Ponte sullo Stretto: meno soldi dallo Stato. Pagano di più Sicilia e Calabria

LaRegionesicilianasi era “smarcata” già il 6 dicembre comunicando unaprobabile riduzione al ribasso dello stanziamento regionale per il Ponte sullo Stretto. Aveva stabilito un totale di un miliardo di euro di compartecipazione. Anche ilgovernoora punta adalleggerireglioneriannunciando quattro modifiche allaManovra di Bilancio. Tra queste un emendamento riguarda la rimodulazione delle somme da utilizzare per costruire il collegamento tra Sicilia e Calabria. Mantenendo l’importo complessivo di11,6 miliardi, l’esecutivo ha deciso diridurre l’onere a carico dello Stato di 2,3 miliardi. La riassegnazione delle risorse avverrà principalmente attraverso la disponibilità delFondo di sviluppo e coesione 2021-2027e la Sicilia in parte è sorpresa. “La decisione governativa per cui la quota di compartecipazione della Regione Siciliana debba essere invece di 1,3 miliardi di euro non è mai stata condivisa dall’esecutivo regionale”, comunica Palazzo D’Orleans. La quota totale rimodulata daiFondo per lo Sviluppo e la Coesioneper Sicilia e Calabria ammonta a 1,6 miliardi. Per consentire l’approvazione entro il 2024 delprogetto definitivoda parte delCipess, il governo ha autorizzato una spesa complessiva di9.312 milioni di euro. Come detto la nuova disposizione prevede unariduzione delle risorse destinate al bilancio dello Stato. Saranno impiegati 607 milioni di euro nel 2024 (anziché 780 milioni), 885 milioni nel 2025 (precedentemente 1.035 milioni). E poi, 1.150 miliardi nel 2026 (rispetto a 1.300 milioni), 440 milioni nel 2027 (invece di 1.780 milioni), 1.885 miliardi nel 2028 (non più 1.380 milioni). Infine, 1.700 miliardi nel 2029, 1.430 miliardi nel 2030, 1.460 miliardi nel 2031 e 260 milioni nel 2032. Con una autorizzazione di spesa di718 milioni di eurosaranno garantite le somme mancanti. Per l’anno 2024 ci sono 70 milioni di euro, 50 milioni di euro per il 2025, 50 milioni di euro per il 2026, 400 milioni di euro per il 2027 e 148 milioni di euro per il 2028. Questo mediante corrispondenteriduzione del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione. Ulteriori1,6 miliardi di euroarriveranno “mediante corrispondenteriduzione risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, e imputata sulle risorse indicate per le RegioniSiciliaeCalabriadalla delibera Cipess”.Questa decisione del Governo ha provocato la presa di posizione di Palazzo D’Orleans. “Il governo regionale della Sicilia ha sempre espresso totale disponibilità verso la realizzazione del Ponte sullo Stretto – si legge nella nota della Presidenza della Regione – e per questo lagiuntasi eraimpegnataa destinare un miliardo di euro di risorse del Fondo di sviluppo e coesione 2021-2027, dandonetempestiva comunicazioneal ministroSalvinicon una nota del 18 ottobre. La decisione governativa per cui laquota di compartecipazione della Regione Siciliana debba essere invece di1,3 miliardi di euronon èmai stata condivisa dall’esecutivoregionale”. In base alla decisione presa dal Governo viene sostanzialmente stabilito che Sicilia e Calabriautilizzerannopropri fondi europeiper la costruzione delPonte. Questa la distribuzione. Nel 2024 (103 milioni), nel 2025 (100 milioni), nel 2026 (100 milioni), nel 2027 (940 milioni) e nel 2028 (357 milioni). L’emendamento prevede anche la stipula di unaccordotra le regioniSicilia,CalabriaeMims. In particolare per individuare lerisorse annuali destinatealla costruzione del Ponte sullo Stretto. A sua volta, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti dovrà presentare unarelazione annualialCipess. Informandolo sulreperimento di ulteriori sommefino all’entrata in esercizio del Ponte di Messina. “L’emendamento alla manovra, approvato dalla Camera, che rimodula i fondi stanziati per il Ponte sullo Stretto, è un vero e proprio scippo” ha spiegato Uil commentando la notizia. “Un tentativo goffo, senza senso e controproducente per il futuro del Mezzogiorno, volto chiaramente a placare gli animi dentro la maggioranza”. Per il segretario federale Santo Biondo, la scelta penalizzerà il Mezzogiorno. Ifondi di coesioneservono, infatti, aridurre il divario socio-economicotra le varieregionidellaComunità Europea.Sicilia e Calabria cederanno parte delle “potenziali” quote per la costruzione del Ponte sullo Stretto.“Di fatto, per la realizzazione di quel progetto faraonico, si sottraggono fondi per lo sviluppo regionale, già destinati alla Calabria e alla Sicilia per altri scopi, che erano necessari a garantire, fra le altre cose, la tenuta dei servizi sociali e l’ammodernamento di altre infrastrutture. Non solo – prosegue il segretario Uil – questa scelta è in netta contraddizione con la stessa logica dell’autonomia differenziata, tanto cara al Governo e che però, guarda caso, non la applica in questa circostanza, avendo deciso di centralizzare la spesa e di eliminare l’autonomia di gestione dei finanziamenti per lo sviluppo di quelle due regioni”