Sono cresciuti a 887 mila i lavoratori delle partecipate pubbliche attive in industria e servizi in Italia, un aumento del 4,7 per cento. Ma non in Sicilia. Nell’isola secondo gli ultimi dati Istat riferiti al 2018 le partecipate delle amministrazioni locali, ovvero la Regione siciliana e i comuni – con in testa Palermo, Catania e Messina -, sono i primi grandi datori di lavoro tra le società di capitali, ma il numero totale di lavoratori delle 241 partecipate dell’isola si ferma a 20 mila e 41. Rispetto al 2017 le imprese con quote societarie partecipate da pubbliche amministrazioni o da gruppi pubblici hanno quindi perso circa 2 mila addetti. L’istituto di statistica registra anche una aumento del numero di partecipate rispetto alle 233 del 2017. Ma a livello nazionale la tendenza è opposta: se aumentano gli addetti, ma diminuiscono le società del 3,6 per cento, portandosi a un totale di 6 mila e 85 imprese attive, un conteggio dal quale restano escluse mille e 600 tra imprese agricole, le no profit e istituzioni pubbliche.
In Sicilia meno addetti del piccolo Friuli
La Sicilia resta comunque all’ottavo posto nazionale per numero di addetti, con i primi posti occupati dalle grandi regioni del Centro e del Nord Italia. In testa il Lazio, sede delle maggiori aziende a partecipazione statale, che conta 403 mila addetti per 602 imprese, quasi la metà del totale. Subito dopo la Lombardia, regione più popolosa d’Italia con oltre 10 milioni di abitanti, che impiega oltre 102 mila lavoratori divisi tra mille partecipate: il numero di addetti è cresciuto di 20 mila unità. A seguire Piemonte (77 mila lavoratori in 377 società), Toscana (50 mila in 498 imprese), Veneto (poco meno di 50 mila per 475), Emilia-Romagna (48 mila in 563). Sesto posto per il Friuli-Venezia Giulia: nonostante una popolazione di un milione e 200 mila, pari ai residenti nella provincia di Palermo, conta ben 22 mila e 809 addetti, più di Campania (settima regione con 22 mila e 500 addetti) e della Sicilia.