Luca Cammarata, 48 anni, è l’imprenditore agricolo che ha portato in Sicilia l’Oscar Green Coldiretti per la categoria “Noi per il Sociale”. Lo ha fatto con Orto Matto, un progetto che ha coinvolto disabili psichici assistiti dall’Asp 2 e minori stranieri non accompagnati, messi a contatto con la terra, la natura, la biodiversità dei terreni di Mimiani. Luca condivide questo successo con il fratello Daniele, un anno più giovane, avvocato e responsabile dell’associazione Tam Tam Onlus di San Cataldo, uno dei partner di Orto Matto. I due fratelli hanno dimostrato che piantare un seme porta frutto anche fuori dalla terra.
Sui terreni confiscati
Orto Matto è un progetto nato grazie alla collaborazione dell’Asp 2 di Caltanissetta, Coldiretti, l’associazione Real Dream di San Cataldo e l’Azienda Agricola Cammarata. La passione per la terra e l’allevamento ha portato Luca a rinunciare al posto fisso e a darsi anima e corpo all’allevamento di capre, suini, galline e mucche, alla trasformazione e vendita di prodotti caseari, alla produzione da seminativi e olio. Quest’ultimo prodotto proviene da 300 ettari di una proprietà confiscata alla mafia. L’azienda funziona grazie a cinque persone, tra cui Luca, in prima linea, più stagionali chiamati durante i raccolti. Il fatturato 2019 è stato di 300 mila euro, per il 90 per cento realizzato con vendita diretta (di cui il 45 per cento attraverso i mercati Campagna Amica) e il 10 per cento con la vendita di prodotti caseari alla Gdo. “I fratelli Arena acquistano il nostro yogurt bianco di capra e ora sono interessati anche al latte”, spiega Cammarata. “La grande distribuzione sta approcciando le piccole produzioni. Noi siamo piccoli, ci sentiamo piccoli e la Gdo ci fa paura, ma con un po’ di sacrificio da parte di tutti, possiamo fare cose buone, continuando a propendere per la qualità e lavorando solo latte di animali allevati al pascolo, con tutto ciò che questo comporta”. Sì, perché quando d’inverno fa freddo, si produce meno latte. Accade il contrario d’estate, ma questo la grande distribuzione non lo considera. L’intensa fatica dei campi e gli ostacoli economici legati all’essere un piccolo imprenditore non hanno però fatto dimenticare a Luca Cammarata il suo “dovere” verso gli altri.
“Il nostro fatturato emotivo”
Il progetto, autofinanziato, ha portato nei campi sei disabili psichici più due minori non accompagnati extracomunitari. Insieme hanno coltivato melanzane, zucche, peperoni in quello che un tempo era noto come il giardino del Barone, una parte del terreno dell’azienda confiscata e affittata da Cammarata. I ragazzi hanno poi rivenduto i prodotti nei mercati Campagna Amica di Coldiretti. “I costi principali del progetto sono legati al trasporto (sostenuto dall’Asp di Caltanissetta) e alle piantine (comprate da Tam Tam e da Real Dream)”, spiega Davide Cammarata. Una volta venduti i frutti del loro lavoro, il ricavato veniva impiegato in momenti conviviali gestiti, dall’inizio alla fine, conto compreso, dai ragazzi. “Abbiamo aperto una porta”, dice Luca Cammarata.
Presente e futuro di Orto Matto
Il progetto Orto Matto è iniziato nel 2018. Da allora i ragazzi hanno partecipato a otto mercati Campagna Amica a San Cataldo, ricavando tra i 50 e i 60 euro a giornata, per un totale di 500 euro. Piccole cifre, è vero, ma per Luca Cammarata è un “fatturato emotivo”. “In questo format – spiega Davide – è fondamentale l’attivazione (o riattivazione, in alcuni casi) delle conoscenze agricole nei soggetti, cioè insegnare a piantumare quando non lo avevano mai fatto, a raccogliere. Inoltre, è interessante vederli relazionarsi con il pubblico del mercato, non da pazienti, ma da persone”. Quello che si è concluso ora è un progetto pilota, che porta a casa un riconoscimento importante, che aumenta di riflesso anche la visibilità dell’azienda agricola Cammarata. “Vogliamo strutturare Orto Matto in modo più compiuto e strutturato dal punto di vista economico”, aggiunge Davide. Nel prossimo futuro i ragazzi torneranno all’opera sui 117 ettari di terra dell’azienda agricola Trabona, confiscata alla mafia e ora data in concessione dal comune di Caltanissetta. “Ora si farà sul serio. Oltre al laboratorio con gli ospedalizzati, si punta a trasformare i ragazzi in soggetti economici attivi, con tanto di busta paga”.