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Recovery Plan: “Enorme occasione di sviluppo ma rischio burocrazia”

Il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) insieme al superbonus 110 per cento sono una grande opportunità per la Sicilia, ma a certe condizioni. Parla Rosario Fresta, presidente Ance Catania

I costruttori siciliani si attendono molto, moltissimo, dal Recovery Plan (o Pnrr che dir si voglia) e dalle opere pubbliche che saranno finanziate con i fondi europei. E si attendono anche molto, moltissimo, dal superbonus 110 per cento che potrebbe finalmente decollare presto. Ma i “ma” e le avvertenze ci sono sempre, e sono di sostanza: semplificazione delle procedure, abbattimento della burocrazia, tempi certi per il completamento dei lavori, e soprattutto pagamenti regolari da parte della Pubblica Amministrazione alle imprese che lavorano.

Aspettative alte

Ne abbiamo parlato con Rosario Fresta, imprenditore edile di terza generazione e presidente dell’Ance Catania, che sottolinea la “grande occasione per rilanciare il settore delle opere pubbliche” costituita dal Piano nazionale di ripresa e resilienza presentato dal Presidente del Consiglio Mario Draghi in questi giorni e che a breve sarà inviato alla Commissione europea. Come è noto, si tratta di oltre 200 miliardi complessivi, che in quota parte riguardano anche la Sicilia. “Ancora non conosciamo esattamente quali opere verranno finanziate dal Piano – dice il presidente dei costruttori – stiamo studiando il documento. Tuttavia, di certo ci aspettiamo molto”.

Tempo fattore critico

L’Ance si sta attrezzando per cercare di prepararsi al meglio per cogliere l’opportunità: “Seguiamo quanto accade giorno per giorno. Vedremo quali sono e come sono i progetti, sperando che entro maggio partano i bandi”. Il tempo è infatti uno dei fattori critici, uno degli elementi che porta spesso all’insuccesso la politica di investimenti programmati, quasi sempre per le lungaggini e complicazioni della burocrazia. Un’esperienza storica in Sicilia, visto che nel caso dei bandi europei non sempre si riescono a impiegare tutte le risorse e una parte dei fondi torna a Bruxelles. Conferma Fresta: “Da uno studio Ance nazionale emerge che da quando si pensa un’opera di alto valore a quando viene realizzata passano in media 16 anni. Il Piano prevede il completamento dei lavori entro il 2026. Sarà difficile da fare se non si semplificano le procedure burocratiche”.

Vigilare sulla legalità

Inoltre, dice Fresta, bisognerà vigilare affinché i lavori vadano alle imprese che lavorano nella legalità, perché certamente anche aziende che operano in modo illegale cercheranno di infiltrarsi.

Superbonus, necessaria proroga

Altro provvedimento importante per la ripresa del settore è il Superbonus 110 per cento, che permette di adeguare gli edifici residenziali a criteri antisismici e di risparmio energetico praticamente senza costi per i cittadini. Anche qui il problema burocrazia è cruciale: “Potrebbe essere molto importante. Ma fino a oggi abbiamo poco riscontro. Sarebbe necessaria una proroga al 2023 per garantire ai cittadini che ci sarà il tempo di finire le opere, per esempio. E ancora – precisa Fresta –  anche qui bisogna semplificare alcuni passaggi, tra cui la conformità urbanistica. Questo è un problema che a volte blocca sul nascere l’avvio della pratica”.  In sostanza serve il fascicolo originale dell’immobile, ma negli archivi di alcuni comuni come Catania o Giarre, per esempio, è difficile trovare i documenti perché non sono digitalizzati, quindi risultano di difficile accesso e spesso si deve attendere molto a lungo. “Insomma, bisogna semplificare o anche il Superbonus non darà i risultati che tutti ci aspettiamo”.

Cruciale la regolarità dei pagamenti

Le opportunità per gli anni a venire quindi ci sono, e in Sicilia il settore opere pubbliche l’anno scorso ha fatto registrare un lieve incremento, in controtendenza rispetto al dato nazionale, stimato in calo del 10 per cento. Un buon segnale, certo. Ma il Presidente dell’Ance Catania ci tiene a precisare che lo sviluppo non si può appoggiare solo sulle spalle delle imprese: “C’è una situazione paradossale e gravissima, quella del ritardo dei pagamenti della Pubblica amministrazione. Ogni anno, per motivi legati alle procedure di approvazione dei bilanci degli enti pubblici e burocrazia varia, noi non veniamo pagati da dicembre a maggio. Non possiamo lavorare per mesi e mesi senza essere pagati, è insostenibile”.

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Turi Caggegi
Turi Caggegi
Giornalista professionista dal 1985, pioniere del web, ha lavorato per grandi testate nazionali, radio, Tv, web, tra cui la Repubblica e Panorama. Nel 1996 ha realizzato da Catania il primo Tg online in Italia (Telecolor). È stato manager in importanti società editoriali e internet in Italia e all’estero. Nel 2013 ha realizzato la prima App sull’Etna per celebrarne l’ingresso nel patrimonio Unesco. Speaker all’Internet Festival di Pisa dal 2015 al 2018, collabora con ViniMilo, Le Guide di Repubblica e FocuSicilia. Etnalover a tempo pieno.

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