Nuovo codice della crisi d’impresa. Prevenire per evitare il fallimento

Nuovo codice della crisi d’impresa.  Prevenire per evitare il fallimento

Ilnuovo Codice della Crisi d’impresa e dell’insolvenzasarà efficace inSicilia? La sua entrata in vigore la scorsa estate ha portato con sé unarivoluzione significativa. Le nuove norme hanno un obiettivo duplice: individuare fin dai primi segnali la condizione didifficoltà finanziariaall’interno dell’azienda, cercando dilimitare i danni.Contemporaneamente preservare leattività imprenditoriali meritevoli, cioè le realtà che per varie ragioni attraversano un periodo di difficoltà potenzialmente temporaneo. Una delleprincipali innovazioniintrodotte è lapercezione della crisi come un fenomeno “strutturale”nella vita d’impresa. Il termine “fallimento” viene formalmente sostituito da “liquidazione giudiziale“, mentre per legge il focus si sposta dall’imprenditore alla totalità dell’azienda. InSiciliail nuovo Codice della crisi interviene in un contesto molto debole.Oltre il 20 per cento delle imprese di quattro province(Catania,Messina,SiracusaeCaltanissetta)convive con il rischio default.Difficile capire oggi come il nuovoconflitto Arabo-israelianopossa pesare sui bilanci a livello economico, anche se un segnale potrebbe essere arrivato in queste ore dall’Algeria. Da principale fornitore di gas naturale all’Italia, lo stato africano ha dichiarato di condannare con forza “le politiche e le pratiche” diIsraele. L’Algeria fornisce l’Italia attraverso il gasdottoTransmed, che ha sbocco in Sicilia. Italia ed Algeria sembrano star maturando ufficialmente posizioni diverse sul nuovo conflitto in Medio Oriente. “Il nuovo codice della crisi di impresa aspira esattamente a mettere in stretta correlazione i soggetti economici e tutte le istituzioni private e pubbliche che in qualche modo sono coinvolte nell’intercettare la situazione di crisi aziendale”. A spiegarlo è ilpresidente della sezione procedure concorsuali del tribunale di Cataniaed exmembro del Consiglio superiore della magistratura,Mariano Sciacca. “In conformità con quanto previsto dalle direttive europee, il nucleo fondamentale che caratterizza la riforma del codice è infatti la preventiva individuazione delle situazioni diforte difficoltà economica finanziaria, ancora in unafase reversibile. Da qui il compito di accompagnare le aziende con adeguati interventi, evitando la liquidazione giudiziale”. “Se si vuole individuare il punto qualificante del nuovo codice della crisi di impresa, credo vada fatto guardando all’obbligo per parte di tutte le società di dotarsi diadeguati assetti organizzativi interni– ha analizzato il magistrato catanese -. Intendo organi estrumenti di rilevazionedell’andamento economico utili adintercettare i segni di crisi e di insolvenza. L’adeguatezza di questi standard rappresenta chiaramente una sfida anche per i professionisti, per igiuristi di impresae idottori commercialisti, ancor prima che lo stato di crisi raggiunga uno stadio tale da dover portare le carte in tribunale”. Leggi anche –Regione, dopo sei anni torna la Commissione contro la crisi d’impresa “Alla luce delle nuove previsioni, ilpassaggio sicuramente più complicatoda gestire è proprio quello di creare unreticolo di fiducia intorno all’impresa in difficoltà. Se supportata dai professionisti di diritto e di economia aziendale, l’azienda deve poter contare su unauscita soft dallo stato di crisi– ha evidenziato Mariano Sciacca -. I professionisti catanesi, quindi avvocati, dottori commercialisti e consulenti del lavoro, hanno mostrato sin dall’entrata in vigore del nuovo codice una grande sensibilità e hanno pienamente raccolto ilguanto di sfida dell’allerta preventivae della sensibilizzazione del ceto imprenditoriale. Chiaramente si tratta di un percorso particolarmente lungo e complesso che richiede una piena e coerente collaborazione tra gli ordini professionali, il tribunale e tutti gli altri enti pubblici coinvolti dalla riforma”. “Bisogna ricordare come l’intervento del tribunale, previsto dal nuovo codice della crisi in modo diversificato fino all’extrema ratiodella liquidazione giudiziale, sia comunque di tipo finale. Avviene quando i percorsi preventivi dicomposizione negoziatadella crisi non hanno sortito l’effetto sperato. Concludo osservando che proprio questa sfida deve essere raccolta attraverso unasinergia istituzionale quotidianae un impegno sulla formazione dei professionisti al nuovo codice di impresa che sia all’altezza della sfida stessa. In tal senso, recentemente l’Università di Catania, insieme alTribunale di Cataniae agli ordini degli Avvocati e dei Commercialisti ed esperti contabili, ha presentato il primo corso per professionisti specializzati nell’affrontare le nuove sfide legate al Codice della Crisi d’Impresa e rispondere alle linee-guida dettate dalla Scuola Superiore della Magistratura”.