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Rifiuti e differenziata, le palle al piede: Palermo, Catania e Messina

Oltre la metà dei rifiuti indifferenziati della Sicilia, quelli che necessariamente finiscono in discarica, proviene dalle tre città metropolitane. Il dato è emerso nel corso dell’EcoForum regionale sui rifiuti e sull’Economia circolare promosso da Legambiente

Oltre la metà dei rifiuti indifferenziati della Sicilia, quelli che necessariamente finiscono in discarica, proviene dalle tre città metropolitane: Palermo, Catania e Messina. Il dato è emerso nel corso della sesta edizione dell’EcoForum regionale sui rifiuti e sull’Economia circolare. Promosso da Legambiente, si è tenuto a Palermo. Per gli ambientalisti è necessario che queste tre città “efficientino, rapidamente, il loro sistema di gestione di raccolta puntando all’adozione del porta a porta diffuso in tutta la città. Così come ha fatto Messina a partire dal maggio 2021 e come sta facendo Catania da poco, e come deve fare, rapidamente, anche Palermo“. Su 391 comuni siciliani, 270 comuni sono “ricicloni”: hanno superato il 65 per cento di raccolta differenziata. Sempre più numerosi i comuni rifiuti free: 70 al dicembre 2022. Producono meno di 75 kg di rifiuti indifferenziati per abitante all’anno e sfuggono alle cicliche crisi dovute all’esaurimento delle discariche. Nel 2022 la Sicilia ha raggiunto il 52,8 per cento di differenziata. Una soglia purtroppo ancora lontana dall’obiettivo minimo del 65 per cento che doveva essere raggiunto 11 anni fa.

Chi fa più indifferenziata, paga più tasse

Legambiente sottolinea che il sistema di gestione del ciclo dei rifiuti deve passare “dall’anacronistica tassa, calcolata sui mq e sui componenti del nucleo familiare, alla tariffa puntale. Questa si basa sulla effettiva produzione di rifiuti indifferenziati, consentendo di ristabilire una reale equità del costo del servizio”. L’associazione ricorda che “i vantaggi sono evidenti e dove è stata applicata la tariffa puntuale c’è stato un balzo in avanti di decine di punti percentuali nella raccolta differenziata. Si è registrata una riduzione significativa della produzione di secco residuo. Sono stati intercettati migliaia di evasori del tributo. Si sono drasticamente ridotti gli abbandoni illegali, arrivando in ultima analisi ad una riduzione dei costi della tariffa per il cittadino”.

I fondi del Pnrr e gli impianti da realizzare

Per quanto riguarda i fondi del Pnrr, l’associazione ha ricordato che in Sicilia saranno realizzati impianti, pubblici e privati, essenziali per gestire le diverse filiere del riciclo e che i cantieri dovranno essere completati per la maggior parte entro la fine del 2026 per raggiungere, senza ritardi, gli obiettivi ambiziosi e selettivi di riciclo e riutilizzo previsti per il 2030-2035. “Per raggiungere tali scopi – dichiara Tommaso Castronovo, responsabile Rifiuti ed economia circolare di Legambiente Sicilia – è urgente semplificare il quadro normativo, rivisitare la struttura degli uffici regionali e comunali per ottimizzare i processi autorizzativi, non perdendo più tempo e soldi come è successo con tutte le programmazioni europee gestite dalla Regione Siciliana e garantire l’elaborazione di progetti di eccellenza“.

Ambiti ottimali e consorzi di Comuni

Parallelamente, è di estrema urgenza rendere efficiente il sistema, riportando la titolarità delle competenze relative ai servizi di gestione della raccolta rifiuti all’interno degli ambiti ottimali, che dovranno trasformarsi in forma di consorzi pubblici di Comuni, così come nel resto del Paese, prevedendo una significativa riduzione del numero di tali consorzi, secondo i criteri previsti dall’art. 200, comma 1 del Dlgs 152/2006 “abrogando quell’abominio gestionale delle legge 3 del 2013 che ha previsto gli Aro”, esorta Legambiente. Infine, è necessario che la Regione cambi la norma che prevede una distanza minima di tre km dal centro abitato per la realizzazione degli impianti a servizio della raccolta differenziata e del riciclo. Se rimanesse, infatti, molti progetti per l’economia circolare ammessi a finanziamento dal Pnrr non potrebbero essere realizzati”.

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Business, Lavoro, Ambiente, Legalità e Sicurezza. FocuSicilia ha l'obiettivo di raccontare i numeri dell'isola più grande del Mediterraneo. Valorizzare il meglio e denunciare il peggio, la Sicilia dei successi e degli insuccessi. Un quotidiano che crede nello sviluppo sostenibile di una terra dalle grandi potenzialità, senza nasconderne i problemi.

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