I Piani urbani integrati potrebbero tornare all’interno del Pnrr. L’esclusione dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza dei fondi dedicati a migliorare le periferie delle Città Metropolitane era stata presa dal governo questa estate con una maxi-revisione degli investimenti concessi dal programma basato sullo strumento finanziario denominato dall’Unione europea NextGenerationEU, concepito per il rilancio economico dopo la pandemia da Covid-19. La notizia del ritorno dei fondi è stata data da Anci, l’Associazione nazionale dei comuni, per voce del presidente Antonio Decaro, sindaco di Bari, al termine dell’ultima riunione della cabina di regia dei fondi tra i sindaci delle Città metropolitane e Raffaele Fitto ministro per gli Affari Europei, le Politiche di Coesione e il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. Ma avverrà ad una condizione, ovvero “se le Città metropolitane saranno in grado di garantire il rispetto delle scadenze previste”, ha dichiarato Decaro.
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In Sicilia a rischio opere per mezzo miliardo
Per la Sicilia si tratta di un totale di quasi 500 milioni di euro, divisi tra le tre città metropolitane di Palermo (198 milioni), Catania (185 milioni di euro) e Messina (132 milioni). Secondo le scadenze del Piano, tutte le opere dovranno essere completate entro il giugno 2026. Per il segretario di Anci Sicilia Mario Emanuele Alvano il ritorno del finanziamento dei Pui in seno al Pnrr “è certamente una buona notizia. Parliamo ovviamente di risorse importanti e con un impatto fondamentale per azioni di rigenerazione urbana. Quel che serve alle città, serve al Paese”. Se avverrà, e con quali modalità e oneri per i Comuni, “non è un dato acquisito, si riserva una valutazione successiva”, spiega Alvano.
Chi paga in caso di ritardi? La norma che non c'è
Il punto in sospeso è stato spiegato da Decaro: il ministero sta valutando di adottare una norma "che introduce l’obbligo di coprire con fondi propri progetti eventualmente non completati in tempo e quindi non finanziati dall’Europa". Un punto sul quale il presidente Anci rassicura: "Il ministro Fitto ha ovviamente garantito che questa norma varrà per tutti i soggetti attuatori del Pnrr e non solo per gli amministratori comunali”. Tempistiche per le quali, avendo le città metropolitane completato già questa estate la progettazione definitiva, secondo Decaro potrebbero essere rispettate. “Tutti i sindaci – ha aggiunto Decaro – hanno confermato che, come risulta anche dalle verifiche dell’Anci, non ci sono ritardi, i progetti stanno procedendo nei tempi stabiliti e dunque rimarranno sotto la copertura del Pnrr".
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Alvano: "Servono certezze, e pluriennali"
I progetti Pui, anche se con una eventuale, e ormai improbabile, conferma di esclusione dal Pnrr, dovrebbero comunque restare in capo alla progettazione europea. La rassicurazione sulla realizzazione delle opere era arrivata sia da parte del governo nazionale che da parte di alcuni sindaci, come quello di Catania Enrico Trantino. Il rischio, visti i tempi stretti per il completamento delle opere, è quello legato a un complesso iter amministrativo che cambia a seconda del Fondo utilizzato. Iter che comprendono soprattutto "difficoltà di allineamento e caricamento nelle banche dati", come spiega Alvano. Operazioni complesse, di cui le amministrazioni locali devono farsi carico con organici fortemente ridotti. Ma "se c’è una possibilità di scelta tra diversi fondi - prosegue - questa non è certo la situazione peggiore in cui un’amministrazione può trovarsi, ma attenzione, è chiaro che un cambio crea disagio per l’ente. Modificando le fonti di finanziamento si genera un impatto anche sugli strumenti di programmazione e sul complesso sistema di programmazione gestionale degli enti. L’optimum sarebbe sempre avere delle certezze e mantenerle, aggiungerei per un arco di tempo pluriennale", conclude il segretario di Anci Sicilia.