Rapine in banca, Fabi: “Province siciliane fanalino di coda in sicurezza”

Undici le rapine in banca in Sicilia nel 2023, tentate e consumate, che si sommano a sei assalti ai bancomat devono far riflettere e correre ai ripari. Poche, se “rapportate ai dati di una ventina di anni fa”. Ma ancora troppe se si prende il numero complessivo di reati consumati in Italia. A sostenerlo èGabriele Urzì,dirigente nazionale Fabi e responsabile Salute e Sicurezza Fabi Palermo. A supporto Urzì fornisce i dati dell’ultima indagine delRapporto sulla Qualità della Vita in Italia, realizzato da ItaliaOggi/Ital communicationsin collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma: nella classifica su Reati e Sicurezza le province siciliane sono spesso in fondo “Purtroppo – scrive Urzì – le province siciliane occupano la parte bassa della classifica delle 107 presenti nel nostro Paese e in particolare, secondo un’elaborazione di dati ISTAT 2021: Enna al 10°posto (56° nel 2022), Messina al 30° (43° nel 2022), Ragusa al 37° (30° nel 2022), Agrigento al 51° (73° nel 2022), Caltanissetta al 68° (80° nel 2022), Trapani al 81° (86° nel 2022), Siracusa 83° (96° nel 2022), Palermo al 86° (85° nel 2022) e Catania al 90° (89° l’anno precedente). Anche se c’è per alcune province un miglioramento, le città siciliane purtroppo continuano a mostrare delle criticità”, spiega il dirigente Fabi. In particolare, perquanto concerne le rapine in banche e uffici postali(numeri per centomila abitanti) i dati dell’indagine confermano la permanenza per quasi tutte le province dell’Isola, nella parte bassa della classifica, ad eccezione di Enna ed Agrigento (tra parentesi le posizioni riferite al 2022): Agrigento 1° posto (ex 79°), Enna 19° (ex 103°), Siracusa 49° (ex 81°), Caltanissetta 84° (ex 74°), Trapani 88° (ex 80°), Ragusa 96° (ex 1°), Catania 98° (ex 93°), Messina 99° (ex 65°) e Palermo addirittura 104° posto (era all’84° nel 2022). Da tempo il sindacato dei bancari si batte sul tema sicurezza. Un tema che si scontra con più di un paradosso. “In valore assoluto negli ultimi anni i reati sono diminuiti – commenta Urzì – manegli ultimi 15 anni ancheil numero di filiari è diminuito sensibilmente, mentre sono in aumento anche le truffe online. Se le province siciliane non sono messe benissimo si deve fare di più, un investimento in sicurezza forse sarebbe opportuno. Guardie giurate sono rimaste solo in poche filiali o in zone particolarmente pericolose o solo in zone prestigiose. Provvedimenti poi vengono presi con videocamere e altro.Qualunque siano i numeri sono fatti gravissimi, spesso sottovalutati da banche e istituzioni finanziarie. Occorrono massicci investimenti in sicurezza prima che accada qualcosa di veramente grave, ripristinare la guardiania armata, ricollocare i metal detector, sacrificati sull’altare dei nuovi ‘layout’ di filiale e ritenuti ‘fastidiosi’ per l’utenza. Sperando di “scalare” le classifiche di cui parliamo”, conclude il dirigente di Fabi.