Povertà educativa e Neet: il futuro di molti ragazzi in Italia è compromesso
È indrammatico aumento l’impoverimento culturale delle famiglie italiane. Troppi ibambiniche non hanno la possibilità di leggere un libro, di fare sport, di andare al cinema o di visitare una mostra. Un minore su sette lascia la scuola prima della conclusione del suo ciclo scolastico, con un forte aumento della condizione di“Neet”: i giovani chenon studiano, non lavorano e non sono in formazione. I recenti fatti di cronaca, daPalermo a Caivano, mostrano un’Italia sempre più divisa tra centro e periferie, tra grandi e piccoli centri urbani. Un Paese a due velocità tra Nord e Sud. In Italia sonoquasi 1 milione e 400 milai minori che vivono inpovertà assolutae altri2,2 milioni sono inpovertà relativasecondo gli ultimi datiIstat. Fino al 2005 erano gli anziani la fascia di popolazione con più indigenti. Oggi, invece,al diminuire dell’età aumenta la povertà assoluta. Il23,1 per centodei giovani in Italia tra 15 e 29 anni si trova nella fascia dei cosiddetti “Neet”, acronimo che sta perNot in Employment, Education or Training. Sono ragazzi fuori da ogni percorso di istruzione, lavoro o formazione.L’Italia ha la percentuale più alta dell’Ue,più del doppio di Francia e Germania. Il 12,7 per centodegli studenti abbandona precocemente gli studi (al Sud si arriva al 15 per cento) e non arriva al diploma. Nel 2022Calabria, Campania, SardegnaeSiciliasono sopra la media anche per quanto riguarda la quota di giovani che hanno abbandonato la scuola avendo conseguito solo la licenza media. La media nazionale in questo caso èdel 12,7 per cento, con punte inSicilia del 21,1 per centoe inPuglia del 17,6 per cento, proseguendo conCampania e Calabria al 16,4 per cento e al 14 per cento,i valori più alti sono al Sud rispetto al Centro e al Nord. Va evidenziato che questa situazione colpisce soprattutto ragazze e ragazzi con famiglie più fragili a livello economico, culturale e sociale; affligge soprattutto, come dimostrano i dati, le aree del paese più depresse e più segnate dalle disuguaglianze, come il Sud del Paese, in particolar modo le aree interne e le isole. I“Neet” sono circa 1,7 milioni in Italiae, in un Paese che invecchia come il nostro, questo rappresenta un enorme spreco di capitale umano. Va sottolineato, inoltre, un pericoloso divario di genere: questo fenomeno interessa inmisura maggiore le ragazze con il 20,5 per cento e i residenti al Sud con il 27,9 per cento. Le 9 province dove oltre il 35 per cento dei giovani è “Neet”,secondo l’elaborazione di Openpolis, sono tutte al Sud, con in testaCaltanissettaal 46,3 per cento, seguita daTaranto, Catania, Napoli, Messina, Palermo, Siracusa, Foggia e Catanzaro.