Rifiuti, i costi troppo alti in Sicilia nel dossier Anci. Che si rivolge all’Antitrust

Rifiuti, i costi troppo alti in Sicilia nel dossier Anci. Che si rivolge all’Antitrust

Losmaltimento dei rifiuti in Sicilia costa troppo, sia ai cittadini che alle amministrazioni locali. E non è solo una constatazione empirica:Anci Sicilia, l’associazione dei Comuni, ha raccolto dati relativi ai costi di conferimento in vari impianti in Italia. Scoprendo che, a parità di servizi, latariffa siciliana è spesso quasi doppia. Ad esempio, se nelladiscarica di Gela il costo è di quasi 169 euroa tonnellata, mentre in unComune del Piemontequesta non supera i97 euro. “Dai dati emergono le ragioni che ci hanno spinto a presentare unricorso all’Antitrustper verificare se il costo che praticano gli operatori del settore sia congruo oppure viziato da posizioni dominanti sul mercato”, afferma ilpresidente di Anci Sicilia Paolo Amenta, che ha esposto i contenuti di un dossier sul temaoggi a Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea Regionale siciliana. “Il ricorso, in particolare, si riferisce ai costi applicati daSicula Trasporti Srli cui impianti, come è noto, sono utilizzati da oltre170 comuni dell’Isola. Più in generale il ricorso serve anche a comprendere quali siano leragioni dei costi eccessiviche gravano sul sistema dei rifiuti in Sicilia e come si possa intervenire in maniera efficace per evitare l’impatto negativo sui bilanci comunali, sulle tasche dei cittadini e sull’economia dell’Isola”, hanno detto i vertici di Anci relativamente ai costi eccessivi dei rifiuti in Sicilia. Leggi anche –Rifiuti, la Sicilia supera il 50% di differenziata. 80 i Comuni “ricicloni” Malgrado laraccolta differenziata, che al 2022 secondo i dati di Legambiente, ha superato il65 per cento su 274 comuni siciliani, per una popolazione complessiva di 2.386.559 abitanti (i dati presentati dal dossier si riferiscono a tutte le  tipologie di rifiuti: indifferenziato (RUR rifiuto urbano residuo) umido e altre frazioni i prezzi praticati in Sicilia sul trattamento, conferimento in discarica, selezione e compostaggio, sono abbondantemente superiori rispetto a quelli praticati nel resto d’Italia. Molti gli esempi, con dettaglio di costi “attualizzati” all’inflazione 2023, presenti sul lungo dossier. E,dal Piemonte alla Sardegna,ogni singola voce di costo al di fuori della Sicilia è più bassa. E non vale solo per le discariche, che secondo la normativa vigente devono comprendere solo la parte “residuale”, o indifferenziabile, ma anche per gliimpianti di “valorizzazione”dei vari prodotti differenziati. Al momento però, la Sicilia è una delle 12 Regioni italiane a non aver individuato gli “impianti integrati minimi” che aiuterebbero a definire le tariffe. Un problema che va anche contro le indicazioni diArera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, che fa degli impianti di “prossimità” il centro della strategia. Leggi anche –Rifiuti ed extracosti per i Comuni. Regione: “Rifinanzieremo i 45 milioni” Restano peraltro in atto altre difficoltà. La prima, ancora senza una soluzione, è quella determinata dal ritiro del contributo straordinario per gli“extracosti” sostenuto dai Comuni,quantificato in 45 milioni. La cifra, messa in bilancio dalle amministrazioni prima della marcia indietro dovuta all’utilizzo (vietato dall’Unione europea) deiFondi Sviluppo e Coesione (Fsc), ha creato notevoli difficoltà nei consuntivi.Un problema che potrebbe riproporsianche per quanto riguarda itermovalorizzatori,per i quali sono statistanziati 800 milioni di eurosempre a valere sui fondi Fsc, e dati in gestione a un Commissario (specificamente, lo stesso presidente della RegioneRenato Schifani). Leggi anche –Fondi Fsc 2021-2027 alla Sicilia, ecco la programmazione dei 6,8 miliardi “In relazione ai termovalorizzatori – afferma Anci – va presa in considerazione la situazione di partenza della produzione dei rifiuti in Sicilia e l’andamento della raccolta differenziata. A parte itempi di realizzazione degli impianti, bisogna anche capirequali interventi risultino più urgentiper potere invertire la tendenza e raggiungere l’obiettivo di una diminuzione dei costi. Inoltre è necessario anche individuare quali azioni bisogna porre in essere peraccelerare la realizzazione  impianti di prossimitàche possono contare, da subito, su un abbattimento dei costi”.