regionale e quella nazionale,in tempi simili e condue testi che siano sostanzialmente coerenti tra loro, in modo da evitare o limitare la possibilità diimpugnativedella legge regionale da parte del governo nazionale. Tra l’altro, arrivare il prima possibile alla legge regionale sulle Province e quindi al voto è unanecessità non più rinviabile. Lo ha imposto infatti la recentissima sentenza (n. 136/2023) della Corte costituzionale, che ha intimato alla Regione Siciliana diprocedere subito al voto di secondo livello(che coinvolge, cioè, solo i sindaci e i consiglieri comunali e che è stato rinviato ben 11 volte in otto anni) nelle Città metropolitane e nei Liberi consorzi attualmente esistenti. L’assessore regionale alle Autonomie locali,Andrea Messina,pensa invece che il problema si risolverà una volta varatala nuova legge: allora,tutti i siciliani potranno andare al votoper eleggere le nuove Province. Leggi anche –Ripristino Province, Falcone: “Nessun problema su copertura finanziaria” Secondo il disegno di legge,le Province saranno nove. Le tre Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina e gli altri sei attuali “Liberi consorzi comunali” che verranno ridenominati ‘Province’.Gli organi istituzionalidelle Città metropolitane saranno il presidente, la Giunta metropolitana e il Consiglio metropolitano, mentre per i Liberi consorzi la guida sarà affidata apresidente della Provincia, Giunta provinciale e Consiglio provinciale. Avranno le tipiche funzioni delle vecchie Province regionali e gli organi elettivi saranno il presidente della Provincia e il Consiglio provinciale. Ilsistema elettoraleprevede lo sbarramento del cinque per cento, le quote di genere e altre regole già affermate nei sistemi elettorali dei Comuni e della Regione. Lefigure politichesaranno dimensionate secondo la popolazione residente: ci saranno 246consiglieriprovinciali, 61assessorie naturalmente novepresidenti. Quanto costeranno i 316 nuovi politici? La nuova spesa stimata è di11 milioni di euroogni anno.