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Palermo, nel 2020 traffico da primato mondiale. Il Comune: “Bene lo sharing”

Secondo il portale Inrix il capoluogo siciliano risulta tra le 25 città più congestionate al mondo: peggio della megalopoli San Paolo in Brasile. Intanto l'amministrazione rivendica i risultati ottenuti sulla mobilità sostenibile

A Palermo il problema è il traffico. Non è la battuta di un celebre film di Benigni, ma la fotografia scattata dal “Global Traffic Scorecard” del portale specializzato Inrix. Nel 2020 il capoluogo siciliano è stato il secondo centro più congestionato in Italia, con una media di 64 ore l’anno trascorse in coda dai residenti. Numeri che non impediscono all’amministrazione cittadina di vantare risultati in tema di mobilità sostenibile. Secondo l’Osservatorio nazionale sulla “sharing mobility”, infatti, l’anno scorso Palermo ha superato i valori medi del 2019 per la condivisione di auto, scooter e biciclette, alle quali si aggiungono i monopattini sempre più utilizzati, e spesso criticati. “Un evidente cambio culturale”, secondo il sindaco Leoluca Orlando, sposato dai palermitani ma anche “da tantissimi turisti che a livello internazionale riconoscono l’efficienza e l’importanza di una mobilità sostenibile”. Eppure la strada per decongestionare il traffico cittadino sembra ancora lunga.

Palermo peggio di San Paolo

Il report Inrix ha valutato oltre mille città divise tra 50 Paesi nel mondo. Nel 2020 Palermo è risultata 24esima a livello globale, facendo peggio di San Paolo, megalopoli da 12 milioni di abitanti in Brasile. Con 52 ore annue di coda, il centro sudamericano si posiziona infatti al 25esimo posto. La classifica, precisa il report, risente del calo degli spostamenti in auto determinato dal lockdown, adottato da molti Paesi nella primavera 2020 per contenere la pandemia. Nel 2019 San Paolo, con 152 ore trascorse in coda, era la quinta città più trafficata del mondo. L’anno scorso è scesa sotto Palermo, che malgrado il fermo automobilistico dovuto al Covid è riuscita a scalare una sola posizione. Nella classifica 2019 era infatti al 23esimo posto, con 137 ore annue di coda per i suoi residenti.

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Tre siciliane in “classifica”

Lo studio scende nel dettaglio delle nazioni. Il posto più alto del podio italiano spetta a Roma, con una media di 66 ore annue trascorse in coda. La capitale si posiziona al 18esimo posto mondiale. Palermo, come detto, è seconda, mentre la medaglia di bronzo va a Torino, dove gli abitanti hanno trascorso nel traffico una media di 47 ore l’anno. Bisogna andare al nono posto per trovare Trapani, dove le ore annue trascorse in coda sono state 37, il 41 per cento in meno rispetto al 2019. Al 20esimo posto si trova invece Caltanissetta, con una media di 24 ore annue trascorse in coda per ciascun residente. Anche in questo caso il lockdown ha inciso positivamente sul dato, con una riduzione del 54 per cento. Tra le 50 città italiane valutate dal portale, non figurano altre siciliane. Non entrano nella classifica delle più trafficate Catania, Ragusa, Siracusa, Enna, Agrigento e Messina.

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La situazione delle aree metropolitane

Spostandosi a osservare le aree metropolitane, Palermo si posiziona al 14esimo posto globale, con una media di 64 ore l’anno di traffico per i residenti. Il palermitano si lascia alle spalle aree urbane del calibro di Bruxelles e Berlino. L’anno precedente, senza le restrizioni dettate dal Covid, l’area urbana era ottava nel mondo per congestionamento. Numeri più alti per Roma, che con la sua area metropolitana si attesta all’11esimo posto globale, con 66 ore annue di coda per cittadino. Nel 2020 era addirittura la prima a livello mondiale per traffico. Tra le informazioni contenute nel report, anche la velocità media di percorrenza nel centro cittadino. In questo caso i dati sono più omogenei. La velocità media a Palermo è di 11 chilometri l’ora, mentre a Trapani si sale a 15 chilometri. A Caltanissetta, infine, la velocità stimata per un tragitto in centro è di 17 chilometri orari.

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I benefici del lockdown secondo Arpa

A confermare l’impatto della pandemia sulle performance delle città siciliane sono i dati dell’Arpa, Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. Nella primavera 2020 l’abbattimento nelle emissioni di ossido di azoto ha raggiunto il 60 per cento a Palermo e il 35 per cento a Trapani. Le chiusure anti-Covid, si legge in una relazione dell’agenzia dedicata al lockdown, “hanno determinato una forte diminuzione delle emissioni derivanti dal traffico veicolare”, con una cospicua riduzione “delle concentrazioni degli inquinanti legati direttamente al traffico, ovvero NOx (ossidi di azoto, ndr) e benzene”. Tuttavia queste sostanze hanno continuato ad essere prodotte dall’industria pesante. Per questo la stazione di rilevamento di Augusta, che monitora gli impianti del siracusano, “rileva dei picchi di benzene anche nel periodo in cui sono state adottate le misure più restrittive”.

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Scarsi effetti sul particolato

Tornando al traffico, Arpa sottolinea come esso non incida allo stesso modo su tutte le emissioni. Il particolato (le cosiddette “polveri sottili” presenti nell’aria) “dipende solo per il 10 per cento dal traffico stradale, come media regionale”. La riduzione registrata nel 2020, che in alcune stazioni arriva a toccare il 20 per cento, “non può essere esclusivamente correlata alla riduzione del traffico stradale”. Per quanto riguarda le aree metropolitane più importanti dell’isola, “il contributo del trasporto stradale sulle emissioni di particolato fine risulta ridotto rispetto a quanto già riportato per gli ossidi di azoto anche se per il comune di Palermo e il comune di Catania esso raggiunge circa il 25 per cento e 20 per cento rispettivamente sulle emissioni di PM10, (le particelle di diametro aerodinamico inferiore o uguale ai dieci micron, ndr)”.

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Valerio Musumeci
Valerio Musumeci
Valerio Musumeci, giornalista e autore. Nel 2015 ha esordito con il pamphlet storico-politico "Cornutissima semmai. Controcanto della Sicilia buttanissima", Circolo Poudhron, con prefazione della scrittrice Vania Lucia Gaito, inserito nella bibliografia del laboratorio “Paesaggi delle mafie” dell'Università degli Studi di Catania. Nel 2017, per lo stesso editore, ha curato un saggio sul berlusconismo all'interno del volume "L'Italia tradita. Storia del Belpaese dal miracolo al declino", con prefazione dell'economista Nino Galloni. Nel 2021 ha pubblicato il suo primo romanzo, "Agata rubata", Bonfirraro Editore.

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