Impianti chimici, un polo petrolchimico, una raffineria, un’area portuale, presenza di amianto e discariche. I 178 mila abitanti di Augusta, Melilli, Priolo Gargallo e Siracusa continuano a pagare il prezzo della “diffusa contaminazione di sostanze pericolose” nel polo industriale e il sesto Rapporto Sentieri (Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento) – realizzato tra gli altri da ministero della Sanità, Istituto superiore di Sanità e Consiglio nazionale delle ricerche – lo certifica ampiamente. Sin dai primi anni Duemila “sono stati riscontrati eccessi di patologie specifiche che riconoscono tra i fattori di rischio l’esposizione a sostanze presenti nel sito e considerate contaminanti prioritari”. Una di queste esposizioni è quella verso l’amianto, “vista la presenza nel comune di Siracusa di un’industria di manufatti di cemento-amianto, attiva dal 1955 al 1991”, oltre a porti e impianti petrolchimici. L’eccesso di incidenza di mesoteliomi in questo territorio è riportata già nel Rapporto Sentieri del 2016: quella all’amianto veniva accertata, tra le modalità di esposizione, nel 73 per cento dei casi. L’ultima analisi riscontra poi eccessi di mortalità per mesoteliomi totali e pleurici e per tumore polmonare tra uomini e donne, per asbestosi invece nella sola popolazione maschile.

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Prostata, testicolo, mammella, tiroide, polmoni
L’esposizione a contaminanti presenti nel sito ha prodotto eccessi di tumore della mammella, una tipologia comunque associata “con impianti petrolchimici e discariche e in particolare con le diossine e i policrolobifenili”, si legge nel report. Mortalità in eccesso vengono registrate poi per il tumore della prostata (127 casi) e del testicolo (tre casi), per quello della tiroide tra i maschi (56 casi) e tra le femmine (140 casi), mentre in quest’ultimo caso risultava in difetto nel periodo di osservazione precedente, tra il 2006 e il 2013. Eccessi di ospedalizzazione vengono poi segnalati, per entrambi i generi, per nefrite, sindrome nefrosica e nefrosi, malattie dell’apparato urinario la cui insorgenza si ipotizza possa essere ricondotta alla presenza nel sito di contaminanti che hanno un effetto nefrotossico, come i metalli pesanti e i solventi. C’è inoltre un eccesso di mortalità e di ospedalizzazione per malattie polmonari acute, in entrambi i generi: infezioni acute delle vie respiratorie già osservate nel periodo 2006-2013. “L’esposizione all’inquinamento atmosferico – precisa il report – è riconosciuto come uno dei fattori di rischio per queste patologie e l’esposizione a sostanze volatili emesse dalle attività industriali può aver giocato un ruolo”. Sono stati inoltre registrati 347 casi di anomalie congenite, sui 13.600 nati tra il 2011 e il 2019: 255 casi ogni diecimila nati, un dato molto simile a quello regionale, tranne per la presenza di anomalie congenite dei genitali, superiore all’atteso.

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Sorveglianza sanitaria per gli ex operai
Nel sito di Priolo è attualmente in corso un’attività di sorveglianza sanitaria per gli ex lavoratori della fabbrica del cemento-amianto di Siracusa. Questo in forza del Piano straordinario di interventi sanitari nelle aree a rischio ambientale della Sicilia, attivato dalla Regione nel 2014 e che prevede diverse linee di intervento sui territori. Una misura “particolarmente appropriata, un esempio virtuoso”, secondo Sentieri che ne raccomanda l’implementazione. La sorveglianza si estende anche alle popolazioni residenti, con studi epidemiologici analitici coordinati dal dipartimento regionale Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico e tra gli obiettivi c’è anche quello di razionalizzare l’offerta territoriale diagnostica e assistenziale, con screening oncologici e promozione di corretti stili di vita, coinvolgendo strutture sanitarie e popolazioni. L’integrazione con le strutture che hanno competenze in campo ambientale e il rafforzamento della comunicazione con le istituzioni sono i due elementi che Sentieri suggerisce per dare maggiore efficacia al Piano.
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Opere di bonifica non ancora al 20 per cento
Priolo, la più estesa area inquinata della Sicilia, è tra i quattro Sin dell’Isola (Siti di interesse nazionale, gli altri tre sono Gela, Milazzo e Biancavilla) e la perimetrazione delle aree, nel 2000, ha delimitato 5.814 ettari a terra e 10.185 ettari a mare tra raffinerie e cementerie, discariche di rifiuti, stabilimenti ex Eternit e l’area umida delle Saline. Le acque di falda sotto gli impianti sono contaminate dagli idrocarburi pesanti e leggeri e “la contaminazione dei suoli è sostanzialmente simile a quella della falda”, secondo il ministero dell’Ambiente. L’accordo di programma per la messa in sicurezza risale al 2000. Le fasi di progettazione degli interventi hanno raggiunto una fase avanzata: il 72 per cento per i terreni e il 52 per cento per la falda acquifera. Le opere vere e proprie, invece, secondo gli ultimi dati disponibili di giugno 2022, sono state completate per il 17 per cento delle aree interessate, sia per i terreni (circa 1.100 ettari) che per la falda.