Rinnovo province, ‘incognita’ indennità: i tecnici Ars chiedono di precisare i dati

Sulleindennità degli organi eletti con ilrinnovo delle province sicilianei tecnici dell’Ars chiedono alla Regione di “fornire, anche in termini numerici, i dati relativi alla quantificazione degli oneri”. Ciò al fine di consentire “un’adeguataanalisi sulla sostenibilità dei bilancidelle province del ritorno al sistema oneroso degli incarichi, stante il quadro attuale di funzioni e risorse”. È quanto si legge in undossier del Servizio bilancio dell’Assemblea regionale siciliana sul DDL 319-97, che reintroduce l’elezione diretta, ma non stanzierebbe risorse sufficienti. Secondo le stime effettuate daFocuSiciliaservono circa 11 milioni,ma i tecnici chiedono maggiore chiarezza. Nel documento si ricorda che “il tema dei costi degli organi provinciali è oggetto di dibattito”. Inoltre è citata laCorte dei conti,secondo cui le spese “rappresentano unacomponente di non particolare significativitànell’ambito della finanza pubblica”. Una goccia nel mare, mapur sempre a sei zeri. A cui vanno aggiunti altri cinque milioni previsti nel DDL per “oneri relativi allo svolgimento delle elezioni”. Leggi anche –Province, il ritorno delle ex: ma la nuova legge rischia l’illegittimità Come raccontato da questo giornalenelle scorse settimane, le ex province non navigano nell’oro. Nel 2021, per esempio, Roma ha chiesto alle Città metropolitane e ai Liberi consorzi siciliani circa197 milioni di euro per il concorso alla finanza pubblica.Con la Legge di bilancio 2021 alle ex province dell’Isola erano stati assegnati 90 milioni, quindi lacifra finale dovuta allo Stato è di 107 milioni.La situazione cambia a seconda dei singoli enti, ma sicuramente nessuno di essi ha risorse in esubero. Anche per questo i tecnici delServizio bilancio dell’Arsinsistono sulla necessità di mettere nero su bianco i maggiori oneri, ricordando la situazione pregressa. Nel 2011, prima dellariforma che ha “eliminato” le province siciliane,gli organi istituzionali degli enti intermedi costavano, tra indennità e rimborsi, oltre 18 milioni di euro. Con laLegge regionale 15/2015le spese si sono drasticamente ridotte, scendendo sotto quota 900 mila euro nel 2016. Con il ripristino dell’elezione diretta, però, sono destinate alievitare nuovamente. Leggi anche –Province, il ritorno delle ex: ma la nuova legge rischia l’illegittimità Per quanto riguarda le nuove indennità, proseguono i tecnici,il meccanismo di calcolo non è del tutto chiaro.La nuova legge infatti “differisce al momento dell’insediamento dei nuovi organi elettivil’abolizione del principio di gratuità delle cariche in atto disposto dalla legge regionale 15 del 2015″. Secondo la relazione tecnica che accompagna il DDL 319-93 “non può che farsi riferimento alDecreto del ministero dell’Interno 119/2000” e successive modificazioni.Il conto, come detto,dovrebbe aggirarsi sugli 11 milioni,che dovrebbero trovare copertura “nell’ambito delle risorse di cui al capitolo 191302 del bilancio regionale (contributo in favore dei liberi consorzi comunali). Nonché nelleulteriori fonti di finanziamentoin favore dei medesimi enti previsti dalla presente legislazione”. In mancanza di nuovi stanziamenti, insomma, le spese per le indennità dovranno avvenirenell’ambito delle risorse già disponibili,conil rischio che la coperta risulti corta. Leggi anche –‘Nuove’ Province: tornano i politici, spesa di 11 milioni di euro l’anno Dopo il passaggio ad agosto inCommissione Bilancio,nei giorni scorsi ilDDL 319-97è statoapprovato dalla Commissione Affari istituzionali.A pronunciarsi, ora, dovrà essere l’Assemblea regionale, in una data ancora da stabilire. Come quella delle elezioni vere e proprie, inizialmente previste per l’ultimo scorcio del 2023 marimandate al 2024.Quando gli enti saranno ripristinati anche a livello nazionale, superando lalegge Delrio entrata in vigore nel 2015. Da qui la necessità di “allineare” le elezioni, considerando anche l’appuntamento di giugno con le Europee. Poche certezze, insomma, oltre a quella checon il ripristino dell’elezione diretta ci saranno circa 300 nuove poltrone.Come spiegato da un alto dirigente di una ex provincia siciliana, “il ripristino dell’organo politico costeràcirca un milione in più per ente”. Costi che lieviterebbero ancora“se volessimo completare la pianta organica, oggi fortemente sottodimensionata”.