Pubblica amministrazione sotto tiro: in Sicilia oltre 8mila reati tra il ’22 e il ’23

Pubblica amministrazione sotto tiro: in Sicilia oltre 8mila reati tra il ’22 e il ’23

Corruzione, concussione, peculato, indebita percezione di contributi pubblici, tanto per citare i reati più noti contro la Pubblica amministrazione, anche in Sicilia. Con cadenza quasi quotidiana, ormai, la cronaca ci restituisce da Nord a Sud il racconto della “cosa pubblica” presa letteralmente d’assalto. Patti scellerati tra politica e mondo imprenditoriale, pubblici ufficialiconniventie protagonisti ditacito consensootolleranzanei confronti di illeciti che causano ingenti danni a ciò che è patrimonio di tutti e che pertanto andrebbe piuttosto difeso, tutelato, preservato. Sono8.235 i reati contro la pubblica amministrazioneregistrati inSiciliatra l’1 luglio 2022 e il 30 giugno 2023 nelle quattro corti d’appello di Palermo, Catania, Messina e Caltanissetta. Il reato è disciplinato dall’art. 318 e successivi del codice penale. La corruzione lede gli interessi del pubblico, quindi la collettività. Ecco perché la medesima pena è prevista sia per ilcorrottoche per ilcorruttore. Una precisazione va fatta. I dati che emergono dalle relazioni dei presidenti delle corti d’appello siciliane non si riferiscono alle condanne effettive ma ai delitti registrati nell’anno giudiziario 2022-2023. Dunque si tratta di numeri che ci forniscono certamente informazioni utili sull’andamento di certi fenomeni criminosi ma che vanno analizzati con una certa prudenza, esattamente come gli elementi che emergono dalle tanteinchieste giudiziarie“a tema” attualmente in corso, anche in Sicilia, e che puntano a fare chiarezza su presunti illeciti commessi proprio a danno della Pa. Leggi anche –Cgil Sicilia su arresti per corruzione. Mannino: “Intreccio tra politica e affari” Tante le inchieste in corso di reati contro la Pubblica amministrazione in Sicilia. L’ultima in ordine di tempo che riguarda la Sicilia implica l’attualeassessore regionale alla Salute, Giovanna Volo. Lei si dice tranquilla, i reati contestati riguardano la sua attività precedente al ruolo di assessore e l’accusa ècorruzione al Policlinico di Messina. Sempre guardando alla cronaca più recente, inoltre, è un fatto la sospensione per un anno dai pubblici uffici, per presunta corruzione aggravata, delvicepresidente della Regione siciliana,Luca Sammartino, coinvolto in una inchiesta coordinata dalla procura di Catania e che ha prodotto una ordinanza di misura cautelare nei confronti di 11 esponenti del mondo della politica, dell’imprenditoria ma anche funzionari comunali. Leggi anche –Legalità e qualità del lavoro facce della stessa medaglia. Cgil Sicilia a Cinisi Nel frattempo, proprio ildistretto etneo, ha registrato nell’anno giudiziario 2022-2023, 43 delitti riferiti proprio alla corruzione. È il distretto di Palermo a registrare il maggior numero di denunce per corruzione: 49, cioè il 6% in meno rispetto all’anno giudiziario precedente. Anche se guardiamo invece altotale delle denunce di reati contro la Pa, il distretto palermitano è quello che ha registrato il maggior numero di delitti. Nel 2023 se ne contano 3.711 (nel 2021-2022 erano state 3.744). Seguono il distretto etneo con 2.425, il distretto di Messina con 1296 e quello nisseno con 803 reati. In generale possiamo rilevare una riduzione in tutti e quattro i distretti. Si conta -1% a Palermo e a Messina; -13% a Catania; -23% a Caltanissetta. Come affermaLuigi Lombardo, Presidente della Corte d’Appello di Messinaperò, “il dato statistico non deve, tuttavia, ingannare. Il fenomeno dei delitti contro la pubblica amministrazione lavora sotto traccia ed è lungi dall’essere debellato”. Secondo il presidente della Corte d’Appello di Catania, Filippo Pennisi inoltre, il decremento è legato a “un significativo incremento dell’efficienza e della qualità delle attività di indagine”. Soprattutto grazie e alle intercettazioni. Leggi anche –Fondi Ue: “La corruzione mette in ginocchio le aziende sane” Come dicevamo le inchieste giudiziarie sono tante. Un maxi blitz nel Messinese che risale a febbraio scorso ha portato alla luce l’interesse da parte della cosiddettamafia dei Nebrodiad intercettare in maniera fraudolentafondi europei. Risale a meno di un mese fa, poi, la condanna a tre anni e due mesi di reclusione e interdizione perpetua dai pubblici uffici, di Carmine Canonico, rappresentante legale dal 2019 al 2021 diSicilia Digitale, società partecipata della Regione siciliana. Il Tribunale di Palermo lo ha ritenuto colpevole dipeculatoper essersi auto liquidato rimborsi e spese che non erano dovuti. Il reato di peculato, disciplinato dall’art. 314 del codice penale, si configura in seguito all’appropriazione indebita di denaro o altra cosa mobile da parte di chi gestisce un ufficio o un servizio pubblico. In Sicilia sono 119 i casi registrati per questa tipologia di reato: ma è un dato parziale perché non è disponibile il dato sul distretto nisseno. Leggi anche –Cybersicurezza, nella relazione annuale solo 1,5 milioni alla Sicilia. Pa nel mirino Tra i tanti reati contestati il presidente della Corte d’Appello di Messina cita il procedimento n. 602/22. Ha riguardato i rapporti intessuti dall’alloradeputatodell’Assemblea Regionale SicilianaCatalfamo Antoninocon ilmanagementdell’azienda ospedalieraPapardo di Messina. Rapporti, sostiene Messina, “diretti ad ottenere, attraverso il condizionamento dello svolgimento di alcune gare ad evidenza pubblica, l’assunzione di persone a lui vicine, l’affidamento di incarichi interni con relative borse di studio ovvero l’affidamento di incarichi a professionisti esterni”. Alla fine due degli indagati sono stati sottoposti alla misura degli arresti domiciliari, confermata dal Tribunale del riesame”.