Pnrr e beni confiscati, tolti 300 milioni. Fillea Catania: “E i progetti pronti?”
Dallarimodulazione del Pnrrannunciata dal governo nazionale guidato daGiorgia Melonispartiscono anche “300 milioni di euroda destinare alla valorizzazione deibeni confiscati alla mafia“. E ora “Catania si ritrova in mano niente. Serve sapere che fine faranno i progetti che erano stati studiati a vantaggio del nostro territorio”. A intervenire sulla cancellazione delle misure del Pnrr dedicate alla valorizzazione dei beni confiscati alle mafie, compresi dunque quelli nel territorio etneo, è il segretario generale dellaFillea Cgildi Catania, Vincenzo Cubito, che nei mesi scorsi insieme aCgil, Arci Catania, I Siciliani giovanie ad altre associazioni, aveva curato una grande campagna pubblica affinché gli immobili sottratti alla mafia venissero riqualificati e destinati al bene comune. Leggi anche –Pnrr: con la revisione addio a progetti su territorio ed energia. Cosa cambia “Attendiamo subito risposteaffinché il lavoro svolto dagli enti locali pernon depauperarequeste storiche occasioni non venga perduto. Vorremmo saperequali progetti salterannodel tutto e quali potranno essere inseriti in nuove linee di finanziamento. Anche latempisticaè importante. Ci chiediamo poi dove finiranno quei soldi che in un primo momento erano stati destinati ai beni confiscati e quali saranno icontrolli e le previsioni di crescita(negli ultimi decenni mai rispettate) formulate sui paventati benefici fiscali e semplificazioni per le nuove imprese”, scrivono le associazioni. Domande e dubbi di non poco conto, che per il sindacato degli edili in verità riguardano anche gli altri settori interessati dai tagli al Pnrr. Vengono infatti menoun miliardo e 287 milioniper la gestione delrischio di alluvionee per la riduzione delrischio idrogeologico, i60 milioniper lavalorizzazione del territorioe l’efficienza energetica, i 330 milioni per investimenti in progetti di rigenerazione urbana volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale finendo per i due miliardi 493 milioni deipiani urbani integrati, definiti “fondamentali per rivoluzionare la faccia delle nostre città – conclude Cubito – rendendole a misura d’uomo, meno energivore, più verdi oltre che sicure”.