Pescatori contro l’Europa che chiede telecamere a bordo e controlli digitali

Dopo la“ferma” obbligatoriae lalimitazione dello strascico,l’ultima richiesta dell’UE – l’Unione europea – ai pescatori degli Stati membri, dunque anche a quelli italiani e siciliani, è di avere le telecamere a bordo dei pescherecci. Più precisamente“sistemi di monitoraggio elettronico a distanza, compresa la televisione a circuito chiuso”, da installare “al più tardi quattro anni dopo l’entrata in vigore della legislazione”. Obiettivo della disposizione,“registrare e dichiarare le catture in modo digitalizzato”,in modo da “raccogliere dati più precisi anche per consentire una migliore gestione delle risorse marine”. Si tratta dellenuove norme sulla pescaapprovate pochi giorni fa dalParlamento Ue.Sul piede di guerra leassociazioni della pesca,che chiedono a Roma di intervenire. Trovando la porta aperta, almeno a parole. “Non è possibile vedere le nostre marinerie messe a rischio da regole che poco hanno a che fare con lasostenibilità ambientalee molto con l’insostenibilità economica“, ha detto il ministro dell’Agricoltura e della pesca Francesco Lollobrigida dopo il voto di Bruxelles. Leggi anche –Pesca in Sicilia: “climate change” e inquinamento minacciano la marineria Lenuove regolemodificano le attuali norme europee suicontrolli sulla pesca.Una revisione complessiva della materia fu proposta dalla Commissione nel lontano 2018, “per modernizzare e semplificare le regole di monitoraggio e per garantire il rispetto dellaPolitica Comune della Pesca (PCP)“. L’iter di approvazione è tutt’altro che concluso. Dopo il via libera dell’Eurocamera, la proposta dovrà essereadottata dal Consiglio europeo,ed entrerà ufficialmente in vigore venti giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Da Bruxelles precisano che le misure “sarannoattuate gradualmente,dando agli Stati membri e alle flotte pescherecce il tempo necessario per adattarsi”. Come detto “le flotte di piccole dimensioni avrannoquattro anni peradeguarsi ainuovi requisiti“, mentre “alcune imbarcazioni di piccole dimensioni potranno essere esentate fino al 2030”. Conti alla mano, avrannosei anniper mettersi in regola invece diquattro. Leggi anche –Pesca a strascico. Ue: inquinante e dannosa. Da vietare in aree protette Una differenza non da poco, considerando gli interventi richiesti. Come detto, la normativa prevede che“tutti i pescherecci dell’Ue,senza eccezioni, dovranno registrare edichiarare le proprie catturein modo digitalizzato“. Le telecamere serviranno a garantire l’obbligo di scarico, “che prevede che tutti pescatori sbarchino tutte le catture”, con una“tolleranza”tra pesce pescato e realmentescaricato del 10 per cento.Inoltre dovranno essere resi disponibili “i giornali di pesca, le dichiarazioni di trasbordo e di sbarco” anche se ipeschereccisotto i 12 metri“potranno presentare una dichiarazione semplificata al termine della giornata, una volta giunti in porto e prima dello sbarco”. Le nuove regole varranno anche per la pesca a scopi ricreativi. Anche i semplici amatori, infatti, “dovranno dichiarare le cattureattraverso sistemi elettronici“. Infine vengono affrontate le disparità delle sanzioni in Ue. Si prevede “che sia il valore dei prodotti della pesca catturati a definireil livello minimo delle ammendeapplicate in caso di grave violazione delle norme”. Leggi anche –Pesca, paradosso Sicilia: prima in Italia, “ma il 70% è prodotto estero” A scagliarsi contro le nuove regole, come detto, sono leassociazioni di categoria.“Parliamo di obblighi che nella migliore delle ipotesi sono inutili. Nella peggiore delle ipotesi dannosi”, diceToni Scilla,dirigente diAgripesca Sicilia,già assessore regionale all’Agricoltura e alla Pesca nel governo Musumeci. “L’obbligo di sbarco è già previsto, come anche le sanzioni per chi non rispetta le regole. Le nuove norme rischiano di creare soltanto disagi alla categoria, oltre a porre problemi oggettivi di privacy, nel caso delle telecamere”, aggiunge l’ex assessore. Sulla stessa lineaNino Accetta,presidente diFedagripesca Sicilia, aderente a Confcooperative.“Stiamo leggendo bene il regolamento, visto che si tratta di diverse centinaia di pagine. Ciò che emerge al momento sononuovi obblighi totalmente inutili”,spiega. Il settore della pesca “dovrebbe essere sostenuto, non affossato con nuove regole”, considerando anche che ipescatori“sono i primi ad avere interesse a rispettare il mare e la natura, visto che rappresenta la lorofonte di sostentamento“.