Rinnovabili, la Sicilia nel “pentagono” della filiera di produzione

Leenergie rinnovabilihanno raggiunto un punto divantaggio economicorispetto aicombustibili fossili, diventando la forma più conveniente di produzione di energia. Nel 2022, l’80% dellanuova capacitàelettrica installata proveniva dafonti rinnovabili, rappresentando 300 GW su 360 GW. Inoltre, nel 2023, il 44% dell’elettricità prodotta nell’Unione europeaderivava da fonti rinnovabili. Lo ha evidenziatoSymbolanel report“Filiere del futuro: Geografia produttiva delle rinnovabili in Italia”. Con quali forze e con quali industrie la Sicilia si sta inserendo in questo cambiamento epocale? Il report permette oggi di rispondere a questa domanda. La Sicilia è unaparziale protagonista, maCataniasi è ormai consolidata come un punto diparticolare interessenazionale ed europeo, grazie allo stabilimentoEnel 3Sun. All’interno dellazona industriale cataneseè stata sviluppata la cella fotovoltaica più performante a livello mondiale e ne verrà presto avviata la produzione. Eppure, oltre questo caso, restano dei deficit checonfermano la distanza della Siciliadal centro della produzione di energia da rinnovabili a livello nazionale. Leggi anche –Comunità energetiche rinnovabili, nasce la prima scuola di formazione L’industria delle energie rinnovabili in Italia conta attualmente su un totale di37.655 operatori attivio potenzialmente tali, registrando unaumento del 13,2%rispetto il 2022. La distribuzione territoriale vedeLombardia,Lazio,Campaniacon il maggior numero di imprese: sonoun terzo del totale. Sicilia e Veneto seguono, creando una sorta di “pentagono” dell’industria delle rinnovabili in Italia. Queste cinque regioni insieme costituiscono oltre lametà delle impresein totale presenti nellafilieradelle energie rinnovabili. Secondo il report “Filiera del futuro”, laLombardiasi distingue comeleadercon6.035 imprese attivenel settore, rappresentando il16%del totale nazionale. Seguono ilLaziocon4.084 imprese (10,8%), laCampaniacon3.490 imprese (9,3%), laSiciliacon3.018 imprese (8,0%)e ilVenetocon2.981 imprese (7,9%). Leggi anche –Energie rinnovabili: sole, vento e vulcani, ma nessun primato in Sicilia Analizzando idati territoriali, la provincia diRomasi distingue stavolta comeleadernel panorama delle energie rinnovabili, contando3.096 aziende, corrispondenti all’8,2% del totale italiano. Il primato nasce dalla presenza di un maggior numero diimprese specializzatenell’installazione e nella manutenzione dei sistemi di produzione da rinnovabili. SeguonoMilanocon 2.748 imprese (7,3%),Napoli(1.569, 4,2%),Bolzano(1.220, 3,2%) eTorino(1.098, 2,9%). La classifica delleprime 10 provincenon ha subito variazioni rispetto al 2022. Dunque, da circa due anni laSiciliaè fuori dalle “capitali provinciali” della filiera delle rinnovabili, mantenendo comunque delleeccellenze territoriali. Nella tabella realizzata da Symbola le province diPalermoeCataniaentrano nel range 501 – 3.096 imprese. Una quota alta che non basta, ma neppure scoraggia. Altre quattro territori:Siracusa,Ragusa,Agrigento,Messinacontano sul territorio tra 301 e 500 imprese.Trapaniè nel range 201 – 300, mentre le uniche province che contanomeno di 200 aziendeagganciate alla filiera delle rinnovabili sonoGelaeCaltanissetta. Leggi anche –Rinnovabili, senza infrastrutture energia “bloccata” in Sicilia Analizzando latop 10 delle provinceper il settore dell’installazione e manutenzione delle energie rinnovabili realizzata da Symbola, le province diRoma,Napoli,MilanoeTorinomantengono ancora posizioni di rilievo. Nella capitale sono presenti1.425 impreseche costituiscono il9,6% del totale; aNapolisono816 pari al 5,5%; aMilano 745che costituiscono invece il5% complessivo. La provincia di Catania rientra intop 10, ma al nono posto, con282 aziende. Meno del 2% a livello nazionale. All’interno della regione non ci sono differenze rispetto l’analisi precedente sul numero d’imprese. InfattiPalermoeCataniasono nuovamente le uniche due province ad avere piùpesograzie ad un numero maggiore di realtà imprenditoriali (range 175 – 1.425).Ragusa,Siracusa,AgrigentoeMessinaseguono (range 115 – 174) e anticipanoTrapani(range 76 – 113). ChiudonoGelaeCaltanissettacon un range inferiore alle 75 aziende e fino ad un minimo di 15. Leggi anche –Per 3Sun, 560 milioni di euro da Bei e da un pool di banche… L’altalena dei dati che vedono laSiciliaed in particolareCataniaalternare primati e gap, riprende slancio con l’analisi delle “capitali provinciali” percommercio. La distribuzione geografica nella Penisola resta variegata, in questo caso con unamaggiore concentrazionenelle province delMezzogiornoe delNord-Est. Nel dettaglio, c’è comunque ancora un primato per laprovincia di Roma, forte di 317 aziende (il 6,9% del totale nazionale). SeguonoMilanocon 273 aziende (5,9%),Napolicon 217 aziende (4,7%),Torinocon 136 aziende (2,9%), e“la nuova realtà del Mezzogiorno”, cioèCatania, con 125 aziende (2,7%). Come è possibile notare dalla grafica prodotta da Symbola (in basso), in regione si ripropone il tandem “Catania – Palermo”. A queste dueleadershipsi aggiunge, stavolta, quella della provincia diRagusa. Itre territori rientrano nel range più alto di 61-317 aziende.AgrigentoeMessinavanno in proprio, uniche ad agganciarsi al range intermedio di 41-60 aziende. ATrapaniin questo caso si aggiungeSiracusa(range 26 – 40 aziende) mentreGela(range 16-25 aziende) si distanzia daCaltanissetta, ultima, nel range che conta un minimo di 5 e fino a 15 aziende. Guardando ancora alla grafica e allargando lo sguardo al resto d’Italia, i“colori” della Siciliasonoin lineao grazie ad alcune province tra imiglioririspetto buona parte del resto d’Italia.