Olio evo, in Sicilia meno 80%
I ristoranti chiusi si portano dietro la crisi di un altro importante settore in Sicilia: il comparto olivicolo. E, secondo Coldiretti, la perdita è già arrivata al 80 per cento. Secondo la confederazione di agricoltori si tratta di una conseguenza della fase 1, con “l’aumento di piatti preparati in casa di scarsa qualità”. Abitudini alimentari modificate quindi, che hanno anche portato un aumento nella domanda “di olio comunitari di qualità inferiore” In Sicilia per il 2020 si preannuncia una annata con olive di ottima qualità, ma “un olio extravergine non può mai competere con l’offerta commerciale a 2 euro e 99 centesimi, in questo modo si determina la crisi profonda dei produttori”, fa sapere Coldiretti. Il comparto olivicolo dell’Isola è uno dei più importanti d’Italia con una produzione che nel 2019 ha raggiunto circa 35 mila tonnellate. “Bisogna diffidare del low cost perché quello venduto pochi euro non può essere un vero extravergine – conclude Coldiretti Sicilia – e per questo affidarsi ai produttori anche nei mercati Campagna Amica può contribuire ad evitare di compiere errori”.