Occupazione in caduta libera. Persi 381 mila lavoratori da febbraio
Ottantaquattromila lavoratori in meno rispetto ad aprile. Lo afferma Istat nel suo ultimo report sull’occupazione in tutto il territorio italiano. Il dato, seppur provvisorio, testimonia secondo l’Istituto di statistica il proseguire delle conseguenze del lockdown voluto dal governo per limitare gli effetti della pandemia di Covid-19. Confrontando il trimestre marzo-maggio 2020 con quello precedente (dicembre 2019 – febbraio 2020), l’occupazione risulta in evidente calo: meno 1,6 per cento, pari a 381 mila occupati in meno. E rispetto a maggio 2019 gli occupati in meno sono 613 mila. Leggi anche –Disoccupazione ai minimi dal 2011. Ma c’è poco da festeggiare Il calo in percentuale rispetto ad aprile segna un meno 0,4 per cento, e coinvolge soprattutto le donne, per le quali c’è un calo dello 0,7 per cento contro lo 0,1 degli uomini, pari rispettivamente a meno 65 mila e meno 19 mila. I lavoratori in meno sono quasi tutti dipendenti (meno 0,5 per cento, pari a 90 mila lavoratori in meno) e under 50, ma il dato è controbilanciato parzialmente dall’aumento degli indipendenti e gli ultracinquantenni. E nel complesso il tasso di occupazione scende al 57,6 per cento, ovvero meno 0,2 punti percentuali. Leggi anche –Covid e neolaureati. Peggio al Sud e per le donne La perdita di posti di lavoro porta un aumento nel tasso di disoccupazione, che risale al 7,8 per cento. Sono 1,2 punti di differenza rispetto ad aprile, e tra i giovani l’aumento tocca i 2 punti percentuali, arrivando al 23,5. Ma si tratta, paradossalmente, di un segnale di ripresa: l’aumento, secondo Istat, è da imputare alla forte diminuzione della quota di inattivi, in calo del 1,6 per cento, pari a meno 229 mila unità. Le donne diminuiscono in modo più marcato, con l’1,7 per cento (pari a 158 mila unità), mentre l’inattività cala dell’1,3 per cento tra gli uomini (pari a meno 71mila), con conseguente calo del tasso di inattività che si attesta al 37,3 per cento, ovvero un calo di 0,6 punti. Aumenta quindi anche il numero di persone in cerca di una occupazione, del 18,9 per cento, pari a 307 mila unità. Si rileva maggiormente tra le donne (31,3 per cento pari a più 227 mila unità), rispetto agli uomini (più 8,8 per cento, 80 mila) e coinvolge tutte le classi di età. Leggi anche –Istat, occupazione record. Il dramma dei giovani inattivi Ma se i numeri rispetto al mese precedente parlano di una ritrovata attività di ricerca, quelli su base annuale mostrano un calo massiccio, con un tasso di occupazione in calo di 1,5 punti su maggio 2019. Nell’arco dei dodici mesi calano in misura consistente le persone in cerca di lavoro: sono 669 mila in meno, il 25,7 per cento. Nell’arco della valutazione annuale aumentano quindi gli inattivi tra i 15 e i 64 anni: più 8,7 per cento, pari a 1 milione e 140 mila. Il calo congiunturale dell’occupazione determina una flessione rilevante anche rispetto al mese di maggio 2019 (meno 2,6 per cento pari a 613 mila occupati), che coinvolge entrambe le componenti di genere, i dipendenti temporanei (meno 592 mila), gli autonomi (meno 204 mila) e tutte le classi d’età. Le uniche eccezioni risultano essere gli over 50 e i dipendenti permanenti (più 183mila).