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Parchi acquatici: si nuota tra timida ripresa, ottimismo e scenari incerti

"Rafforzare la resilienza aziendale" è l'obiettivo di Francesco Russello, titolare di Etnaland e vice presidente dell'Associazione parchi permanenti italiani. Le quattro strutture siciliane hanno raggiunto 700 mila visitatori durante l'estate 2022 e le previsioni sono rosee

Muovono più di 700 mila visitatori i quattro parchi di divertimenti della Sicilia e i numeri potrebbero crescere nel giro di pochi mesi, in base alle aspettative della nuova stagione estiva che è alle porte. “Abbiamo iniziato con un aprile splendido e le previsioni nazionali del traffico incoming, quindi gli arrivi turistici, così come le prenotazioni dell’aeroporto di Catania e degli alberghi sono molto confortanti, più che rosee”, sostiene Francesco Russello, titolare di Etnaland e vice presidente dell’Associazione nazionale parchi permanenti. Nel corso della stagione 2022, Etnaland, apprezzata struttura tra le più grandi d’Europa, situata a Belpasso (Catania), ha superato i 400 mila visitatori, tra i 240 mila del parco acquatico e i 170 mila del parco tematico, provenienti da 74 nazioni del mondo. “Abbiamo resistito alla chiusura per Covid del 2020, sostenendo tutti i nostri impiegati perché potessero lavorare, abbiamo affrontato una stagione 2021 che è durata 45 giorni perché lo Stato ci ha tenuti chiusi, ora facciamo i conti con la guerra russo-ucraina, con i rincari energetici e con uno scenario internazionale del tutto imprevedibile. Tutto questo deve spingerci verso una direzione precisa: rafforzare la resilienza aziendale”, sottolinea Russello, riferendosi alla capacità di sopravvivere alle criticità e affrontare i cambiamenti.

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L’estate 2022 non è bastata per riprendersi

L’estate 2022 non è bastata per riprendersi, “ma ci ha aiutato tantissimo”, riconosce Russello, che specifica però come al momento “i grandi investimenti, quelli che superano i quattro-cinque milioni di euro per dotare il parco di ulteriori grandi attrazioni e servizi, sono in stand-by. Nonostante siano stati anni di crisi nera, abbiamo comunque continuato a investire, seppure in misura minore, nel 2020, 2021 e 2022 e stiamo preparando nuovi investimenti per il 2023-24. Noi e i nostri colleghi di tutta Italia dobbiamo capire qual è la situazione internazionale, perché il quadro politico è molto complesso e assolutamente incerto. A osservare quanto avviene tra Russia e Ucraina e anche nei rapporti tra Cina e Stati Uniti, emergono moltissime criticità che non ci possono lasciare sicuri per il futuro”, ammette il titolare di Etnaland, per il quale “è difficile programmare e non c’è uno scenario sereno almeno per i prossimi due o tre anni”. Motivo per cui bisogna cercare di ritrovarsi meno esposti a nuove intemperie finanziarie. “Quando la Bce alza i tassi Euribor quasi al 3,5 – ricorda Russello – questo si ribalta sui tassi passivi e sono interessi che l’azienda deve pagare. Per questo stiamo cercando di chiudere completamente tutti i nostri mutui con le banche”.

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Bolletta della luce: da 700 mila a 2,1 milioni di euro

Il rincaro dei costi energetici ha inciso notevolmente sui costi di gestione di un parco come Etnaland: “Ad agosto scorso – racconta Russello – abbiamo visto salire del 950 per cento il costo del megawatt: da 56 euro fissi a 530 euro. In un mese abbiamo pagato più di quanto avevamo pagato in tutto il 2019. La bolletta di Etnaland nei sei mesi di attività estiva era di 700 mila euro circa, quest’anno saranno 2,1 milioni di euro. Non possiamo certo ribaltarli sul prezzo del biglietto aggiungendo dieci euro a persona”. L’azienda ha comunque provveduto con un proprio parco fotovoltaico da poco meno di un megawatt, “il massimo consentito per poterlo mettere subito a terra. Entro qualche mese penso possa entrare in funzione”, dice Russello. Si è trattato di un investimento da più di un milione di euro, con costi che saranno ammortizzati negli anni e che rientra nella politica aziendale per diventare totalmente green. L’attuale fornitore elettrico garantisce energia per il 50 per cento proveniente da fonti rinnovabili, con il nuovo impianto solare Etnaland avrà energia pulita per un altro 45-47 per cento”.

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Gli altri tre parchi siciliani muovono 300 mila ingressi

Sono quattro in totale i parchi acquatici in Sicilia. Etnaland è la struttura più grande, paragonabile in Europa ad altre come Siam Park di Tenerife, l’isoletta spagnola dove si può contare però su un clima ottimale tutto l’anno. Etnaland ha una percentuale di visita, rispetto ai flussi turistici, che si avvicina all’otto-nove per cento, un dato molto alto se si considera che Gardaland, che rappresenta il miglior ‘caso’ italiano, raggiunge il 12 per cento. Le altre tre strutture siciliane sono l’Aretusa Park di Melilli (Siracusa), l’Acquapark Conte di Sommatino (Caltanissetta) e l’ultimo nato, Scivolandia, a Cammarata, vicino Agrigento. Ce ne sarebbe una quinta, Ericelandia Splash, a Trapani, “per il momento chiusa per problemi nella gestione”, dice il vice presidente dell’Associazione dei parchi permanenti, che spiega come, escludendo Etnaland, “globalmente i tre parchi minori insieme muovono circa 300 mila ingressi, lavorano molto bene a livello locale e creano un punto di attrazione in giro per la Sicilia”. Le tre realtà si sono strette all’Associazione nazionale “con volontà di fare – prosegue Russello – perché mentre prima eravamo tutti abituati a lavorare da soli, con il Covid abbiamo tutti imparato a fare squadra, ad aiutarci vicendevolmente nell’affrontare le incertezze che si sono presentate in questi ultimi anni. Per mestiere e vocazione non sono mai pessimista. Siamo consapevoli di lavorare in una terra ostile, ma splendida. Ci crediamo e andiamo avanti”.

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Agostino Laudani
Agostino Laudani
Giornalista professionista, nato a Milano ma siciliano da sempre, ho una laurea in Scienze della comunicazione e sono specializzato in infografica. Sono stato redattore in un quotidiano economico regionale e ho curato la comunicazione di aziende, enti pubblici e gruppi parlamentari. Scegliere con accuratezza, prima di scrivere, dovrebbe essere la sfida di ogni buon giornalista.

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