Prezzi alla produzione: male edilizia e alimentari, bene l’industria

L’economia italiana viaggia su binari incerti. I consumatori vedono ancora in aumento i prezzi deigeneri alimentari, con una maggiorazione del cinque per centorispetto al secondo trimestre 2022, ma al tempo stesso beneficiano di alcuni ribassi “collaterali”, come ilcalo del prezzo dell’energia del 40 per centonello stesso periodo di riferimento. Questo perché i costi delle materie prime, dei beni di consumo e dei beni intermedi (usati per produrre altri beni), fluttuano parecchio sul mercato, e i loro cambiamenti non remano tutta dalla stessa parte. A testimoniare queste variazioni è l’indicatore economico dei “prezzi alla produzione” di Istat, che fornisce un’indicazione sullostato dell’inflazione,e riflette quindi gli alti e i bassi dei prezzi. Dal report dell’Istituto di statistica emerge come i prezzi alla produzione dell’’industria e dei servizi di informazione e telecomunicazione sono diminuiti, mentresono cresciutiper le attivitàmanifatturiere, lecostruzionie il settorealimentare. Ma non è tutto. Il report dell’istituto nazionale di statistica conferma anche che, rispetto al secondo trimestre del 2022,i prezzi dei beni di consumo sul mercato interno crescono, ma con un ritmo più lento rispetto al passato.Si è difatti arrivati, da una crescita del 7,3 per cento di giugno, ad un +6,4 per cento attuale. Nel mese di luglio 2023 gliaumenti più marcati fra le attività manifatturiere(rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente) riguardano i settoriindustrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori(+6,8 per cento)e industrie alimentari, bevande e tabacco(+5,0 per cento) sul mercato interno. Sul mercato estero invece vanno particolarmentemale i mezzi di trasporto(+8,1 per cento area non euro). A luglio 2023 i prezzi alla produzione delle costruzioni per“Edifici residenziali e non residenziali”crescono dello 0,8 per cento su base mensile e dell’1,4 per cento su base annua. Il motivo di questi aumenti è dovuto airialzi dei costi della manodopera e delle spese generali.Su base annua, i prezzi accelerano la loro crescita per gli edifici e, dopo i ribassi dei due mesi precedenti, segnano un modesto incremento per le strade. Passando al settore relativo a“Strade e Ferrovie”,dall’Istat rilevano unaumento dei prezzi dello 0,5 per cento rispetto al trimestre precedente e dello 0,2 per cento rispetto al secondo trimetre del 2022. Ad aprile, maggio e giugno di quest’anno,i prezzi alla produzione di serviziaumentano dello 0,4 per cento rispetto al trimestre precedente e del 2,8 per cento su base annua. La crescita in quest’ambito, a detta dell’Istat, è sintesi di due diverse dinamiche: da un lato i rialzi per altre attività deiservizi di informazione e telecomunicazioni fisse,dall’altro i ribassi per iservizi di trasporto aereo merci e di trasporto marittimo.Rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedentegli incrementi più elevati riguardano i servizi di noleggio di autoveicoli(+8,3 per cento) e di magazzinaggio e custodia (+6,5 per cento). Leggi anche –Economia: consumatori pessimisti, redditi disuguali e rischio povertà Nell’ambito dei servizi, gli unici ribassi su base annua si rilevano per iservizi di trasporto marittimo e costiero(-19,5 per cento) e per quellidi telecomunicazione(-6,6 per cento). Rispetto al secondo trimestre 2022 sono invece in calo iprodotti petroliferi raffinati,metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo, prodotti chimici e industria del legno, della carta e stampa. Nel mese di luglio 2023, i prezzi alla produzione dell’industriasegnano un lieve calo rispetto al trimestre precedente dovuto quasi totalmente ai ribassi dei prezzi dei beni intermedi su tutti i mercati. Su base annua, i ribassi aumentano notevolmente perché diminuiscono sensibilmente i prezzi di energia, in primo luogo, e dei beni intermedi sul mercato interno. Difatti sono ancora più marcate le flessioni rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente dei prezzi sul mercato interno perattività estrattive(-60,5 per cento) efornitura di energia elettrica e gas(-39,4 per cento). Leggi anche –L’economia in Sicilia resiste alla crisi: più 3,7% nel 2022. Il report Banca d’Italia