Pesca illegale: la Sicilia domina, la mafia brinda. 324mila tonnellate sequestrate

In Sicilia, nel 2023, sono state sequestrate oltre 324 mila tonnellate diprodotti ittici. Il dato più alto in Italia, per la maggior parte“pesce, caviale, salmone, pesce spada, tonno rosso, oloturie”(247 mila tonnellate) ma anche“datteri, crostacei e molluschi”(74 mila tonnellate) e“novellame”(tremila tonnellate). Sono i dati dell’ultimo report “Mare monstrum” di Legambiente. La pesca illegale è diffusa in tutta Italia, ma in particolare “nelle regioni atradizionale presenza mafiosa,Campania, Puglia, Calabria e Sicilia“, segno che la criminalità organizzata è interessata al business. A livello nazionale il quantitativo di pesce sequestrato è di “oltre 935,5 tonnellate, quasi 2.563 chilogrammi al giorno, con le prime tre regioni (Sicilia, Campania e Veneto) che coprono oltre il 76%”. Il problemanon è solo la pesca di frodo.Secondo laCommissione europeaanche quella autorizzata, spesso, non rispetta le regole. Per questo, lo scorso anno, Bruxelles ha comunicato all’Italia “lamessa in moraper il mancato adempimento degliobblighi per le catture“. Leggi anche –Pescatori contro l’Europa che chiede telecamere a bordo e controlli digitali Se la Sicilia è prima perpesce sequestratoin termini assoluti, le cose cambiano considerando ilrapporto tra sequestri e chilometri di costa.In questo caso è ilVenetoa guidare la classifica, con una media di 821 chilogrammi sequestrati per ciascuno dei suoi 159 chilometri di costa. Seguono laCampania(551 kg per 470 km di costa) e l’Emilia Romagna(311 per 131 km di costa). LaSiciliaè soltanto quarta, con 218 chilogrammi sequestrati per quasi1.500 chilometri di costa.Alcune aree del Paese, scrivono gli autori, mostrano dati molto bassi. “Saltano agli occhi regioni con importanti tratti costieri e numeri diprodotti ittici sequestratimolto al di sotto la media nazionale. Colpiscono, in particolare, i numeri “inesistenti” per laSardegnae molto bassi perCalabriaeLazio“. Complessivamente, in Italia, la media è di quasi 127 chilogrammi sequestrati per 7.300 chilometri di costa. Si arriva così al totale di 935 mila tonnellate, per maggior partepesce(644 tonnellate), ma anchefrutti di mare(279 mila) enovellame(11 mila). Leggi anche –Pescare rischiando la vita. Acque internazionali insicure, settore in crisi Legambientescende nel dettaglio deireati connessi alla pesca illegale.“Analizzando tutti gli illeciti,sia penali che amministrativi,in termini assoluti la Sicilia guida la classifica, con 1.872 infrazioni”. Le altre regioni più interessate sono “Puglia(1.264),Lazio(824) eLiguria(809)”, ma i tecnici fanno notare che “nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Sicilia, Puglia, Campania e Calabria) è stato accertato il 44,7% degli illeciti complessivi”. Se si guarda soltanto agliilleciti penaliin testa c’è sempre laSicilia, “con 853 reati, con una crescita del 29,2% rispetto al 2022, e 853 persone denunciate (più 24,5%)”. SeguonoPuglia(604 reati, più 16,8% sul 2022),Liguria(396, in flessione del meno 11,6%), Calabria (336, con un incremento del più 28,2%), eToscana(320 illeciti penali, più 14,7%). Nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, osservano nuovamente gliautori della ricerca,“l’incidenza dei reati è pari al 47,5% del totale nazionale”. Segno che, come detto, lacriminalità organizzatanon è indifferente all’affare. Leggi anche –Pesca in Sicilia:climate changee inquinamento minacciano la marineria La Sicilia, infine, è maglia nera anche per quanto riguarda gliilleciti amministrativi.Sono oltre mille quelli censiti nell’Isola nel 2023. Nettamente staccate le altre regioni, “Puglia(660),Lazio(562),Calabria(461) eToscana(427 illeciti)”. I numeri sono più alti rispetto a quelli dei reati, ma anche in questo caso “l’incidenza nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa è del 42,6%”, piùbasso ma comunque significativo.Complessivamente gliilleciti amministrativirelativi alla pesca registrati in Italia sono stati “ben 5.719, per una media nazionale di poco superiore a 0,7 illeciti per km di costa, contro gli 0,6 reati per km”. Ma rispetto all’anno precedentec’è stato un calo,“meno 41,7% degli illeciti amministrativi denunciati rispetto al 2022”. Un dato che secondo Legambiente “rappresenta unaseria spia d’allarme,che dovrebbe far riflettere su come le attuali armi normative siano palesemente spuntate per un’efficace ed efficiente azione dideterrenza, prevenzione e contrastoda parte diforze di polizia, Capitanerie di Porto e magistratura“.