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Rifiuti in Sicilia, tutto da rifare? Ricorsi sul Piano e su Schifani commissario

Non bastavano le polemiche sull’apertura dinuove discarichee i ritardi nella bonifica di quelle dismesse: sullagestione dei rifiutinella Regione siciliana piove una serie di ricorsi. Si chiede di annullare la nomina del presidenteRenato Schifania Commissario straordinario, nonché ilPiano regionale rifiutipresentato lo scorso giugno. Sarebbe tutto da rifare, insomma. È quanto si legge nei ricorsi presentati da alcune associazioni ambientaliste –Legambiente Sicilia,WWF Sicilia, Zero Waste Sicilia e Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua e i Beni Comuni– e dalPartito democratico della Sicilia. Iniziative “distinte”, precisano i ricorrenti, ma simili nella forma e presentate tramite lo stesso legale, l’avvocatoMaria Giustinianodi Trapani. Non finisce qui. La nomina di Schifani a Commissario è stata anche al centro di un ordine del giorno alla Camera dei Deputati. Secondo il deputatoAnthony Barbagallo,“i poteri speciali sono in contrasto con l’ordinamento giuridico“, in quanto “non vi è nessunostato di emergenzain atto in Sicilia in questo momento”. Leggi anche –Rifiuti, Regione stanzia 13,5 milioni per riaprire la discarica di Kalat Ambiente A ribadire il concetto sono leassociazioni ambientalistenel primo dei ricorsi presentati. La nomina di Schifani a Commissario straordinario “rappresenta unaviolazione delle leggiin materia di poteri speciali”. Queste ultime infatti “discendono dalla disciplina europea”, che stabilisce chiaramente come “leordinanze commissarialisono subordinate alla sussistenza di presupposti di fatto e di diritto che devono essere espressamente indicate”. Così non sarebbe, perché ilDpcm 800/2024,con il quale Schifani è stato nominato Commissario, “non soltanto non fa alcuna menzione circa una possibile situazione di emergenza delsistema integrato dei rifiutidella Regione tale da giustificare il ricorso a poteri straordinari, ma di più non garantisce un quadro definito circa i poteri”. Per i ricorrenti questo crea “ampi epericolosi margini discrezionali.All’interno di una cornice temporale, due anni, assolutamente non in linea con la natura di tali poteri”. Un rischio da evitare in unsettore nevralgicocome quello dei rifiuti, “già di per séestremamente tecnico e complesso“. Leggi anche –Ampliamento della discarica di Bellolampo, Legambiente contraria Ilsecondo ricorsoè strettamente legato al primo. Il venir meno dellanomina di Schifania commissario, infatti, potrà con sé “l’annullamento di ogni altro atto consequenziale”, a partire dalPiano regionale dei rifiuti“che a breve dovrebbe essere approvato proprio dal Commissario Schifani”. Ecco perché le associazioni contestano “laValutazione ambientale strategicaal Piano rifiuti”, contestando “non solo gli aspetti tecnici ma anche la scelta di adottare l’impiego degli inceneritoriche rappresentano una opzione non in linea con ilGreen dealeuropeo“. Nel ricorso si chiede di annullare il decreto 1279/Gab del 16 giugno 2024 dell’assessorato regionale all’Ambiente, che dava “parere favorevole sulprocedimento di Vas“, nonché “ogni altro atto presupposto o consequenziale”. Le critiche, ribadiscono le associazioni, sono anche di ordine pratico. “Nel Piano si privilegiano le operazioni dismaltimento in discarica.E, in futuro, lo smaltimento in inceneritori dirifiuti potenzialmente riciclabili,anziché favorire la riduzione e la prevenzione”. Leggi anche –Rifiuti, Regione stanzia 13,5 milioni per riaprire la discarica di Kalat Ambiente Una linea chepalazzo d’Orléans,da parte sua, difende a spada tratta.Il Piano, scrivono dalla Regione, “è conforme alledirettive Uee alle leggi nazionali. Con l’obiettivo di ridurre il conferimento in discarica e promuovere riciclaggio e recupero energetico”. Quanto aitermovalorizzatori,“non sono destinati solo allosmaltimento, bensì alla valorizzazione energetica dei rifiuti”, e i progetti di Palermo e Catania “saranno sottoposti, come di norma, a una rigorosa procedura di valutazione d’impatto ambientale“. Quanto alle discariche, il piano punta a “minimizzare l’uso“, in linea con gli obiettivi europei “che impongono di ridurre al di sotto del 10% i rifiuti destinati in discarica”. E ancora, il piano punta a “massimizzare il riciclaggio e ridurre drasticamente icosti per i cittadini.Grazie allachiusura del ciclo dei rifiutie all’eliminazione dei trasferimenti fuori regione”. Da qui l’approvazione “con condizioni” della Vas, e la determinazione ad andare avanti perché il Piano “rappresenta un passo fondamentale verso unagestione più sostenibilee moderna”.

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