Pnrr, ‘Sicilia penultima sui finanziamenti pro-capite tra le regioni Sud’. I dati Cgil

Sulla spesa pro-capite degliinvestimenti del PnrrlaSiciliaè la “cenerentola” d’Italia, classificandosi appenapenultima(dati 2023 di Bankitalia) tra le otto regioni meridionali: sono i numeri diffusi daCgil Sicilia,che cita l’audizione del docente universitarioGianfranco ViestiallaCommissione bilancio della Camera dei deputati.Male gli investimenti in istruzione con 257 euro pro-capite di stanziamenti (623 euro alMolise, 439 aCalabriaeAbruzzo, per fare due esempi). Bassi anche quelli per la rete ferroviaria, 592 euro (terzultima regione) e per le politiche di coesione territoriale, 72 euro come perCalabriaePuglia(fanalino di coda, in questo caso, laSardegna). Anche per il turismo, con 55 euro pro capite, la Sicilia si colloca penultima tra le regioni del sud. Solo 78 euro a testa (penultima regione) vengono inoltre stanziati per le infrastrutture digitali (317 per laCalabria, 195 per laBasilicata). “È la conferma”, dicono il segretario generale del sindacato,Alfio Manninoe il segretario confederale regionaleFrancesco Lucchesi, “della scarsa attenzione del governo Meloni alla Sicilia con ilbeneplacet del governo Schifani”. I due esponenti della Cgil rilevano che “non ci sono spiegazioni plausibili per lescelte del governo,considerando che incidono su settori dove nell’isola si scontano pesanti criticità. La situazione della rete ferroviaria è nota, con persistere dibinario unico per lunghe trattee mancanza di alta velocità. Altrettanto quella dell’istruzione, con strutture insufficienti,basse percentuali di tempo pieno e alte di abbandoni.Per non parlare del welfare o delle strutture sanitarie che vedono anch’esse investimenti pro capiteinferiori a quasi tutte le regioni meridionali”. Mannino e Lucchesi ricordano “le pesanti sforbiciate in fase diriprogrammazione dei fondi europei sulle linee ferroviarie Palermo-Catania e Catania-Messina,pur in presenta di progettazione esecutiva”. “Come rilevammo al momento dei tagli”, sottolineano Mannino e Lucchesi, “l’operato del governo nazionale èinaccettabile. Ma lo è altrettanto quello del governo regionale che non ha messo in campo nessuna iniziativa di contrasto a tagli ingiustificabili, per ilsuperamento delle criticità insite ai bandie nella progettazione dei comuni, aderendo a tal punto alle politiche nazionali da dire pure sì alprogetto sull’autonomia differenziata”. Per la Cgil “un’occasione così importante per ilriequilibrio territorialerischia così di andare perduta. Ci piacerebbe pure sapere”, aggiungono Mannino e Lucchesi, “se il vincolo del 40% di destinazione alle regioni del Mezzogiorno delle risorse allocabili è stato rispettato.La sensazione è che da Roma si punti decisamente a sganciare il Mezzogiorno“, concludono. In questo disegno laSicilia, visto anche la mancanza di interesse per le sue sorti da parte del governo regionale,rischia di andare alla deriva”.