Olio, vino e agrumi Dop, Sicilia “regina” delle eccellenze: ma la siccità colpisce

Olio, vino e agrumi Dop, Sicilia “regina” delle eccellenze: ma la siccità colpisce

Nel 2022 laSiciliaera leader inItalianella produzione diprodotti agricoli a marchio riconosciuto,con una crescita di oltre l’11% dei produttori rispetto all’anno precedente (dati Istat). Suiprodotti alimentariin generale, l’Isola registrava una crescita di oltre il quattro per cento su base decennale, il migliore dato in Italia. Tutto questo, però, avveniva prima dellasiccità che da mesi colpisce la Siciliae che, secondo i dati della Regione, ha causato “un danno alla produzione del 60% sui legumi, del 70% sui cereali e dell’80% sulle foraggere”, arrivando a “segnalazioni didanno pari al 100 per cento“. I danni sonocalcolati in centinaia di milionidi euro. Una situazione che colpisce anche e soprattutto i prodotti con marchioDop(Denominazione di origine protetta),Igt(Indicazione geografica tipica) eSgt(Specialità tradizionale garantita), su cui la Sicilia erain forte crescita.Ma a essere danneggiato è tutto ilMezzogiorno, che nel 2022 ospitava oltre il 41% dei marchi d’originein Italia.Bisogneràattendere i prossimi mesiper sapere in quale misura. Leggi anche –Siccità: l’agricoltura in Sicilia chiede le acque depurate, ma vanno mare Scendendo nel dettaglio, iproduttori dei marchinel 2022 si concentravano “tra il Sud (14,4%) e leIsole(27,1%), il 19,4% nella solaSardegna“. Quanto alle aziende dellatrasformazione, invece, “il 40,4% opera invece nelNorddel Paese”, segno di un’industria che nelMezzogiornofatica ancora ad affermarsi. A fornire i numeri è l’ultimo rapporto sulla produzioneDop, Igt e Sgt dell’Inps,che come detto si riferisce al 2022. A livello nazionale, scrive l’Istituto nazionale di statistica,“i produttori nell’agroalimentare di qualità sono circa 81.400, in lieve aumento rispetto al 2021 (più 0,4%)”, ma crescono anche altri comparti, “in particolare quello dellecarni fresche“. Tra i Paesi dell’Unione europea “l’Italia mantiene ilprimato per riconoscimenti nel cibo“, risultato dovuto anche “allacrescita del Mezzogiorno“. Inoltre il Belpaese è in testa per quantità di eccellenze riconosciute dall’Ue, ben 319. SeguonoFrancia(262 eccellenze) eSpagna(205). Insieme al clima e al patrimonio storico e culturale, insomma, l’enogastronomia si confermauno dei migliori biglietti da visita. Leggi anche –Depurazione, in Sicilia 22 cantieri aperti e 13 finiti. Fatuzzo: basta sprechi Nell’interaUnione europeaiprodotti di qualitàsono poco meno di 1.500, in crescita rispetto ai poco più di mille del 2012. L’Italiain particolare “segna una crescita del 28,6% (da 248 a 319)”, con una presenza che si rafforza “crescendo di dimensione nelpanorama internazionale“. Alcuni settori ottengono ottimi risultati, “tra cui “ortofrutta e cereali,con un incremento, in termini assoluti, di23 nuove denominazioni.E quelli dei formaggi e degliolii extravergine di oliva,con l’ingresso, rispettivamente, di 11 e sei nuovi marchi di qualità”. Dall’analisi dei dati emergeun Paese spaccato,ma per una volta al contrario. Infatti nel Nord “sono in flessione i produttori del settore lattiero-caseario, della preparazione dicarni e olii extravergine di oliva“. Al contrario nelSudnelleIsole“si registrano segni positivi in tutti i settori, mentre nelCentrola variazione è negativa per lapreparazione di carni e oli“. Nel 2012 la situazione era opposta, con solo “l’8,4% dei produttori nel Sud e il 20,8% nelleIsole, mentre nelNordera presente il 46,6% deitrasformatori“. Leggi anche –In Sicilia dighe vuote: come e quali. Cercasi acqua per salvare l’agricoltura Per gli esperti dell’Inps idati del 2022indicano che “si sta assistendo a unacrescita di produttorioperanti nella filiera di qualità nellearee meridionali del Paesee, in misura minore, di trasformatori”. La Sicilia, come detto, “spingeva” in particolare sul settoreortofrutticolo e cerealicolo,senza dimenticare il grande potenziale dell’olio. “La tradizioneolivicola-olearia,oltre ad essere particolarmente presente inToscana, contraddistingue anche alcune regioni delMezzogiornotra cui, in particolare, laPugliae laSicilia(il 32,7% dei produttori del settore si ripartisce tra queste due regioni)”, si legge nel rapporto dell’Istituto nazionale di statistica.Le eccellenze del settore, aggiungono gli autori del documento, “sonoToscano, Terra di Bari e Sicilia,da cui la forte connotazione territoriale che il settore assume in questi territori in termini diincidenza di olivicoltori“. Uncomparto in crescita,insomma, che però come detto deve fare i conti con la siccità che negli ultimi mesi ha colpito la Sicilia, affossandogran parte dell’agricoltura.