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Ponte sullo Stretto, il video del Wall Street Journal sulla “sfida incredibile”

L'autorevole quotidiano statunitense dedica un servizio alla costruzione del ponte sospeso più lungo del mondo. Se le sfide ingegneristiche sembrano superate, come spiega in una intervista l'esperto della Columbia University Raimondo Betti, restano dubbi su ambiente e infiltrazioni mafiosi

An incredible challenge“. Così il Wall Street Journal definisce la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina in un breve documentario pubblicato lo scorso 3 novembre. Nel video l’autorevole quotidiano statunitense mette insieme non solo i dati, ovvero quelli del più lungo ponte sospeso al mondo (con 3,5 km circa il doppio dell’attuale detentore del record, il ponte dei Darnanelli in Turchia), che verrà realizzato nelle ipotesi a partire dal 2024 con un costo stimato di 12,7 miliardi di euro, ma anche vantaggi e criticità. Dei primi fa parte la sua funzione: consentirà di “risolvere uno dei principali problemi del Sud Italia collegando 5 milioni di siciliani al continente“, consentendo a un’auto di attraversare le “2,2 miglia di lunghezza” (3,5 chilometri) in dieci minuti. Delle seconde fanno parte le sfide ingegneristiche legate soprattutto al vento, che raggiunge “le 170 miglia all’ora” (273 chilometri orari) alla sismicità.

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La parola all’esperto della Columbia University

Il video, realizzato da Alexandra Larkin e Justin Beltz, ricorda due casi emblematici: quello del “Tacoma Narrows” a Washington, crollato nel 1940 a causa del vento, e soprattutto il devastante terremoto del 1908 da 7,5 gradi della scala Richter, a oggi la più grande tragedia naturale su suolo italiano con circa 80 mila morti tra Messina e Reggio Calabria. A dare risposte su questi due casi celebri è Raimondo Betti, esperto di ponti sospesi della Columbia University e in passato consulente per il ponte di Messina: a dare stabilità saranno le immense torri da 350 metri. E la lunghezza stessa del ponte, che come ricorda Betti sposta la sfida del ponte più lungo del mondo “di oltre un chilometro”, sarà il principale detterrente contro le oscillazioni sismiche. Un particolare illustrato nel video con un semplice foglio di balsa.

Raimondo Betti: il problema principale è il vento

La sfida maggiore è però, secondo Betti, quella del vento, per il quale è stata prevista una forma specifica e unica, chiamata non a caso “Messina type deck“, somiglianti a “un’ala d’aereo”. La tecnica verrà applicato in corsie separate per le auto nei due sensi e per i treni. Accorgimenti che dovrebbero non solo consentire la stabilità della struttura, ma anche il passaggio di seimila auto al giorno e 200 treni. E resistere a “uragani di categoria 5”. Il servizio del Wall Street Journal conclude la sua disamina anche accennando all’impatto ambientale, “con un numero elevato di uccelli migratori che potrebbero scontrarsi con il ponte”, e soprattutto a quello delle infiltrazioni mafiose. La mafia “potrebbe influenzare i contratti di costruzione gonfiando i costi e aumentando i rischi”. Per la realizzazione, conclude il servizio, “manca ancora un decennio”.

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Leandro Perrotta
Leandro Perrotta
Catanese, mai lasciata la vista dell'Etna dal 1984. Dal 2006 scrivo della cronaca cittadina. Sono presidente del Comitato Librino attivo, nella città satellite dove sono cresciuto.

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