Revisione Pnrr, Ue verso il sì. Stralciati miliardi contro il dissesto idrogeologico

Mentreil maltempo torna ad abbattersi sull’Italia– costringendo anche laRegione sicilianaa dichiarare l’allerta meteo– l’Europa si appresta a dire sì allaproposta di revisione del Pnrrvarata dal governo Meloni. Dopo le valutazioni della Commissione europea, infatti, toccherà alConsiglio economia e finanza (Ecofin)dell’otto dicembre dare il via libera definitivo. Due notizie apparentemente slegate tra loro, se non fosse che i15,9 miliardi definanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienzaservivano a realizzare diversiprogetti per la lotta al dissesto idrogeologico.Da Palazzo Chigi assicurano che le modifiche “non eliminano nessuna riforma”, e che sarà garantito “il finanziamento degli interventi stralciati”. L’idea è quella di attingere ad altri fondi,a cominciare da quello Fsc. I tempi però sono lunghi. Se i progetti sono stati definanziati, infatti, è perché rischiavano di andareoltre il termine del 2026fissato da Bruxelles. La messa a terra, insomma, appare lontana. Mentrei problemi sul tavolo,a cominciare dal clima, sono quanto mai urgenti. Leggi anche –Pnrr, “tagli” ai Comuni siciliani per 1,5 miliardi. Agrigento provincia più colpita A fornire i dettagli dellarevisione del Pnrrè un documento realizzato dalServizio Studi della Camera dei deputati. A saltare all’occhio, tra i progetti stralciati, sono le“Misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrologico”,per un valore di 1,3 miliardi, di competenza del ministero dell’Ambiente. Tra gli interventi previsti, “lamessa in sicurezza delle zone edificatee dei bacini idrografici”, ma anche “azioni per il risanamento ambientale e lamitigazione dei cambiamenti climatici” e “un livello più elevato dicontrollo del rischio di alluvione“. Iniziative per la lotta al dissesto idrogeologico erano incluse anche negli“Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica”,finanziati con ben sei miliardi e affidati al ministero dell’Interno. Una maxi-misura che prevedeva, tra le altre cose,“prevenzione e mitigazione dei danni connessi al rischio idrogeologico emessa in sicurezza dei centri abitati“, ma anche di “strade, ponti e viadotti”. Nonché “l’efficienza energetica degli edifici”. Leggi anche –Piani urbani integrati, ritorno nel Pnrr? Anci Sicilia: “Valutazione in corso” Questi iprogetti stralciatidirettamente riconducibili il dissesto idrogeologico. Le misure oggetto della revisione, in generale, hanno a che fare con l’efficientamento energeticoe la riqualificazione dei territori. Si va dagli “Investimenti in progetti di rigenerazione urbana” (tre miliardi di euro) ai “Progetti generali dei Piani urbani integrati” (2,5 miliardi), passando per l’”Utilizzo dell’idrogeno in settorihard-to-abate” (un miliardo) al “Potenziamento servizi einfrastrutture di comunità nelle aree interne” (725 milioni). Investimenti più contenuti riguardano la “Promozione impianti innovativi (inclusooff shore)” (675 milioni), la “Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie” (300 milioni) e la “Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano” (110 milioni). Complessivamente,si arriva alla cifra di 15,9 miliardi di euroche il Governo promette di trovare altrove. Il Servizio Studi della Camera evidenzia però come il Governo “non specifichi quali saranno lemodalità attraverso i quali saràmutata la fonte di finanziamentodelle risorse definanziate”. Leggi anche –Taglio fondi Pnrr: le ricadute nelle città siciliane. Colpiti i più fragili Alcune linee guida, si legge nel documento,sono state fornite da Palazzo Chigi.Come detto, si punta a rifinanziare i progetti stralciati attraverso laProgrammazione 2021-2027 dei Fondi di Sviluppo e Coesione.Ma si pensa anche ai Fondi strutturali europei (Fesr e Fse) e alle risorse delPiano nazionale complementare.Si tratta dei circa 30 miliardi aggiunti dal Governo Draghi ai 191 miliardi del Pnrr, che però, precisano i tecnici di Montecitorio, sono a loro volta“oggetto di riprogrammazione”.Incertezze che pesano sul futuro dei progetti. Secondo il Servizio Studi l’individuazione precisa dei finanziamenti“appare opportuna soprattutto con riguardo ai progetti che si trovano in stadio più avanzato”. In modo da evitare“rallentamenti o incertezze attuative che potrebbero conseguire al mutamento del regime giuridico e finanziario e del sistema di rendicontazione”.Inoltre sarebbe necessario verificare “che le fonti alternative di finanziamento dispongano di unaadeguata dotazionenell’ambito delbilancio dello Stato“.