Tari (Depositphotos) Focursicilia.it
Non sempre la tassa sui rifiuti è obbligatoria: scopri in quali casi la TARI può essere ridotta, contestata o non dovuta, secondo la legge.
Ogni anno la TARI torna a bussare alla porta dei contribuenti italiani.
Ma non sempre la tassa sui rifiuti è dovuta, e non tutti sanno che la legge prevede situazioni precise in cui il pagamento può essere ridotto o perfino escluso.
Ci sono casi di prescrizione, errori del Comune, immobili non utilizzati o inutilizzabili. Situazioni in cui la bolletta può essere legalmente contestata o sospesa.
Capire quando non pagare la TARI non significa “evadere”, ma conoscere i propri diritti fiscali.
La TARI è dovuta per ogni immobile o area in grado di produrre rifiuti urbani. Tuttavia, la legge consente alcune eccezioni. La prima riguarda la prescrizione del tributo, che scatta dopo 5 anni se il Comune non ha inviato alcun atto interruttivo, come solleciti o cartelle esattoriali. In tal caso, il cittadino può eccepire la prescrizione e chiedere l’annullamento del debito.
Un secondo caso è quello degli immobili non utilizzati, privi di allacci a utenze e completamente vuoti: se l’inutilizzo è documentato e comunicato al Comune, la tassa può essere ridotta o azzerata. Tuttavia, l’esenzione non è automatica: ogni Comune stabilisce regole proprie nel proprio regolamento TARI. Infine, anche un errore di calcolo o di superficie può giustificare la richiesta di rimborso o rettifica dell’importo.
Molti cittadini ricevono avvisi di pagamento errati o tardivi. In questi casi, è fondamentale sapere che non sempre il Comune ha ragione. Se l’avviso arriva oltre i termini di prescrizione, oppure se riguarda metri quadrati non reali, il contribuente può presentare istanza di annullamento in autotutela o ricorso alla Commissione Tributaria entro 60 giorni. Anche in caso di immobili vuoti o inagibili, la legge prevede la possibilità di ottenere riduzioni fino al 100%, ma solo se viene presentata la documentazione richiesta: certificato di inagibilità, dichiarazione di cessazione utenze, o autocertificazione con prova dell’assenza di mobili e residenti.
Infine, attenzione alle cartelle esattoriali vecchie: se nessun atto interruttivo è stato notificato nei 5 anni, la richiesta può essere considerata nulla per prescrizione. Ignorare la TARI non è una soluzione, ma conoscere i limiti della legge permette di difendersi da errori e richieste illegittime, risparmiando tempo e denaro. Prima di contestare la TARI, consulta il regolamento comunale: ogni Comune ha regole specifiche su riduzioni, esenzioni e scadenze. Richiedi sempre la copia dell’avviso e verifica la data di notifica: è da lì che decorre la prescrizione. In caso di dubbio, puoi rivolgerti a un CAF, commercialista o sportello tributi comunale per l’assistenza gratuita. Non pagare alla cieca: conoscere la normativa ti permette di evitare multe e far valere i tuoi diritti.
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