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Reddito di cittadinanza: cos’è e come funziona

Si tratta del bonus economico per le famiglie in difficoltà. Ecco tutto quello che c'è da sapere sulla nuova misura, spiegato in quattro domande

Cos’è il reddito di cittadinanza?

Il reddito di cittadinanza (Rdc) è un bonus economico destinato alle famiglie con Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) inferiore a 9.360 euro, della durata di 18 mesi: dopo potrà essere rinnovato, ma bisognerà attendere un mese. Per chi è al di sotto dei 67 anni, il reddito di cittadinanza è associato a un percorso di reinserimento nel mondo del lavoro. Per le famiglie il cui membro più giovane è al di sopra dei 67 anni, il bonus prende il nome di pensione di cittadinanza, che non prevede il reinserimento lavorativo e per la quale il rinnovo è automatico e senza sospensione. Il beneficio economico, dall’entità variabile in base alla situazione economica familiare e al numero di figli, e comunque mai superiore a 9.360 euro annui (ovvero 780 euro ogni 30 giorni), viene accreditato mensilmente sulla carta Rdc. Si tratta di una carta elettronica che consente di effettuare acquisti solo di beni considerati di prima necessità. Sono quindi incluse le spese alimentari, le bollette, il vestiario, i libri, le ricariche telefoniche. Categoricamente escluse le spese relative a gioielli e beni di lusso, giochi a premi e giochi d’azzardo, armi e materiale pornografico. 

A chi spettano il reddito e la pensione di cittadinanza?

Il reddito e la pensione di cittadinanza spettano ai cittadini italiani, ma anche agli stranieri residenti in Italia a tempo indeterminato, ai titolari del diritto di soggiorno o diritto di soggiorno permanente, ai familiari di un cittadino italiano o dell’Unione europea e agli apolidi. Anche se incentrato sul reinserimento lavorativo, l’essere in stato di disoccupazione non è tra i requisiti fondamentali. I parametri da rispettare, sia per i cittadini italiani che per gli stranieri, sono però piuttosto rigidi: il primo è quello di risiedere in Italia da almeno dieci anni, di cui almeno due continuativi. Il secondo è quello di avere un Isee inferiore ai 9.360 euro annui. Il terzo requisito è quello di non possedere un patrimonio immobiliare superiore ai 30 mila euro, esclusa la casa di abitazione. Quarto requisito, un patrimonio finanziario inferiore ai 6 mila euro, cifra che può arrivare a un massimo di 20 mila euro nel caso di famiglie con persone disabili. Tra i requisiti, anche quelli relativi al possesso di veicoli di vario genere. Non si possono ad esempio possedere autoveicoli immatricolati nei sei mesi antecedenti la richiesta, limite che diventa di due anni in caso di auto di cilindrata superiore a 1.600 cc e di motoveicoli superiori a 250 cc. Il divieto è assoluto per le imbarcazioni da diporto. Sono ammessi invece i veicoli destinati al trasporto dei disabili, senza limitazioni. Nota bene: per chi comunica dei dati falsi sono previste pesanti sanzioni penali, con reclusione fino a 6 anni e la restituzione di quanto percepito.

Come si richiede?

Il reddito di cittadinanza può si richiede online tramite il sito dedicato, al quale si accede con le credenziali del Sistema pubblico di identità digitale (Spid), oppure compilando un modulo nei caf, nei patronati o negli uffici postali (qui solo dopo il sesto giorno di ogni mese). Nel momento in cui si consegnala domanda bisogna essere in possesso della Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu), all’interno della quale sono riportati i dati reddituali e patrimoniali del nucleo familiare. Questi dati verranno poi utilizzati dall’Inps, l’istituto di previdenza nazionale che erogherà le somme, per calcolare l’Isee. Fatto questo bisogna attendere, via email o sms ai recapiti forniti, la risposta sull’eventuale accoglimento o rigetto, che non arriverà prima di 15 giorni da quando la domanda è stata depositata. In caso di accoglimento, Inps invierà una comunicazione nella quale indicherà la data e l’ora per il ritiro della carta RdC in un ufficio postale. La cifra che verrà erogata sarà divisa in due quote: la quota A, l’integrazione al reddito vera e propria, avrà un massimale di 6 mila euro l’anno (500 mensili) per i titolari di reddito di cittadinanza, cifra che sale a 7.560 euro (630 euro mensili) in caso di Pensione di cittadinanza. La restante parte, la quota B, copre invece le eventuali spese per affitto o mutuo, sommandosi alla quota A fino al massimale dei 9.360 euro mensili. La quota B sarà comunque al massimo di 150 euro mensili per le Pensioni, mentre sale a un massimo di 280 euro per i titolari di reddito di cittadinanza con un regolare contratto d’affitto. Importante: le somme non possono essere accumulate, e il totale non speso mensilmente sarà decurtato del 20 per cento ogni mese, e azzerato a ogni semestre.

E durante i 18 mesi di reddito cosa si deve fare?

La prima cosa da fare è la presentazione della Dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro (Did), entro 30 giorni dall’accoglimento della domanda. Devono presentarla, tramite i centri per l’impiego, i componenti del nucleo familiare disoccupati maggiorenni, di età inferiore ai 65 anni che non siano in stato di disabilità, inabilità al lavoro o frequentanti un regolare corso di studi. A questo si aggiunge la sottoscrizione di un patto di lavoro, destinato ai minori di 26 anni, a chi è disoccupato da meno di due anni o a chi riceve il contributo di disoccupazione Naspi, o di un patto per l’inclusione sociale per tutti gli altri casi. Con i patti ci si impegna a frequentare percorsi di formazione professionale, a ricercare attivamente un lavoro e ad accettare almeno una delle tre offerte di lavoro che verranno proposte. Vige infine l’obbligo di comunicare ogni eventuale variazione del nucleo familiare, di reddito o patrimonio tramite un nuovo modello Dsu. Da sottolineare: i percorsi previsti dai Patti non sono ancora attivi, così come il matching tra domanda e offerta di lavoro che dovrà essere eseguito da figure professionali in corso di selezione, i cosiddetti navigator. Informazioni complete sugli obblighi e sui documenti da presentare possono essere reperite sul sito dedicato al reddito di cittadinanza.

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Leandro Perrotta
Leandro Perrotta
Catanese, mai lasciata la vista dell'Etna dal 1984. Dal 2006 scrivo della cronaca cittadina. Sono presidente del Comitato Librino attivo, nella città satellite dove sono cresciuto.

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