Sanità costosa e inaccessibile: i cittadini temono di non potersi curare

Cure medichecostose e inaccessibilie cittadinipreoccupati. Bensette italiani su dieci(il 69 per cento) temono di non potersi permettere l’assistenza sanitaria in caso di necessità. Lasanità pubblicainfatti ha tempi lunghi e troppe inefficienze, mentre quellaprivataè costosa. Si chiama “out of pocket” ed è il costo che i cittadini pagano di tasca propria per assicurarsi prestazioni sanitarie private. Non è una libera scelta, ma è obbligata dal fatto che il sistema pubblico non consente di accedere facilmente alle stesse prestazioni. Il 75 per cento dei cittadini, l’88 per cento dei parlamentari e la totalità dei consiglieri regionali sono preoccupati per l’aumento del ricorso allasanità privataa causa deltaglio dei servizi sanitari pubblici. I dati emergono da un recente sondaggio condotto daLs Cubeed elaborato daYoutrend/Quorum per il progetto Net-Health, Sanità in rete 2030. Leggi anche –Visite mediche, in Sicilia liste d’attesa infinite: 6 mesi per una ecografia al seno Ilsondaggiorivela quanto siano complesse lesfideche il sistema sanitario italiano deve affrontare ma anche ladiversità di vedutetra i politici. Ad esempio: l’85 per cento di deputati e senatori esprime la preoccupazione che il diritto alla salute non sia garantito a tutti i cittadini. Tra iconsiglieri regionali, invece, il 77 per cento sembra meno allarmato da questa prospettiva. Probabilmente il livello della politica più vicino ai cittadini e più legato alle scelte territoriali in ambito sanitario – quello regionale – crede maggiormente che la gestione della sanità possa acquisire efficienza. Secondo il sondaggio,il 69 per cento dei consiglierie il 65 per cento dei cittadini credono chemaggiori controllie maggiore trasparenza nelle attività delleRegionipossano affrontare le sfide attuali. D’altro canto, il 60 per cento dei parlamentari suggerisce lacentralizzazionea livello statale delle competenze sanitarie come soluzione efficace. Leggi anche –Visite mediche rinviate per Covid: metà recuperate, ma liste d’attesa infinite Sia i cittadini che i politici sono concordi sulla necessità diconcentrarsi sulla prevenzionee sul potenziamento dellamedicina territoriale. Il 30 per cento dei cittadini e il 32 per cento dei decisori ritengono che la prevenzione sia cruciale, mentre il 69 per cento dei parlamentari e il50 per cento dei consiglieri regionaliprivilegiano il potenziamento della medicina territoriale. Ottimi auspici, ma la realtà è fatta di altro. Oltre 39 mila medici di base (medici di medicina generale) in Italia avevano in carico, a inizio 2022, oltre51 milioni di assistiti, con una media nazionale di1.307 assistiti per medico. Il rapporto della Fondazione Gimbe definisce questa media troppo alta ed evidenzia unamancata distribuzionecapillare dei medici in relazione alla densità abitativa. Si stima unacarenza di 2.876 medici, con situazioni più critiche nelle grandi Regioni del Nord: Lombardia (-1.003), Veneto (-482), Emilia-Romagna (-320), Piemonte (- 229), oltre che in Campania (-349). Tenendo conto deipensionamenti attesi, nel 2025 mancheranno ben3.452 medici di base. Solo inSiciliase ne dovranno rimpiazzare quasi 600. Leggi anche –Liste d’attesa per visite mediche. In Sicilia si punta tutto sui privati Nonostante il 54 per cento deiparlamentariritenga chei fondi siano sufficienti, emerge la necessità di una gestione piùefficace. Laburocraziaè identificata come uno degli ostacoli principali, con il 57 per cento dei consiglieri regionali che la considera la principaledifficoltànell’utilizzo dei fondiPnrr. Ladigitalizzazionedel Servizio sanitario nazionale (Ssn) è un altro tema controverso. Mentre il 95 per cento dei parlamentari e il 94 per cento dei consiglieri regionali credono che la digitalizzazionefavorirà l’estensione del diritto alla salute, solo il 45 per cento dei cittadini condivide questa visione. Il restante 55 per cento teme invece che la digitalizzazione possaaumentare le disuguaglianze. Se latelemedicinapuò offrire grandi opportunità nella riorganizzazione dell’assistenza sanitaria, ci sono però dei rischi. Finora ci si è concentrati soprattutto suisingoli dispositiviper i pazienti, ricorda il rapportoGimbe, ma servono anche programmi dialfabetizzazionedigitale per professionisti sanitari, pazienti e familiari. Lapiena attuazionedelle riforme previste dalPnrranche in sanità è strettamente legata alladigitalizzazionedel Paese e alla disponibilità su tutto il territorio nazionale di unaconnettivitàveloce e uniforme, con adeguate infrastrutture.