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Pronto soccorso: lunghe attese, pochi medici e pazienti esasperati

Le strutture di emergenza-urgenza gestiscono 21 milioni di accessi l'anno e sono al collasso. Medici e sanitari lavorano sempre più velocemente. Gli accessi da parte dei cittadini sono per l'80 per cento inappropriati e non urgenti. Anaao-Assomed chiede una legge di riforma

Nei Pronto soccorso lunghe attese, pochi medici e pazienti esasperati. Così, il sistema dell’emergenza-urgenza vive un’emergenza nazionale cronica. Apparati che operano sempre sotto pressione, dove si lavora sempre più velocemente e che da tempo sono arrivati al collasso, “nonostante l’abnegazione e la dedizione costanti di tutto il personale”, ha ricordato l’associazione dei medici dirigenti Anaao-Assomed durante un’audizione in commissione Affari sociali della Camera dei deputati. Uno spirito di servizio che però non basta. I Pronto soccorso gestiscono ogni anno almeno 21 milioni di accessi, numeri mai scesi nel corso di sei anni, oltre a tutte le relative prestazioni. Ogni medico visita circa quattromila pazienti l’anno ed eroga prestazioni spesso fuori dalle proprie competenze. Numeri troppo alti che non assicurano agli operatori condizioni di lavoro decenti e ai pazienti la dovuta e accurata assistenza sanitaria.

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Pronto soccorso: si va spesso senza reale urgenza

L’esperienza del cittadino nei Pronto soccorso si trasforma spesso in un incubo. Tuttavia, queste strutture non sempre vengono scelte per via di una reale necessità. “Il ricorso al Pronto soccorso – sottolinea Mirko Schipilliti, coordinatore Commissione nazionale Emergenza-Urgenza di Anaao Assomed – è infatti sempre più sbilanciato verso problematiche ‘minori‘,  a bassa intensità di cura”. Otto accessi su dieci sono inappropriati, non urgenti e i pazienti potrebbero indirizzarsi verso altre figure, come il medico di famiglia, uno specialista o la guardia medica. Il pronto soccorso rappresenta “sempre di più in modo improprio la sede dove poter comunque ottenere ogni tipo di risposta, con una pressante richiesta assistenziale che si riflette anche sull’allungamento dei tempi di attesa e sul sovraffollamento”, osserva Schipilliti.

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Personale sotto stress, violenze e aggressioni

Dal punto di vista del personale medico e sanitario che opera nei Pronto soccorso, gli elementi sfavorevoli sono numerosi. Anaao-Assomed ne ricorda alcuni, a cominciare da uno stress lavoro-correlato che coinvolge fino al 40 per cento degli operatori ed è superiore alle altre categorie in ambito sanitario. L’orario di lavoro è costituito per oltre il 50 per cento da turni notturni e festivi e frequentemente da turni di 12 ore. L’indennità di pronto soccorso che percepiscono i medici è di un euro l’ora, circa cento euro netti al mese. La prevalenza di violenze e aggressioni è elevata, così come il contenzioso medico-legale. La carenza di medici disponibili a lavorare nei Pronto soccorso fa incrementare i carichi di lavoro. Ancora: spazi inadeguati per obsolescenza, inadeguatezza, mancato ammodernamento e sovraffollamento. “Sono stati tagliati 80 mila posti letto negli ultimi dieci anni. La media di posti letti per mille abitanti in Italia è di 3,5 rispetto a una media europea di cinque. In Germania la media supera i sette posti letto per mille abitanti”, ricordano i medici.

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Anaao-Assamed chiede una riforma nazionale

Per tutti questi motivi mancano medici disponibili a lavorare in Pronto soccorso tanto che, come mette in evidenza anche Anaao-Assomed, “i soli incentivi economici, per quanto necessari, sono da soli insufficienti ad attirare nuovi specialisti e specializzandi in un sistema carente sul piano gestionale e di carriera e ad arginare l’attuale emorragia di personale senior”. La bozza di Finanziaria presentata dal governo nazionale prevede tre miliardi di euro in più per la sanità nel 2024. Il ministro Schillaci, in audizione al Senato, ha precisato che la personale sarebbero destinati 2,4 miliardi di euro, l’80 per cento del totale. “Si lasciano ben poche risorse per le altre priorità“, commenta commenta Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. Tra le altre priorità, ci sarebbero anche le strutture e il potenziamento della medicina territoriale e di prossimità, l’incremento dei posti letto, la sostenibilità del sistema ospedaliero, il benessere lavorativo, elementi su cui va fatta “un’azione simultanea”, esorta Schipilliti. Anaao-Assomed ritiene “indispensabile e non più procrastinabile una legge nazionale sul sistema emergenza-urgenza. Un intervento di miglioramento e riforma che rappresenta una priorità assoluta”.

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Agostino Laudani
Agostino Laudani
Giornalista professionista, nato a Milano ma siciliano da sempre, ho una laurea in Scienze della comunicazione e sono specializzato in infografica. Sono stato redattore in un quotidiano economico regionale e ho curato la comunicazione di aziende, enti pubblici e gruppi parlamentari. Scegliere con accuratezza, prima di scrivere, dovrebbe essere la sfida di ogni buon giornalista.

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